TWR Supercat, Jaguar XJS rinasce in una super GT V12

TWR Supercat, Jaguar XJS rinasce in una super GT V12

La struttura fondata da Tom Walkishaw e diretta oggi dal figlio Ferguson annuncia un restomod su un'icona della produzione Jaguar. Tanto carbonio e un super V12 sovralimentato

30.04.2024 ( Aggiornata il 30.04.2024 17:51 )

Bodykit in carbonio, nuova veste aerodinamica, un motore V12 sovralimentato e molto altro. Così, da un'icona tra le auto storiche come la Jaguar XJS, si passa a TWR Supercat.

L'idea è di proporre agli appassionati una super-GT, firmata da Tom Walkishaw Racing. La struttura TWR ha collaborato con Jaguar nelle competizioni, raggiungendo risultati di primo piano come la vittoria del 1988 alla 24 Ore di Le Mans, con la TWR Jaguar XJR-9.

TWR Supercat

TWR Supercat

La struttura TWR rielabora un grande classico Jaguar, la XJS V12. Profondi i cambiamenti, a partire dalla carrozzeria in carbonio e ridisegnata: minor drag, più leggerezza e rigidità. Ne verranno prodotti 88 esemplari, per celebrare la vittoria dell'abbinata TWR-Jaguar alla 24 Ore di Le Mans del 1998

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Tiratura limitata celebrando Le Mans

Ecco, quel successo dell'88 è ripreso oggi per fissare la tiratura limitata della Supercat: 88 esemplari, già ordinabili, personalizzabili nei minimi particolari e con le prime consegne previste a fine 2024. Quanto costerà questo particolare progetto che va oltre il restomod? 263 mila euro più tasse, la cifra al cambio attuale sterlina-euro.

Tutta in carbonio e aerodinamica elaborata

In attesa del debutto dal vivo del modello, la prossima estate, sono i rendering ad anticipare le soluzioni applicate alla TWR Supercar. La carrozzeria in carbonio ha richiesto, da sola, "decine di migliaia di ore" di sviluppo, così annuncia TWR, evidentemente con cicli di sviluppo in ambiente virtuale. I risultati ottenuti da TWR, con il design curato da Khyzyl Saleem in collaborazione con Magnus Walker, sono di una (ovvia) diminuzione del peso e di (meno ovvie) migliorie come maggiore rigidità e riduzione del drag.

I pannelli in fibra di carbonio disegnano forme con passaruota e carreggiate allargati, un retrotreno a coda d'anatra per produrre il carico aerodinamico insieme ai flussi gestiti dall'estrattore. Il frontale, poi, integra una vera e propria ala sul muso. Quanto agli scarichi, i terminali soffiano ai lati, davanti alle ruote posteriori. Un'altra chicca per migliorare l'efficacia del fondo e del diffusore. 

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