Dopo quasi 24 ore finisce lo sciopero dei benzinai. Fegica e Figisc Confcommercio hanno revocato la seconda giornata di sciopero &quot;a favore degli automobilisti non certo del governo&quot;. Cos&igrave; le due sigle dei gestori degli impianti di carburante hanno commentato, in una nota congiunta, lo stop e la riapertura delle proprie stazioni in tutta Italia.  Alle ore 19 di oggi, mercoled&igrave; 25 gennaio, torneranno attive le pompe presenti sulla rete ordinaria, mentre sulla rete autostradale il servizio sar&agrave; riprestinato alle ore 22. Un decisione presa dalle tre associazioni di categoria Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio, che fanno sapere che circa il 70 per cento dei 22mila distributori attivi nello Stivale ha aderito alla protesta iniziata ieri marted&igrave; 24 gennaio.  Sciopero benzinai, ha aderito l&#39;89%: ma i prezzi continuano a salire  La protesta continua  Fondamentale &egrave; stato l&#39;incontro tra i sindacati e il Governo, dopo un lungo tavolo di trattavive al ministero delle Imprese e del Made in Italy. &quot;La mobilitazione resta in piedi - ha detto presidente della Fegica Roberto Di Vincenzo al termine -. Pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il ministero che si &egrave; speso per diventare interlocutore propositivo, l&#39;incontro ha confermato il persistere di molte criticit&agrave;. Le proposte emendative avanzate dal governo al suo stesso decreto non rimuovono l&rsquo;intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltrech&eacute; chiaramente accusatori&quot;.&nbsp;  Il riferimento allude al Decreto Trasperenza e alla serie di misure intraprese sull&#39;aumento dei prezzi del carburante, tra cui il mancato prolungamento dello sconto sulle accise e l&#39;obbligo di esposizione del prezzo medio dei carburanti in ogni stazione di rifornimento, con l&rsquo;obiettivo di aumentare la trasparenza sui costi decisi dai distributori e contrastare eventuali speculazioni. Le associazioni dei distributori di carburante avevano per questo accusato il governo di una &quot;vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria&quot;.  La nota delle associazioni  Le modifiche proposte dalle tre associazioni di categoria per il momento non sono state accolte, come si legge nel comunicato congiunto: &quot;Anche quest&#39;ultimo ennesimo tentativo di rimediare ad una situazione ormai logora, non &egrave; riuscito ad evidenziare alcun elemento di concretezza che possa consentire anche solo di immaginare interventi sui gravissimi problemi del settore e di contenimento strutturale dei prezzi. Le proposte emendative avanzate dal Governo al suo stesso decreto non rimuovono l&#39;intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltrech&eacute; chiaramente accusatori&quot;.   Appare ormai chiaro, aggiungono, &quot;che ogni tentativo di consigliare al Governo ragionevolezza e concretezza non pu&ograve; o non vuole essere raccolto. Per questa ragione anche insistere nel proseguire nell&#39;azione di sciopero, utilizzata per ottenere ascolto dal Governo, non ha pi&ugrave; alcuna ragione di essere. Tanto pi&ugrave; che uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verit&agrave; dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, &egrave; stato abbondantemente raggiunto&quot;. I cittadini italiani, &quot;hanno perfettamente capito. &Egrave;, quindi, a loro, ai cittadini che i benzinai si rivolgono, non certo al Governo, revocando il secondo giorno di sciopero gi&agrave; proclamato, eliminando ogni possibile ulteriore disagio, a questo punto del tutto inutile. I distributori quindi riapriranno gi&agrave; da questa sera. Il confronto a questo punto si sposta in Parlamento dove i benzinai hanno gi&agrave; avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari perch&eacute; il testo del decreto cosiddetto trasparenza raccolga in sede di conversione le necessarie modifiche&quot;. 

Le associazioni di categoria annunciano l&#39;annullamento della protesta che sarebbe dovuta andare avanti fino a domani gioved&igrave; 26 gennaio, alle ore 22

Sciopero benzinai revocato: finisce lo stop di 48 ore

        Dopo un breve periodo di riduzione dei prezzi, i costi del carburante sono tornati alle stelle. E addirittura il gasolio &egrave; salito, nei valori medi, sopra i 2 euro al litro. Un rincaro, quello del Diesel, dovuto principalmente alla guerra russo-ucraina. Taglio accise: il Governo decide di prolungare fino al 17 ottobre Prezzi del carburante: le cifre Il prezzo medio della benzina in modalit&agrave; self &egrave; tornato sopra gli 1,7 euro, con i diversi marchi compresi tra 1,685 e 1,715 euro al litro, mentre il Diesel al self, come accennato, si posiziona a 1,872 euro al litro con le compagnie tra 1,861 e 1,893 euro al litro. I prezzi del GPL si posizionano invece tra 0,788 a 0,806 euro al litro, mentre il metano si piazza tra i 2,784 e i 3,392 euro/L. Senza sconto fiscale prezzi sopra i 2 euro Il rincaro preoccupa soprattutto in vista della scadenza, a fine mese, dello sconto fiscale, che toglie 30,4 centesimi al litro al prezzo pagato alla pompa. La misura potrebbe essere prorogata, ma attualmente, senza di essa, i prezzi di Diesel e benzina potrebbero superare i 2 euro al litro. Diesel alle stelle: il motivo Il motivo dell'aumento dei costi del Diesel va ricercato nella guerra in Ucraina. Attualmente, gli impianti di raffinazione europei sono concentrati sulla produzione di benzina e altri derivati del petrolio. La produzione del gasolio era invece prerogativa della Russia, che produce circa il 60% del fabbisogno europeo. Adesso, per&ograve;, per Mosca le esportazioni sono molto pi&ugrave; difficili a causa delle sanzioni. Senza dimenticare il price cap con il quale l'Europa potrebbe continuare ad acquistare gas dall'oleodotto russo. Cerchi un'auto nuova? Consulta il nuovo listino completo di Auto       

La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia impediscono l'attenuazione dei costi di benzina e gasolio: ecco i numeri attuali

Aumentano i prezzi del carburante: il Diesel supera i 2 euro al litro

        I prezzi della benzina continuano a preoccupare (nonostante il calo di questi giorni) ed &egrave; quindi necessario capire come fare per poter risparmiare il pi&ugrave; possibile quando si va a fare rifornimento. Andare a fare il pieno, infatti, pesa sempre di pi&ugrave; sulle tasche degli automobilisti, quindi da SOStariffe.it hanno elaborato una lista di suggerimenti per tagliare i consumi di carburante. Quali sono i trucchi? Eccoli qua. Allarme di Federmetano, il settore non ce la far&agrave; senza interventi radicali &nbsp; Lo stile di guida  Per risparmiare sul carburante serve una guida scorrevole e fluida. Per&nbsp;ridurre fino al 30% i consumi (in particolare se utilizziamo l&rsquo;auto soprattutto in citt&agrave;), &egrave;&nbsp;bene evitare brusche frenate e accelerazioni improvvise nel traffico. Mantenere un'andatura costante nella guida di tutti i giorni consente di ottimizzare i consumi, aumentando i chilometri di percorrenza. &nbsp; I limiti di velocit&agrave; in autostrada  Guidando in autostrada, riducendo la velocit&agrave; media di soli 10 km all'ora, passando ad esempio da 130 a 120 km/h &egrave; possibile risparmiare un litro di carburante ogni 100 chilometri. E con i prezzi attuali della benzina, il risparmio sulle lunghe percorrenze sar&agrave; significativo. &nbsp; Ridurre l&rsquo;aria condizionata  In estate, lo sappiamo, l&rsquo;aria condizionata &egrave; la salvezza quando si viaggia in auto. Ma tenere accesa l&rsquo;aria condizionata sempre pu&ograve; incidere molto sui consumi (per circa il 15%). Mentre un uso attento del climatizzatore consente di alleggerire la spesa. Per questo, ridurre la temperatura o il tempo di utilizzo, facendo qualche pausa, permette di ridurre di almeno il 5% i consumi complessivi. &nbsp; Spegnere il motore nelle brevi soste  Durante i vari tragitti, specialmente in citt&agrave;, pu&ograve; darsi di dover fare brevi soste. Un esempio? Quando siamo fermi al semaforo. In questi momenti, l&rsquo;auto continua a consumare. Perci&ograve; se il nostro veicolo non &egrave; dotato del sistema Start &amp; Stop (che garantisce un taglio del 10% dei consumi)&nbsp;&egrave; buona abitudine spegnere l'auto se ci fermiamo per pi&ugrave; di un minuto. Si pu&ograve; risparmiare, in questo modo, mezzo litro di benzina ogni 100 km di percorrenza. &nbsp; La pressione degli pneumatici  La pressione degli pneumatici va tenuta d&rsquo;occhio costantemente, soprattutto per la sicurezza di chi guida. Ma controllarla permette anche di risparmiare: circolare con una pressione pi&ugrave; bassa di soli 0,5 bar rispetto a quella ideale produce consumi extra del 5% e rispettare il livello corretto di pressione permette di consumare 0,25 litri di benzina in meno ogni 100 km. &nbsp; Cercare distributori pi&ugrave; economici  Sembra una banalit&agrave;, ma a volte siamo abituati a fare rifornimento al distributore sotto casa, che magari non &egrave; propriamente il pi&ugrave; economico. Sarebbe buona abitudine, invece, cercare distributori dove la benzina costa meno oppure quelli indipendenti (le cosiddette pompe bianche). E per chi non lo sapesse ci sono siti e app che ci aiutano a trovarli. &nbsp; Evitare un carico eccessivo  Quando si parte per le vacanze in auto, ci&ograve; non &egrave; possibile. Ma quando si viaggia per andare al lavoro o per spostamenti giornalieri, &egrave; bene non appesantire la vettura con carichi inutili: eliminando 50 kg di peso extra &egrave; possibile ridurre del 4% i consumi di carburante (se consideriamo un&rsquo;auto da 1200 kg). Cerchi un'auto usata? Guarda qui       

Con i prezzi ancora molto alti, arrivano alcuni suggerimenti utili per fare economia al momento del rifornimento: vediamo quali sono

Benzina troppo cara? Ecco 7 trucchi per risparmiare

Nuovo appuntamento con la rubrica Auto Speed Date con il Direttore di Auto Andrea Brambilla. Oggi approfondiamo il tema del caro benzina e di quanto impatta sulle vacanze estive degli automobilisti, con i prezzi aumentati vertiginosamente nonostante i tagli del Governo

Auto Speed Date: le vacanze estive "rovinate" dai prezzi di benzina e Diesel alle stelle

Il caro carburanti da mesi &egrave; una problematica in Italia che si cerca in tutti i modi di risolvere o quantomeno di tenere a bada. I prezzi sono alle stelle, gli aumenti continuano ad esserci nonostante i tagli delle accise, il che rende la situazione sempre pi&ugrave; preoccupante, oltre a gravare economicamente su ogni singola famiglia italiana. A riguardo si &egrave; espresso il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Secondo Giorgetti, l&rsquo;aumento dei prezzi di benzina &egrave; &ldquo;imputabile principalmente all&#39;aumento del prodotto raffinato mentre non risulta una significativa variazione del margine di distribuzione dei carburanti&rdquo;.  Valutazione ulteriore riduzione delle accise  Al Question time al Senato, il Ministro ha poi detto che ci sono &ldquo;elementi che inducono a ricondurre l&#39;innalzamento dei prezzi in misura assolutamente prevalente alla congiuntura dei mercati e alle misure restrittive all&#39;import di petrolio dalla Russia&quot;, per poi concludere dicendo il Mef &quot;potr&agrave; valutare un&#39;ulteriore riduzione delle accise&quot;, l&agrave; dove sar&agrave; possibile. Nel frattempo ci si augura che la benzina e il diesel non continuino la loro scalata verso prezzi sempre pi&ugrave; alti.  Cerchi un&#39;auto usata? Guarda il Listino/Annunci 

Il ministro dello Sviluppo economico pronto a valutare ulteriori riduzioni delle accise sulla benzina se i conti pubblici dello Stato lo permettono

Caro carburanti, Giorgetti studia un nuovo taglio dei prezzi

        Dopo i proclami, cominciano ad arrivare i fatti. Il Governo italiano ha finalmente deciso di intervenire per mettere un freno al costante aumento dei prezzi di benzina, Diesel, GPL e metano dell'ultimo periodo, acuito dalla guerra tra Russia e Ucraina. A darne conto stamattina durante un'informativa al Senato, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che si &egrave; espresso sul tanto auspicato taglio delle accise. Accise benzina, cosa sono e quanto pesano sul costo del pieno Per togliere le accise, l'IVA guadagnata con gli aumenti "Stiamo valutando l'ipotesi di praticare sui carburanti un'accisa mobile siccome c'&egrave; stato maggiore gettito IVA", ha spiegato Cingolani. Significa che il Governo ha quindi deciso di utilizzare gli introiti derivanti dall'IVA al 22% applicata ai carburanti per intervenire sulle tasse fisse alla pompa. Cingolani ha anche sottolineato l'impatto che non solo il petrolio, ma anche il gas hanno avuto sul rialzo dei costi, considerati i maggiori costi in capo alle raffinerie per trasformare il greggio in carburanti autotrazione. Diesel, meno disponibilit&agrave; Il Ministro si &egrave; poi soffermato sul gasolio, che nei giorni scorsi ha clamorosamente superato la benzina in termini di prezzo: Cingolani ha infatti riconosciuto "un'oggettiva diminuzione della disponibilit&agrave; di Diesel". Adesso, a tutti gli automobilisti italiani non resta che attendere gli effetti dell'intervento governativo. Benzina, quanto mi costi! La classifica dei prezzi alle stelle tra Italia e resto del mondo       

In un'informativa al Senato, il Ministro per la Transizione Ecologica ha confermato l'impegno per eliminare le tasse fisse e mettere un freno al costante aumento dei prezzi dei carburanti

Ufficiale, il Governo interviene per tagliare le accise: l'annuncio di Cingolani

Il caro benzina sta preoccupando e molto, con prezzi sempre pi&ugrave; alti che non accennano ad arrestarsi, anzi: sembra proprio che siano destinati a salire. Ad aggravare ulteriormente la faccenda, come tutti sanno, il conflitto in Ucraina che sta causando molti problemi agli automobilisti e alle case produttrici (addirittura&nbsp;Herbert Diess, a.d. del Gruppo&nbsp;Volkswagen, ha dichiarato che gli effetti della guerra potrebbero sviluppare conseguenze peggiori al blocco dettato dalla pandemia).  Insomma, un quadro piuttosto drammatico che porta paesi come il nostro a correre ai ripari. Gi&agrave; in questa settimana, infatti, il premier Draghi intende far approvare un taglio dei prezzi di benzina e diesel, ottenuto grazie all&#39;extragettito Iva. Ma se l&rsquo;Italia versa in questa preoccupante situazione, come va negli altri stati? Di base, la logica vuole che il prezzo di un bene sia pi&ugrave; basso dove questo viene prodotto. Nel caso della benzina e dei vari carburanti, quindi, ci sono situazione pi&ugrave; stabili in quelle zone in cui si estrae la materia, cio&egrave; il petrolio.  I prezzi pi&ugrave; bassi  E infatti andando a vedere quali sono i paesi dove la benzina costa di meno, non ci sorprende vedere Libia (0,030 euro/litro), Iran (0,047 euro/litro), Siria (0,291 euro/litro), Algeria (0,296 euro/litro), Angola (0,310 euro/litro), Kuwait (0,318 euro/litro). Anche se il prezzo pi&ugrave; basso ce lo ha il Venezuela con 0,023 euro/litro.  Nella fascia degli stati con prezzi ancora molto bassi ci sono poi la Russia con 0,291 euro/litro, Kazakhstan (0,369 euro/litro), Nigeria (0,369 euro/litro), Turkmenistan (0,396 euro/litro), Malaysia (0,452 euro/litro), Iraq (0,473 euro/litro), Bahrain (0,489 euro/litro), Bolivia (0,502 euro/litro), Qatar (0,531 euro/litro), Azerbaijan (0,542 euro/litro), Egitto (0,556 euro/litro), Arabia Saudita (0,572 euro/litro), Oman (0,572 euro/litro) e Colombia (0,575 euro/litro).  I prezzi pi&ugrave; alti  E la lista potrebbe continuare ancora a lungo. Sono infatti oltre 150 i paesi in cui benzina e carburante costano meno che in Italia, dove in base all&#39;elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 del 14 marzo 2022 comunicati dai gestori all&#39;Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalit&agrave; self era salito a 2,219 euro/litro.  Facendo un salto di circa 1,3 euro vediamo quali sono gli stati in cui i costi si avvicinano a quelli italiani, e in alcuni casi li superano. In questa fascia troviamo molti paesi europei tra cui Svizzera (1,871 euro/litro), Principato di Monaco (1,875 euro/litro), Gran Bretagna (1,879 euro/litro), Barbados (1,889 euro/litro), Portogallo (1,917 euro/litro), Francia (1,930 euro/litro), Grecia (1,944 euro/litro), Belgio (1,946 euro/litro), Italia (1,949 euro/litro), Estonia (1,949 euro/litro), Nuova Zelanda (1,953 euro/litro), Zimbabwe (1,983 euro/litro), Islanda (1,993 euro/litro), Germania (2,011 euro/litro), Singapore (2,021 euro/litro), Israele (2,035 euro/litro), Finlandia (2,060 euro/litro), Paesi bassi (2,105 euro/litro), Svezia (2,114 euro/litro), Liechtenstein (2,177 euro/litro), Danimarca (2,212 euro/litro), Norvegia (2,481 euro/litro). E dove la benzina costa di pi&ugrave; in assoluto? A Hong Kong, con 2,610 euro/litro.  Caro benzina, le 10 regole per risparmiare sul consumo di carburante  &nbsp;  &nbsp; 

La preoccupante situazione dei carburanti mette a dura prova tantissimi paesi: ecco dove costa meno e dove invece si raggiungono cifre altissime

Benzina, quanto mi costi! La classifica dei prezzi alle stelle tra Italia e resto del mondo

        La corsa al rialzo dei prezzi del carburante non si ferma, e ormai, in tutta Italia, benzina e gasolio si sono assestati su cifre ben superiori ai due euro al litro. Un fenomeno, quello del caro carburanti, che ha dato vita a proteste e scioperi, in particolare nel mondo dell'autotrasporto e della pesca, oltre che degli stessi gestori dei distributori. Nelle ultime settimane, in tutta Italia, si sono registrati numerosissimi furti di carburante: automobili e motocicli, ma anche mezzi da lavoro, distributori e cisterne vengono presi di mira dagli ignoti ladri di benzina e gasolio. Un giro d'affari illecito che vale miliardi, e che con ulteriori aumenti dei prezzi del carburante rischia di crescere ulteriormente a spese dei cittadini. Accise benzina, cosa sono e quanto pesano sul costo del pieno Benzina e gasolio, boom di furti I rincari delle ultime settimane hanno spinto al rialzo i prezzi dei carburanti, ormai da diversi giorni superiori ai due euro al litro. Secondo gli ultimi rilevamenti dell'Osservaprezzi del Mise, il prezzo medio nazionale della benzina al self service ha raggiunto quota 2,219 euro/litro, in linea con quello del gasolio che invece si attesta su 2,225 euro/litro. Prezzi che hanno spinto numerose categorie a protestare, ma che hanno anche fatto tornare in auge fenomeni che si credevano scomparsi o quasi, come i furti di carburante. Le segnalazioni riguardanti questo tipo di reato arrivano in gran numero dalla Capitale, ma nessuna parte d'Italia pu&ograve; dirsi veramente sicura. Gli obiettivi pi&ugrave; colpiti sono le automobili e i motorini parcheggiati in strada, ma pure mezzi da lavoro, inclusi quelli agricoli, distributori e serbatoi, tra cui anche quelli dei riscaldamenti a gasolio. Un giro d'affare illecito che secondo le stime vale miliardi, e che pesa notevolmente sulle tasche delle vittime: per effettuare il furto di carburante, infatti, i serbatoi e i tubi di alimentazione dei veicoli vengono spesso danneggiati, imponendo cos&igrave; ai proprietari riparazioni che possono costare centinaia di euro. Ma chi sono i ladri di carburante del 2022? Nei profili tracciati dalle forze dell'ordine, tra loro ci sarebbero anche persone non pi&ugrave; in grado di permettersi il pieno. Da ricordare che il furto di benzina e gasolio costituisce un reato contemplato dal codice penale, cos&igrave; come la ricettazione del carburante indebitamente sottratto. Caro benzina, le 10 regole per risparmiare sul consumo di carburante       

I prezzi sempre pi&ugrave; elevati di benzina e gasolio hanno fatto tornare in auge il fenomeno dei furti di carburante

Caro benzina, in Italia è boom di furti di carburante

I prezzi dei carburanti in continuo rialzo (soprattutto adesso con lo scoppio del conflitto russo-ucraino) da un lato, la voglia di guidare dall&#39;altra: non ci sono crisi che tengano, ci sar&agrave; sempre qualcuno desideroso di acquistare una nuova auto. E quando lo fanno, guardano a tutti i vari costi, non solo d&#39;acquisto, ma anche quelli relativi a manutenzione e carburante. Uno dei criteri su cui si basa la scelta dell&#39;automobilista &egrave; il consumo di benzina.  Top 10 auto che consumano meno: le utilitarie che fanno risparmiare sulla benzina  Dopo aver analizzato le dieci utilitarie che riescono a far risparmiare qualcosa in termini di benzina, passiamo ai SUV, uno dei segmenti pi&ugrave; floridi del mercato. Sono tanti coloro che scelgono questo tipo di veicoli, giusto compromesso fra prestazioni e dimensioni maggiorate, con qualche linea da coup&eacute; che riesce ad attrarre tanti appassionati, ma abbastanza capienti da trasportare tutta la famiglia. Vediamo quindi quali sono i 10 SUV disponibili in Italia che consumano meno benzina. Dato che molti di essi condividono le stesse cifre relative al ciclo combinato WLTP, in tal caso la classifica &egrave; stata redatta tenendo conto del ciclo urbano ed extraurbano.  Centro Prove, i 10 Suv plug-in hybrid che consumano di meno  &nbsp;  10. OPEL GRANDLAND X    Al decimo posto (ma con consumi per nulla eccessivi...) troviamo Grandland X di Opel. Proposto con un 1.2 da 130 cv, in citt&agrave; consuma 6,1 litri ogni 100 km, numero un po&#39; alto, ma nel ciclo extraurbano la tedesca &quot;si fa perdonare&quot; con un buon 4,9 L/100 km. Il ciclo combinato da 5,3 L gli fa guadagnare la decima piazza.  &nbsp;  9. SUZUKI S-CROSS    Il ciclo combinato da 5,3 L ogni 100 km caratterizza in realt&agrave; tutte le posizioni dalla decima alla settima. E quindi anche Suzuki S-Cross. Che rispetto a Opel Grandland X consuma leggermente di pi&ugrave; in citt&agrave; (6,2 L), ma meno fuori: 4,7 L. Il motore a benzina &egrave; un 1.0 Boosterjet.  &nbsp;  8. NISSAN QASHQAI    Ottavo posto per uno dei modelli pi&ugrave; famosi di sempre nel segmento, e il pi&ugrave; venduto in assoluto. La versione a benzina di Nissan Qashqai monta un 1.3 da 140 cv, in citt&agrave; consuma 6,6 L. Altra musica in ciclo extraurbano: 4,5 L.  &nbsp;  7. CITROEN C5 AIRCROSS    Altro best-seller, il C5 Aircross di Citroen monta un 1.2 PureTech da 130 cv. Rispetto a Qashqai, consuma di pi&ugrave; fuori citt&agrave; (4,8 L), ma nettamente meno durante la guida urbana: 6,1 L.  &nbsp;  6. PEUGEOT 3008    Un buon compromesso lo offre anche nuova Peugeot 3008, che consuma gi&agrave; meno di tutti i modelli finora citati. Il suo PureTech Turbo da 130 cv arriva a quota 6,1 L/100 km in ciclo urbano e 4,7 L/100 km extraurbano, per un combinato di 5,2 L.  &nbsp;  5. VOLKSWAGEN T-CROSS    A met&agrave; classifica si piazza Volkswagen T-Cross. E rispetto alle auto precedenti, siamo gi&agrave; su un altro pianeta. Il suo &quot;mille&quot; TSI da 95 e 110 cv consuma 5,9 L in citt&agrave; e un bassissimo 4,4 L fuori: i dati combinati propongono un convincente 4,9 L/100 km.  &nbsp;  4. SEAT ARONA    Stesso risultato per Seat Arona. Il SUV compatto spagnolo &egrave; quello con il motore dalla cilindrata, un 1.5 da 150 cv, ma i consumi sono bassi: 6,1 L in ciclo urbano, addirittura 4,2 L in quello extraurbano.  &nbsp;  3. CITROEN C3 AIRCROSS    Arriviamo al podio. La medaglia di bronzo se la prende l&#39;altro SUV della gamma Aircross di Citroen. C3 ha lo stesso motore di C5 ma con potenza minore (110 cv), cos&igrave; come sono minori i consumi: 5,9 L in citt&agrave;, 4,2 L fuori.  &nbsp;  2. DS3 CROSSBACK    Al secondo posto un&#39;auto che fa ancora meglio, DS3 Crossback. Il modello francese &egrave; spinto da diversi motori a benzina, il pi&ugrave; efficiente &egrave; il 3 cilindri 1.2 PureTech da 100 cv. Il consumo in citt&agrave; &egrave; bassissimo, 5,6 L ogni 100 km, extraurbano siamo a quota 4,2 L. Il ciclo combinato &egrave; quindi 4,7 L. Numeri da utilitaria.  &nbsp;  1. OPEL CROSSLAND X    Ma il SUV che consuma meno di tutti &egrave; Opel Crossland X. Che in realt&agrave; presenta un ciclo combinato identico a quello della DS3, 4,7 L. Ma il B-SUV tedesco e il suo 1.2 da 110 cv, nonostante in ciclo extraurbano consumi leggermente di pi&ugrave; rispetto a Crossback (4,3 L), vanta un consumo urbano irrisorio: 5,4 L/100 km. Difficile trovare di meglio in un SUV. 

Compatti e medi, ecco gli Sport Utility Vehicle che offrono un ottimo rapporto tra consumo urbano ed extraurbano, salvando anche il portafogli

Caro benzina, i 10 SUV che consumano meno e fanno risparmiare

        La scorsa settimana il prezzo medio alla pompa della benzina, secondo i dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico, &egrave; stato di 1,449 con un calo dello 0,7% rispetto alla settimana precedente. Per il gasolio auto il prezzo medio &egrave; stato di 1,304 (-0,3% sulla settimana precedente).  Questi cali si inseriscono in una&nbsp;tendenza positiva per gli automonilisti&nbsp;delineatasi all&rsquo;inizio di giugno dopo che il prezzo della benzina era salito a 1,484 euro e quello del gasolio a 1,321 euro. Rispetto a questi ultimi prezzi nella settimana scorsa la&nbsp;benzina&nbsp;ha fatto registrare un&nbsp;calo del 2,4%&nbsp;e&nbsp;il&nbsp;gasolio dell&rsquo;1,3%.&ldquo;E&rsquo; lecito prevedere - afferma Gian Primo Quagliano presidente del&nbsp;Centro Studi Promotor&nbsp;- che l&rsquo;andamento positivo del costo per gli automobilisti dei carburanti auto continuer&agrave; e quindi quella che stiamo vivendo sar&agrave; una&nbsp;estate in controtendenza rispetto al passato&rdquo;.&nbsp;  Generalmente infatti l&rsquo;aumento dei consumi legato al maggior traffico per le vacanze ha sempre determinato una crescita dei prezzi alla pompa. Nell&rsquo;estate 2016 non sar&agrave; per&ograve; cos&igrave; perch&eacute; a livello mondiale le scorte di benzina e gasolio hanno raggiunto una consistenza tanto elevata che&nbsp;quantit&agrave; rilevanti di questi carburanti&nbsp;vengono&nbsp;stoccat iaddirittura a&nbsp;bordo di petroliere&nbsp;costrette ovviamente a rimanere alla fonda.L&rsquo;estate 2016 per gli italiani sar&agrave; caratterizzata da un calo della spesa per l&rsquo;acquisto di carburanti che si sommer&agrave; ai benefici derivanti dal fatto che, anche su tutto l&rsquo;arco del primo semestre, i prezzi medi ponderati di benzina e gasolio sono nettamente inferiori a quelli del primo semestre 2015. Per la benzina vi &egrave; infatti un calo del 9% che sale al 10,6% per il gasolio. Ovviamente questa situazione influisce sulla spesa.  Secondo le elaborazioni del Centro&nbsp;nel&nbsp;gennaio-giugno 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, i consumi di benzina e gasolio auto sono stati in lievissimo calo (-0,2%), ma vi &egrave; stata una contrazione della spesa alla pompa molto pi&ugrave; consistente (-12,4%) con un&nbsp;risparmio per consumatori e imprese italiani di ben 3,439 miliardi&nbsp;a danno soprattutto della componente industriale (-26,4%) e in misura pi&ugrave; contenuta del gettito erariale (-3,8%).       

Nonostante il previsto aumento del traffico. L'analisi del Centro Studi Promotor

Vacanze senza caro benzina e diesel

Il record si era toccato a settembre 2012 col governo Monti: ben 2 euro per ogni litro di benzina. Prezzo raggiunto in molti distributori urbani e superato in autostrada. Oggi siamo ridiscesi a 1,738 euro (quotazione ufficiale del ministero Sviluppo a fine aprile). Nel frattempo, per&ograve;, c&rsquo;&egrave; stata una spudorata rincorsa dei contabili del governo a raschiare il raschiabile dal barile (e dalle tasche degli automobilisti), aumentando Iva e accise in maniera vertiginosa. Davvero un bello spettacolo Lo stillicidio era iniziato a giugno 2011 con una sberla di 4 centesimi al litro, per finanziare... lo sbarco degli immigrati. Solo un mese dopo, l&rsquo;Iva sale di un punto, dal 20 al 21%, cio&egrave; un aumento del 5%. Contemporaneamente viene concesso un secondo finanziamento (il primo era ad aprile dello stesso anno) al fondo per lo spettacolo di 0,19 centesimi/litro. Nel novembre 2011, l&rsquo;alluvione della Lunigiana (chi se la ricorda?) era stata compensata e immortalata con 0,89 centesimi al litro. Ma, un mese dopo, il decreto Salva Italia pretendeva 10 volte di pi&ugrave; (8,21 centesimi/litro), che per il gasolio diventavano 13 volte di pi&ugrave; (11,21 centesimi di euro). Quindi si passa al 2012, col terremoto dell&rsquo;Emilia, ricordato ai posteri con 2 centesimi/litro. Ad agosto dello stesso anno, altro aumento di 0,42 centesimi per accontentare la richiesta di un bonus per i gestori delle pompe, assieme a un pi&ugrave; giustificato provvedimento di riduzione delle imposte per i cittadini dell&rsquo;Aquila.  A ottobre dell&rsquo;anno sorso scatta un altro punto di Iva, che sale al 22%, seguito il 1&deg; marzo di quest&rsquo;anno da un aumento dell&rsquo;accisa di 0,24 centesimi/l, ufficialmente descritto dalla burocrazia come &ldquo;disposizioni urgenti per il rilancio della economia&rdquo;. Non &egrave; finita. C&rsquo;&egrave; una spada di Damocle all&rsquo;orizzonte, per quanto riguarda le accise: sono le clausole di salvaguardia previste dal Decreto Legge sull&rsquo;IMU e dalla Legge di stabilit&agrave; per il 2014, un vero e proprio impegno di fronte alla Unione Europea, che nel corso dei prossimi 3-4 anni potrebbe obbligare ad aumenti fino a 6 centesimi al litro. In definitiva, oggi, l&rsquo;accisa sulla benzina &egrave; pari a 0,7308 euro/litro, cui va aggiunto il 22% di Iva sulla somma del costo industriale pi&ugrave; l&rsquo;accisa, per una imposta totale di 1,044 euro al litro: una tassa sulla tassa che porta il Fisco a guadagnare pi&ugrave; di un euro per ogni litro di benzina venduta. Postilla: per ogni centesimo di aumento dell&rsquo;accisa, il prezzo finale sale di 1,22 centesimi. Per la stessa ragione, ad ogni aumento del prezzo internazionale del greggio, l&rsquo;Erario percepisce la mancia, ovvero una manciata di centesimi per la nuova Iva. Il ministro delle Finanze fa finta di piangere, ma in realt&agrave; si stropiccia le mani.   All&rsquo;automobilista non far sapere&hellip; Nonostante due aumenti dell&rsquo;Iva e sei incrementi delle accise, oggi il prezzo alla pompa &egrave; inferiore di 0,27 euro&nbsp;a quello record del settembre 2012. Non era mai successo prima. Come si spiega un calo cos&igrave; vistoso?  Fattori oggettivi:  1) il prezzo internazionale del greggio (Platt&rsquo;s) &egrave; sceso da 0,665 euro/litro (quando il barile aveva sfiorato i 115 dollari) a 0,541 euro di oggi;  2) il costo industriale della benzina &egrave; diminuito da 0,818 euro/l a 0,674 di oggi;  3) la vendita di carburanti autotrazione &egrave; crollata di oltre il 30% rispetto a cinque anni fa.  Fattori soggettivi:  1) sono calati i margini delle compagnie;  2) la raffinazione &egrave; in netta perdita;  3) la riduzione dei consumi (del 30%) ha provocato mancanza di liquidit&agrave; nel settore petrolifero;  4) molti distributori preferiscono restituire il mandato e percepire l&rsquo;indennit&agrave; di chiusura;  5) perfino alcune stazioni autostradali chiudono per convenienza economica.  Non ci credete? Allora, ha gi&agrave; chiuso una stazione a Varazze sull&rsquo;autostrada dei Fiori (A10) e sono una decina i distributori in fibrillazione sull&rsquo;Autobrennero (A22). Non rendono pi&ugrave; come una volta, nonostante impieghino manodopera extracomunitaria, nonostante il flusso di turisti, nonostante il traffico merci con l&rsquo;Austria. Ma proprio la vicinanza con l&rsquo;Austria (e la Francia per l&rsquo;Autofiori) mettono in risalto l&rsquo;eccessiva tassazione fiscale italiana e rendono conveniente fare qualche km in pi&ugrave; per rifornirsi oltreconfine, per chi esce. O percorrere i primi 800 km d&rsquo;Italia col pieno appena fatto all&rsquo;estero. Se poi aggiungiamo che il concessionario autostradale fa la cresta (oltre 2 centesimi) su ogni litro di carburante venduto, ecco che pochi si fermano al distributore e solo chi sta per rimanere a secco accetta di farsi spremere. Autolesionismo Sembra una malattia congenita dei matematici che effettuano calcoli e previsioni nei vari ministeri: non c&rsquo;&egrave; legge o misura fiscale che rispetti il gettito d&rsquo;entrata, ma quel che &egrave; peggio alcuni provvedimenti si trasformano in perdite economiche impreviste. Per esempio, tassare i carburanti molto pi&ugrave; di quanto facciano i Paesi vicini rende asfittici i distributori nelle zone di confine, fa crescere gli appetiti dei grandi evasori di accise che giocano a nascondino con la Guardia di Finanza, incrementa la miscelazione fraudolenta di solventi esausti nelle benzine, incentiva la produzione di trucchi pi&ugrave; o meno elettronici per imbrogliare la quantit&agrave; erogata dalla pompa, suggerisce dove e come si possono intascare accise al posto dello Stato. Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: per non indurre in tentazione gli automobilisti che abitano vicino ai confini, il politico di turno chiede e ottiene leggi che istituiscono zone franche e regalano coupon per acquistare benzina con lo sconto. Cos&igrave; nasce il commercio, florido e perfettamente lecito, di carburanti che non pagano le accise che gravano su tutti gli altri. Livigno &egrave; una di quelle ricche localit&agrave; che gode di tali vantaggi. E che obbliga le Fiamme Gialle a rincorrere gli abusi, a spendere altri soldi, a fare buchi nell&rsquo;acqua. E poi c&rsquo;&egrave; l&rsquo;autolesionismo suggerito dal fanatismo verde. I gas sono ecologici? No, sono come gli altri combustibili fossili, bruciano un po&rsquo; meglio di gasolio e di benzina perch&eacute; sono formati solo da una o da due molecole, ma l&rsquo;adozione della marmitta catalitica ha livellato la perniciosit&agrave; dei gas di scarico. Ma nessuno se la sente di interrompere il buonismo cominciato molti anni fa, che privilegia fiscalmente GPL e metano impiegati nell&rsquo;autotrazione. E allora si incentiva la vendita di questi gas e dei modelli che li impiegano. Che nel corso della loro vita eviteranno accuratamente di contribuire con un euro ai costi dello Stato. Basti dire che la accisa che grava sul GPL &egrave; un quarto di quella che grava sulla benzina (a parit&agrave; di potere calorifico), ma quella che grava sul metano (sempre a parit&agrave; di contenuto energetico) &egrave; addirittura 250 volte meno. Per comprendere meglio il favoritismo di cui gode il metano usato nell&rsquo;autotrazione segnaliamo che chi lo usa per riscaldarsi e per cucinare paga un&rsquo;accisa che &egrave; 50 volte maggiore. Senza parlare degli incentivi che Stato e Regioni erogano a fondo perduto per l&rsquo;acquisto dei modelli a metano.   I prezzi sono miei e li gestisco io Nel Mirino del mese scorso abbiamo pubblicato una foto dei benzacartelloni, sottolineando ancora una volta la vergogna di una iniziativa che finisce col prendere in giro chi l&rsquo;ha pensata (Bersani), gli automobilisti cui doveva servire e la seriet&agrave; del Paese intero. Chi ha scritto la norma che ha seppellito gli alti totem presenti in ciascuna stazione di servizio (grandi, utili, leggibili), per sostituirli con tabelloni di difficile lettura e comprensione, posizionati a caso sulle autostrade, costantemente nascosti alla vista dai Tir che ingombrano la prima corsia e perdippi&ugrave; sempre zeppi di &ldquo;NP&rdquo; (non pervenuto), si &egrave; dimenticato volutamente di prevedere una sanzione per gli inadempienti. C&rsquo;&egrave; un seguito. Dal 16 settembre scorso i gestori delle 24.000 stazioni di servizio sono obbligati a trasmettere settimanalmente al ministero dello Sviluppo economico i prezzi praticati e, se non lo fanno, scatta una sanzione pecuniaria. Ma attualmente oltre 7.000 impianti dimenticano tale incombenza e addirittura non figurano neppure fra gli impianti registrati. E allora, timidamente, &egrave; stata comminata qualche sanzione. Sapete cosa &egrave; successo? Le federazioni dei benzinai hanno scritto al ministero chiedendo di eliminare l&rsquo;obbligo di comunicare ogni settimana i prezzi praticati quando non ci sono state variazioni nei listini. Ma la verit&agrave; &egrave; che &ndash; a parte chi non li comunica affatto &ndash; spesso quelli che lo fanno, usano messaggi in codice per mimetizzare il vero prezzo. I benzacartelloni ne sono un esempio, per il quale non c&rsquo;&egrave; neppure la sanzione. Bene, il ministero ha risposto che vuole conoscere tutte le settimane i prezzi praticati in ogni stazione e che li pubblicher&agrave; sul web, a disposizione di tutti. Finir&agrave; che dovremo guidare con internet sulla plancia? Tsunami in arrivo La conoscenza dei prezzi &egrave; alla base del libero mercato. La concorrenza &egrave; valida solo se i prezzi sono veri, pubblicati, aggiornati. Finalmente gli automobilisti vedono differenze di prezzo fra una stazione e l&rsquo;altra che toccano anche 0,16 euro, che una volta erano 300 lire. Impensabile nel passato. Ma la concorrenza diventer&agrave; ancor pi&ugrave; importante quando i periodici rincari del Brent, il rialzo del dollaro, le crisi internazionali, le clausole di salvaguardia, la fine della nostra crisi economica, riprenderanno il sopravvento e divoreranno in pochi mesi l&rsquo;attuale stato di finto benessere dei prezzi petroliferi. Con tutta probabilit&agrave; il prezzo della benzina schizzer&agrave; facilmente sopra i 2 euro. Non sappiamo quando, ma dobbiamo aspettarcelo. E per non dare un&rsquo;altra mazzata ai consumi e agli introiti fiscali, il Governo dovr&agrave; essere pronto a ridurre di conseguenza le accise pi&ugrave; care del mondo.  Enrico De Vita  &nbsp;

Da molti mesi il costo scende, nonostante l&rsquo;aumento delle accise e dell&rsquo;Iva: ma quando l&rsquo;economia ripartir&agrave; saranno dolori 

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