        Un salto a Monterey (qui trovi tutte le novit&agrave; della kermesse californiana), per rendere tributo al mito, alla 911 pi&ugrave; pura perch&eacute; pensata con il motore boxer raffreddato ad aria. &Egrave; il viaggio che ha intrapreso RUF, presentando (tra le altre novit&agrave;), una RUF Tribute esaltante a dir poco.&nbsp; Intorno al telaio monoscocca in carbonio, lo stesso della CTR, spazio al motore boxer 6 cilindri twin turbo da 3.6 litri. Rigorosamente raffreddato ad aria.  Il motore &egrave; il cuore della Tribute Il restomod dello specialista tedesco &egrave; un riuscito mix di eleganza e tocchi della modernit&agrave;. Non manca l'applicazione all'interno della fibra di carbonio, accoppiata al tema analogico della strumentazione, al rivestimento in pelle della plancia e ai (pochi) comandi che affiancano il volante e il cambio. Proseguendo con la tecnica, le sospensioni sono a doppi bracci oscillanti e vedono il posizionamento degli ammortizzatori orizzontale, per un accentramento delle masse. RUF Tribute nasce per celebrare i 60 anni della Porsche 911, un omaggio che arriva dal pi&ugrave; noto e storico preparatore di novecentoundici. Un tributo che affianca le idee partorite dalla casa madre per l'anniversario della sua sportiva pi&ugrave; celebre. Al posteriore, cos&igrave;, finisce un boxer dotato della testa a 3 valvole per cilindro e quattro alberi a camme, una lavorazione curata da RUF. Il monoblocco &egrave; dotato di lubrificazione a carter secco, fasatura e alzata delle valvole variabile. Una cura tecnica che permette di esprimere 550 cavalli, su una massa di circa 1.300 kg, sebbene non sia un valore ufficiale, certificato dalla scheda tecnica. La Porsche 911 elettrica esiste e ha il motore Tesla       

Il restomod dello specialista tedesco rende omaggio alla pi&ugrave; pura tra le 911, con motore boxer raffreddato ad aria. Numerosi i tocchi della modernit&agrave;, dal telaio alle sospensioni

RUF Tribute, tanti auguri 911 raffreddata ad aria

Alla Car Week di Monterey, Ruf presenta la Tribute: un restomod di 911 con motore boxer raffreddato ad aria. Il telaio è in carbonio, le sospensioni raffinatissime e ispirate alle corse. Poi c'è il motore, da 550 cavalli e carter secco

Ruf Tribute, il restomod della 911 boxer

Ecco le foto della RUF SCR, una Porsche 911 serie 964 in chiave moderna da 510 cavalli

RUF SCR, foto

RUF, l&rsquo;azienda tedesca specializzata nella preparazione ed elaborazione delle Porsche, negli anni ha abituato tutti gli appassionati a veri e propri capolavori su ruote, vetture spesso selvagge, riservate a guidatori piuttosto esperti e consapevoli. Basta solo un nome per far venire l&rsquo;acquolina in bocca a tutti i fanatici del settore, CTR Yellowbird: con questo nome infatti si identifica una delle auto pi&ugrave; iconiche del costruttore tedesco, tanto per la sua linea quanto per la sua fama di vettura &ldquo;difficile&rdquo; e violenta, rester&agrave; negli annali il famoso video, datato 1987 e disponibile su youtube, nel quale si vede l&rsquo;auto cercare di uccidere il collaudatore nel corso di un incredibile giro sul vecchio Nurburgring.    Oltre a una 911 964 c&#39;&egrave; di pi&ugrave;  Proprio in questi giorni si &egrave; tornato a parlare di RUF grazie alla nuova arrivata SCR: presentata due anni fa a Ginevra con una spudorata livrea gialla, la nuova arrivata &egrave; la pi&ugrave; classica delle &ldquo;sleeper&rdquo;: se ad uno guardo distratto l&rsquo;auto pu&ograve; infatti sembrare &ldquo;solo&rdquo; una 911 serie 964, in realt&agrave; sotto alla sua carrozzeria in fibra di carbonio si nasconde un telaio monoscocca, sempre in fibra di carbonio, e una rollcage integrale.  Montato a sbalzo dietro l&rsquo;asse posteriore (e dove, altrimenti?), c&rsquo;&egrave; un flat six aspirato da 4.0 litri di cilindrata capace di 510 cv a 8.270 giri al minuto e ben 470 Nm di coppia. La potenza viene scaricata sulle sole ruote posteriori attraverso un cambio manuale a sei rapporti (unica opzione disponibile) e un differenziale autobloccante meccanico. A rallentare l&rsquo;auto, del peso di circa 1.300 kg, ci pensa infine un impianto frenante carboceramico, con pinze da 6 pistoncini all&rsquo;anteriore e 4 al posteriore. Tutto questo mix fa della SCR una delle auto pi&ugrave; desiderabili attualmente in circolazione, grazie al suo stile immortale unito ad una meccanica raffinata e incredibilmente &ldquo;vecchia scuola&rdquo;, necessaria di piloti veri per essere sfruttata a fondo.  Solo 15 all&#39;anno  Osservando l&rsquo;auto con pi&ugrave; cura &egrave; inoltre possibile ritrovare tutti gli stilemi tipici delle auto costruite da RUF: il nuovo fascione paraurti anteriore presenta prese d&rsquo;aria maggiorate mentre al posteriore, oltre alle classiche prese NACA poste sui passaruota, si pu&ograve; apprezzare un piccolo spoiler a coda d&rsquo;anatra e una coppia di poderosi scarichi ovali uscire da ogni lato del paraurti, pieno di feritoie per lascia uscire il calore dal vano motore. Da lasciare senza fiato anche gli interno, piuttosto classici nello stile, con display analogici e nessuno schermo touch screen con cui distrarsi inutilmente dalla guida.  Un abitacolo speciale, con la fibra di carbonio a vista, purtroppo destinato a solo pochi fortunati al mondo: la SCR verr&agrave; infatti prodotta in serie limitatissima, si parla di circa 15 vetture all&rsquo;anno, ciascuna offerta a 650.000 &euro;, la cifra giusta per un sogno su ruote. 

Serie limitatissima, prezzo stellare: questa vettura &egrave; un sogno per pochissimi

RUF SCR, bella, (pericolosa) e impossibile

RUF aggiorna il progetto SCR e lo fa a 40 anni di distanza dalla prima generazione, sviluppata partendo dalla 911 SC. Al Salone di Ginevra esordisce la coupé con carrozzeria e telaio in fibra di carbonio, motore aspirato 4 litri da 510 cavalli e un peso piuma. Tutto con l'intramontabile stile delle origini

RUF SCR 2018, a Ginevra storia dal sapore aspirato: foto

Riavvolge il nastro del tempo, RUF. Un anno fa, CTR per tornare indietro di 30 anni, alla Yellow Bird. Oggi, RUF SCR evoluta. Progetto 2018 che debutta in scena a 40 anni di distanza dalla prima interpretazione, a sua volta introdotta poggiando sulla piattaforma offerta da Porsche 911 SC nel 1977. I canoni classici della 911 immutati, da gustare con i tocchi di modernit&agrave; offerti dalle luci a led, la costruzione in fibra di carbonio ma, soprattutto, il sound del boxer 6 cilindri aspirato. Cos&igrave; al Salone di Ginevra.    Il presente, quello destinato a rappresentare il canto del cigno del boxer aspirato in casa 911, &egrave; interpretato da Porsche con la GT3 RS, prima mondiale in terra elvetica. Uguale cubatura adotta il sei cilindri installato al retrotreno di RUF SCR, alloggiato in un telaio con elementi in alluminio ancorati alla vasca monoscocca in fibra di carbonio che &egrave; cellula abitacolo, con l&#39;integrazione di un rollbar tubolare. Carrozzeria interamente in carbonio, come la SCR del 1978 &egrave; la fascia paraurti anteriore a dettare le differenze estetiche principali, nei condotti di raffreddamento dell&#39;impianto frenante. Le maniglie a filo con la carrozzeria, la coda con doppi terminali di scarico ovali, i grandi cerchi in lega, altri particolari che catturano l&#39;attenzione.  Porsche 911, prima visione sul progetto 992  Poi c&#39;&egrave; la sostanza, fatta dei 510 cavalli e 470 Nm espressi dal sei cilindri 4 litri, esuberanza assicurata tanto pi&ugrave; se il dato si legge abbinato ai 1.250 kg di massa complessiva. Il rigore old style impone la fedelt&agrave; al cambio manuale 6 marce, a coprire un allungo fino ai 320 km/h, punta velocistica massima di SCR. Pregiate sono anche le sospensioni, schema identico sui due assi: triangoli sovrapposti con puntone ad azionare gli ammortizzatori posti orizzontalmente. 

La nuova interpretazione di RUF del progetto SCR 2018 parte da motore da 4 litri. Tanta fibra di carbonio e prestazioni da supercar agile nel vestito anni Settanta

RUF SCR, 40 anni dopo sempre fedele al boxer aspirato

Trent&#39;anni fa, a Nard&ograve;, sfrecciava un fulmine giallo a oltre 340 orari. RUF rilancia al Salone di Ginevra la formula CTR e sfoggia un progetto curato dalla A alla Z, dalla progettazione alla realizzazione. Ne verranno prodotti 30 esemplari, a partire dal 2018, una supercar che richiama lo stile della CTR del 1987 proponendo un&#39;accoppiata unica: motore posteriore e telaio in fibra di carbonio. Sono serviti 5 anni di lavoro per svilupparlo, vestito da una carrozzeria anch&#39;essa in fibra di carbonio.&nbsp;  Anche la colorazione Yellow Bird riprende la tinta del 1987, dove, invece, l&#39;evoluzione tecnica ha preso il sopravvento - telaio e carrozzeria a parte - &egrave; nei gruppi ottici a led, anteriori e posteriori, nell&#39;impianto frenante, con dischi carboceramici ventilati e pinze a sei pompanti anteriormente, quattro pompanti dietro. Vanta un rapporto peso-potenza di 1,69 kg/cv, valore che pone la RUF CTR 2017 di diritto nel novero delle migliori proposte sul mercato. E&#39; frutto di una massa contenuta in 1.200 kg e di un propulsore boxer 6 cilindri, twin-turbo, da 3.6 litri, in grado di sviluppare 710 cavalli e 880 Nm, con lubrificazione a carter secco. Velocit&agrave; massima di 360 km/h, zero-cento inferiore ai 3&quot;5, bastano meno di 9&quot; invece per passare da 0 a 200 orari.   L&#39;elettronica &egrave; solo un ricordo, a partire dalla trasmissione, che sceglie un cambio manuale 6 marce e un differenziale posteriore autobloccante. Le sospensioni offrono uno schema a triangoli sovrapposti con push-rod, sia davanti che dietro. Gli interni possono definirsi spartani, c&#39;&egrave; l&#39;essenziale: sedili in fibra di carbonio rivestiti in pelle, abitacolo con ampio utilizzo di Alcantara sulla plancia, il volante, la leva del cambio, pedaliera in alluminio e nessuna concessione a particolari che non siano strettamente funzionali alla prestazione. Una gabbia in acciaio assicura la protezione necessaria in caso di incidente, acciaio che ritroviamo anche nelle strutture di assorbimento degli urti, sia davanti che dietro. 

Oltre 700 cavalli dal motore boxer, telaio e carrozzeria in fibra di carbonio. Progettata e realizzata da RUF, ne verranno prodotti 30 esemplari appena

RUF CTR 2017, a Ginevra 30 anni dopo la Yellow Bird

Un progetto curato interamente da RUF, dalla progettazione alla realizzazione. Arriva a 30 anni dalla prima CTR ed è la prima supercar a motore posteriore con telaio e carrozzeria in carbonio. Motore twin turbo boxer 3.6 litri, 710 cavalli e un rapporto peso-potenza di 1.69 kg/cv. Solo 30 gli esemplari destinati alla produzione, dal 2018

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