I bimbi di oggi non li capisco. E questo fa di me un dinosauro! Spesso li vedo spenti e quando hanno passioni mi sembra che riescano a dedicarvici solo poche risorse. Invece io da piccolo ero divorato dalle auto. Le sognavo, le bramavo, pensavo solo a loro.  Quando arrivarono le Bburago 1/18, modellini cos&igrave; grandi e dettagliati da sembrare veri, mi sembrava di impazzire! Le volevo tutte, un po&rsquo; come oggi..., possibilmente rosse e col cavallino *giusto* sul cofano, un po&rsquo; come oggi..!!!&nbsp;&nbsp;Mi bastava muoverle avanti e indietro per sentire il rumore del V12, girare il volantino di esile plastica per sentire i pneumatici mordere l&rsquo;asfalto. Passano gli anni ed un d&igrave; viene presentata una GT di colore blu (denominato Swaters, in omaggio all&rsquo;ex pilota e importatore belga) con interni chiari.&nbsp;Era il settembre 1992, in Belgio, al Garage Francorchamps e fu amore a prima vista! Deve essere mia, mi sono detto.     A 20 anni poteva ancora bastare quella in scala, ma col tempo... dovevo riuscire a possederne una! Le riviste l&rsquo;hanno provata e decantata. Ho letto e riletto quelle pagine, fino a consumarle, sia di chi l&rsquo;ha portata a Monza e Le Mans, sia di chi mostrava con orgoglio l&rsquo;auto con le apparecchiature di rilevo strumentale in piena accelerazione, avvolta in una nuvola di fumo! Una comoda Gt da oltre 300 all&rsquo;ora, che in pista sapeva rivaleggiare con la Testarossa e con la GTO. A dire il vero se ne &egrave; parlato anche un p&ograve; oltre ai propri meriti, dato che qualche difettuccio c&rsquo;&egrave;, vedi finestrini che non sigillano e freni non proprio eccelsi. Ma una creatura meravigliosa, se ha qualche irregolarit&agrave;, assume ancor pi&ugrave; fascino.     Le 2+2 a Maranello sono da sempre considerate meno delle classiche biposto, ma il mio amore per lei &egrave; rimasto immutato... In un fine settimana del tardo 2014 sono andato a conoscerla a Zurigo, perch&eacute; lei, raffinata ed aristocratica, stava fra le variopinte montagne elvetiche, rispecchiandosi sulle acque blu dell&rsquo;omonimo lago. Doveva essere come il giorno della presentazione di quel lontano 1992, con la stessa livrea, con il solo distinguo del volante con l&rsquo;airbag, meno lineare e sportivo dell&rsquo;originale, ma pi&ugrave; sicuro nel traffico odierno. Un incontro arrivato anche a dispetto degli sfott&ograve; degli amici: &ldquo;&egrave; l&rsquo;unica SW fra le rosse&rdquo;, &ldquo;ma blu non si pu&ograve; vedere, o rossa o nulla&rdquo; o &ldquo;&egrave; un&rsquo;auto da nonno!!!&rdquo;. Cos&igrave; dopo qualche mese &egrave; arrivata qui a Bologna (si sa, le aristocratiche arrivano con un leggero ritardo) e da allora riceve solo cure ed amore, dorme placida, avvolta nella sua copertina, in un garage che sembra pi&ugrave; un monolocale (e questo ha suscitato qualche mugugno della consorte!), con la batteria sotto carica, sempre pronta a risvegliarsi.    Il suo V12 &egrave; stato il primo della stirpe di quelli che ancor oggi trovano posto sotto il cofano delle ultime creature di Maranello. Ha la V fra le bancate a 65 gradi e perde un po&rsquo; del proverbiale equilibrio fra gli scoppi del classico 60 gradi, ma guadagna in capacit&agrave; di aspirare aria e benzina, come scoperto da Dino, figlio del commendatore, che ne applic&ograve; per primo le doti nei motori di F1 e F2 alla fine degli anni 50 e nei primi anni 60... La mia ha si e no 35.000 km nonostante i 22 anni sulle spalle e regala ancora molte emozioni. Il motore &egrave; placido ma possente ai bassi regimi, scatenato e brutale a quelli pi&ugrave; alti, con una fame di giri al limite della zona rossa che non ha eguali se non nell&rsquo;empireo dell&rsquo;automobilismo. Il rumore &egrave; soave, mai sgarbato, reso ancor pi&ugrave; metallico dal &ldquo;mastro marmittaio&rdquo; di Ravenna che con i V12 modenesi ha un rapporto tanto intenso da essere unico! Il cambio a settori, con quel rumore metallico quando cambi marcia, &egrave; birichino. La seconda, nel traffico, entra quando vuole lei, tanto che molti conoscitori passano direttamente dalla prima alla terza. Ma io le parlo e lei talvolta mi asseconda, per&ograve; solo in quelle giornate in cui tutto gira come se fosse lubrificato da un olio da corsa!!! Si sa, le aristocratiche sono capricciose... L&rsquo;esclusivit&agrave; &egrave; fatta di tante sfumature, la pelle morbida e profumata da far sembrare finta anche quella della nuova Classe S, la strumentazione Veglia Borletti tutta analogica, la griglia del cambio in acciaio lucidato a specchio, il raccordo fra il tetto ed il baule, i fanali posteriori gemellati, lo spoiler attivo inferiore...     Ci sono anche dettagli su misura, come gli enormi Pzero 285/40 montati sui piccoli cerchi posteriori da 17, che Pirelli produce solo per questa magnifica vettura. Alla fine la si usa poco, giusto per qualche raduno fra appassionati o per gite domenicali con la famiglia. Si, perch&eacute; il baule ha una capienza degna di nota e nei posti dietro ci si sacrifica volentieri. Ma insomma! La natura da SW deve pur venire fuori ogni tanto... Una volta siamo anche stati in pista. Lei aveva i cromosomi tutti eccitati, non potendo sapere che il suo condottiero &egrave; ben pi&ugrave; a suo agio in una sala operatoria che fra i cordoli. In quel caso &egrave; stata lei a darmi le giuste indicazioni. Con lo sterzo, sempre pronto e sensibile, con l&rsquo;assetto morbido a sufficienza per essere comunicativo, con un sovrasterzo di potenza intuitivo (almeno a bassa velocit&agrave;!) e divertente, col cambio che in questi frangenti si trasforma e diviene affilato e preciso come i miei bisturi. La sera poi quando passa il tramonto e sollevi gli anacronistici fari a scomparsa hai un motivo in pi&ugrave; per emozionarti e rivivere quel sogno che le Bburago (e tanta puerile fantasia) ti avevano fatto solo pregustare...  Ah, lei ovviamente &egrave; Sua Maest&agrave; la Ferrari 456 GT.  Alessandro C.  (illustrazione Matitaccia) 

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