        Non ci sono pi&ugrave; auto italiane in giro: dove sono finite? Perch&eacute; gli italiani non usano pi&ugrave; vetture Made in Italy? O, ancora, perch&eacute; le vetture italiane in circolazione sono spesso datate? A sollevare il discorso, per non dire la polemica, &egrave; proprio Flavio Briatore, che in viaggio verso Forte dei Marmi ha voluto registrare un video postato poi su Instagram in cui esponeva tutto il suo disappunto sulla questione. Le parole di Briatore sulle auto italiane &ldquo;Stiamo andando a Forte dei Marmi e una cosa che notavo &egrave; che non vedi una macchina italiana. La Fiat non esiste pi&ugrave;, non ci sono macchine se non qualche vecchia carretta di vent&rsquo;anni fa. Vedi solo Mercedes, Audi, Dacia&hellip; Non capisco come mai. Notavamo questo. Non ci sono pi&ugrave; macchine italiane. Sembra che la produzione Fiat&hellip; A parte che non hanno modelli, credo che il modello di punta sia la Panda&rdquo;, sono queste le parole, o meglio la riflessione, dell'imprenditore e dirigente sportivo. Le 5 auto pi&ugrave; economiche in Italia nel 2023         

L'imprenditore ha reso pubblica sul suo profilo social una riflessione sullo stato attuale del settore automobilistico del Belpaese: "Non ci sono pi&ugrave; macchine italiane"

Briatore, l'affondo sulle auto italiane: "Fiat non esiste più"

Il capo designer del Cavallino spiega nel dettaglio lo stile e le caratteristiche della nuova supercar da 1.030 cv

Ferrari, Flavio Manzoni racconta la SF90 XX Stradale

Spunta un annuncio molto paricoalre su Autoscout24. C&#39;&egrave; una Rolls Royce in vendita, ma non una qualunque, quella appartenuta a Flavio Briatore, l&#39;imprenditore ex team manager di F1 e campione del mondo con Schumacher e la Benetton

Briatore dice addio alla sua Rolls Royce Ghost: prezzo da capogiro

        Della Ferrari Purosangue, il primo Suv-sportscar di Maranello, sappiamo quasi tutto. Ormai ci &egrave; familiare il design da crossover rialzato, l&rsquo;abitacolo a quattro posti e l&rsquo;impiego del leggendario V12 aspirato. Ma ci sono tre segreti nel progetto di questa vettura che non sono ancora stati chiariti in profondit&agrave;. Tre esclusive assolute. Che non si erano mai viste prima d&rsquo;ora su una Ferrari. E che rendono quest&rsquo;auto unica, originalissima e davvero speciale. Tanto da giustificarne il prezzo stratosferico di 390mila euro. Tre segreti che vale la pena approfondire in dettaglio perch&eacute; sono un indizio per capire quanto abbiano lavorato i progettisti per affrontare e risolvere problematiche per loro nuove. Perch&eacute; mai prima la Ferrari aveva dovuto costruire un&rsquo;auto cos&igrave; fuori dai propri schemi: alta, pesante e di grandi dimensioni. Ferrari Purosangue vs Lamborghini Urus: dati e soluzioni a confronto 1&deg; segreto: design e interni Il primo segreto riguarda alcune soluzioni originali adottate nel design di esterni e interni. Lo spiega bene Flavio Manzoni, capo dello stile Ferrari: &ldquo;Il Purosangue &egrave; la Ferrari pi&ugrave; grande che abbiamo mai disegnato: &egrave; lungo 4,97 metri, ma soprattutto &egrave; alto 1,6 metri, mentre tutte le nostre berlinette non superano il metro e trenta centimetri di altezza. Perci&ograve; abbiamo dovuto lavorare su proporzioni nuove. Questo ci ha spinto a cercare soluzioni inedite per risolvere le sfide. La cosa pi&ugrave; difficile da fare &egrave; stata cercare di mantenere la cabina molto compatta nonostante il grande spazio per gli occupanti che dovevamo ricavare. Il progetto di partenza era di costruire un&rsquo;automobile versatile e con grande abitabilit&agrave; per quattro persone. E soprattutto garantire un&rsquo;entrata e un&rsquo;uscita comoda per i passeggeri posteriori...&rdquo; Leggi il servizio completo sul nuovo numero di Auto in edicola dal 15 novembre. Clicca qui per leggere l'edizione digitale.        

Abbiamo chiesto a Flavio Manzoni, capo dello stile Ferrari, di raccontarci i segreti della nuova Purosangue: il servizio completo &egrave; sul nuovo numero di Auto in edicola dal 15 novembre

Sul nuovo numero di Auto: Ferrari Purosangue, i 3 segreti del super Suv

        Una macchina di dimensioni medie che si ponga a met&agrave; nel percorso che va dalla piccola Appia alla grande Flaminia: &egrave; la caratteristica che ai vertici della Lancia chiedono alla fine degli anni Cinquanta per una nuova vettura da presentare al Salone di casa, a Torino, del 1960. Nel nostro listino auto usate, tante occasioni da non perdere a portata di click! L'Italia &egrave; uscita dal secondo dopoguerra rilanciando la propria economia, siamo agli albori del boom economico che esploder&agrave; negli anni '60, le auto sono diventate parte integrante della vita degli italiani, fenomeno di costume a cui Lancia non pu&ograve; non partecipare. Il Marchio &egrave; appena passato sotto la direzione di Carlo Pesenti, amministratore del gruppo Italcementi, che vuole sviluppare la nuova berlina richiesta dal mercato sfruttando innovazioni tecnologiche sino a quel momento mai viste nel campo dell'automotive italiano. Per farlo, affida il compito all'ingegnere Antonio Fessia, che in Fiat non era riuscito a sviluppare le idee rivoluzionarie che aveva gi&agrave; sperimentato alla fine degli anni '40 con il prototipo Cemsa Caproni F.11, idee riassumibili in due elementi: motore 4 cilindri e trazione anteriore. Lancia Fulvia Coup&eacute;: la sua storia IL PRIMO BOXER LANCIA E LE ALTRE NOVIT&agrave; TECNICHE E alla fine, &egrave; un quattro cilindri il motore che viene montato sulla nuova macchina, che mantenendo la tradizione di adottare nomi di strade consolari dell'Antica Roma, prende il nome di Flavia.  Ma non &egrave; solo il propulsore in alluminio da 1.5 litri il protagonista tecnico della berlina, che conferma la trazione anteriore. Le caratteristiche, inusuali per l'epoca, sono diverse: il telaio a scocca portante e non pi&ugrave; scatolato, l'impianto frenante a doppio circuito idraulico e dischi a tutte e quattro le ruote, lo schema specifico delle sospensioni indipendenti. Unica "pecca" sono i soli 78 cavalli erogati dal motore - il primo boxer della storia Lancia -, giustificati tuttavia dal fatto che la macchina &egrave; alla fin dei conti una vettura per la famiglia. COMODA E PRATICA E lo fa intendere il design e le caratteristiche interne. Lancia Flavia &egrave; sobria fuori e comoda dentro, ma soprattutto con uno spazio ampio a sufficienza per contenere fino a sei passeggeri. Costruita con materiali di qualit&agrave; e un livello di finiture eccelso, si dimostra anche molto affidabile e pratica alla guida. Nonostante il prezzo leggermente pi&ugrave; elevato rispetto alle concorrenti di mercato, il successo commerciale &egrave; ottimo. Lancia Ypsilon, tra serie speciali e ibrido TRE CARROZZERIE PER TRE VARIANTI Le successive serie non tardano ad arrivare. Una delle prime, e pi&ugrave; note, &egrave; la cosiddetta "1.8 Iniezione", che alza la cilindrata (e i cavalli) e aggiunge l'iniezione meccanica. Ma le versioni alternative sono tre, ognuna realizzata in collaborazione con le pi&ugrave; prestigiose Carrozzerie italiane: Pininfarina firma la Coup&eacute; (che potr&agrave; vantare anche una breve ma significativa carriera sportiva), Zagato &egrave; artefice della Sport e Vignale la trasforma in cabriolet per la Convertibile. Lancia Flavia copre tutti gli anni Sessanta, terminando ufficialmente la produzione nel 1971. Seguir&agrave; la 2000, quest'ultima considerata da alcuni un'ulteriore generazione di Flavia, ma in realt&agrave; modello a parte. Anche Flavia entra quindi a far parte della schiera di Lancia storiche, protagonista dei tempi in cui scegliere un modello del Marchio torinese era una priorit&agrave;. La gamma Lancia: consulta il listino completo!       

La berlina Lancia degli anni Sessanta convinse gli italiani grazie al comfort e al piacere di guida, per un successo dovuto anche alle innovazioni tecniche che la caratterizzarono

Lancia Flavia: la sua storia

Gli anni Sessanta di Lancia hanno visto protagonista la berlina caratterizzata da comfort e praticità alla guida, realizzata con innovazioni tecnologiche e meccaniche inusuali per l'epoca in cui venne prodotta. Trazione anteriore, era spinta dal primo boxer della storia del Marchio, a quattro cilindri, frutto delle idee dell'ingegner Antonio Fessia

Lancia Flavia FOTO

2 ottobre, Porto Mantovano. Sono le coordinate dell'Autostyle Design Competition 2015, kermesse dedicata ai temi del design in campo automotive, all'interno della quale si premier&agrave; il vincitore del Concorso Internazionale Versioni Speciali, riservato alle giovani promesse del settore. Un'occasione per dare uno sguardo alle "variazioni sul tema" di concept car e prodotti di serie, giudicati da un parterre di personaggi di primo piano nel campo del design automobilistico. Nella cornice di Villa di Bagno ci sar&agrave; spazio anche per le auto esposte, tra le quali spiccano le proposte Alfa Romeo, con la nuova Giulia e la 4C Spider portate come emblema di equilibrio stilistico e proporzioni perfette.  La kermesse offrir&agrave; un ricco calendario di workshop con i massimi esponenti del settore. Tra questi  Inna Kondakova, Chief designer interiors Alfa Romeo, e Alessandro Maccolini, Chief designer exteriors Alfa Romeo, che accompagneranno gli ospiti alla scoperta della nuova Giulia. La commissione che valuter&agrave; i lavori degli studenti sar&agrave; composta da Alessandro Maccolini (Alfa Romeo), Klemens Rossnagel (Audi), Silvia Baruffaldi (Auto&amp;Design), Roberto Giolito (FCA), Flavio Manzoni (Ferrari), Claudio Messale (Ford), Filippo Perini (Lamborghini), Anna Costamagna (Peugeot Citro&euml;n), Wolfgang Egger (Volkswagen Konzern Design) e Robin Page (Volvo).  A contendersi il premio, invece, saranno Luca Antonioli, Pan Dai, Lorenzo Farina, tutti impegnati nella rielaborazione di Lamborghini Asterion e Suzuki iM-4. Hanno scelto Nissan Sway e Bentley EXP10 Tom Henwood, Fabiana Safa e Quentin Chatillon. All'opera su Fiat 500X e Bentley EXP10 sia Andrea Signorini che Hosan Sang e Xingyu Yang. "Muse" ispiratrici di Alexander Krupa e Gareth Rees sono state Lamborghini Asterion e Toyota C-HR.  Fabiano Polimeni

Oltre al Concorso Internazionale Versioni Speciali, workshop  con personaggi come Manzoni, Giolito e Maccolini

Autostyle Design Competition 2015 premia i designer di domani

Fa un certo effetto pensare che il responsabile del Design Ferrari, al quale &egrave; affidato il compito di disegnare le GT pi&ugrave; famose nel mondo, abbia lavorato negli anni &lsquo;80 nella... redazione di Auto. Eppure &egrave; cos&igrave;: Flavio Manzoni, 50 anni, laureato in architettura con una tesi in Disegno Industriale, ha mosso i primi passi come nostro collega.  Nel 1985, anno in cui la neonata rivista stava muovendo i primi passi prima di diventare un fenomeno editoriale, frequentava la nostra redazione un ragazzo sardo (Manzoni &egrave; nato a Nuoro) destinato a diventare un vero talento del mondo del design automobilistico. Manzoni, all&rsquo;epoca, studiava Architettura all&rsquo;Universit&agrave; di Firenze: per diletto si divertiva a disegnare su fogli sparsi bozzetti di automobili, come fanno tanti ragazzi in una pausa dallo studio. Sognava per&ograve; di poterlo fare, un giorno, per una Casa automobilistica. Un pomeriggio, il futuro laureando ha ricevuto una telefonata che gli avrebbe cambiato la vita. Come lui stesso racconta con parole che sono un mix di nostalgia e sincero orgoglio: &ldquo;Mi cerc&ograve; Mario Simoni, all&rsquo;epoca responsabile della rubrica che Auto aveva ideato per prefigurare automobili future. In pratica mi venne chiesto di anticipare ogni mese, con uno o pi&ugrave; disegni, un modello che sarebbe uscito di l&igrave;&rsquo; a poco sul mercato. Mi disse, Simoni: ti faremo avere foto-spia scattate a prototipi ancora camuffati&nbsp;e ti forniremo le altre informazioni. Tu immaginerai il resto... Toccavo il cielo con un dito. Iniziavo, tornando a casa in treno, a immaginare quell&rsquo;auto ancora ignota nella sua forma definitiva. Utilizzavo varie tecniche di disegno, dall&rsquo;acrilico all&rsquo;aerografo. Ma partivo sempre dal foglio bianco, utilizzando la matita. Una volta completato il rendering che mi era stato richiesto, lo portavo in redazione. Sul primo numero venne pubblicata l&rsquo;anticipazione di una Jaguar XJ. Poi mi sono scatenato disegnando bozzetti di Audi, Mercedes, Fiat, VW... Ho lavorato per voi fino al 1992, quando mi sono laureato. Quelli di Auto stati anni importanti e divertenti, anche perch&eacute; in testa avevo un&rsquo;idea fissa: studiavo architettura ma il desiderio era quello fare la tesi in Disegno Industriale con soggetto, ovviamente, un&rsquo;auto. Era un sogno che avevo fin da bambino&rdquo;.    I bozzetti realizzati per la nostra rivista sono stati una vera palestra per il giovane Manzoni che ricorda quei giorni con un pizzico di nostalgia: &ldquo;Per realizzare un disegno erano necessari non meno di dieci giorni: le&nbsp;parti pi&ugrave; complicate, soprattutto quando utilizzavo la tecnica dell&rsquo;aerografo, riguardavano il perfezionamento dei dettagli di un faro, di una ruota, o il badge che era sempre una miniatura...     Osservando oggi il disegno di questa Audi &nbsp;posso dire di essere ancora contento del mio lavoro, considerando che allora non esisteva Photoshop. La passione non mi mancava davvero&rdquo;. Lancista per vocazione familiare (&ldquo;Pap&agrave; aveva una Fulvia berlina, mio zio una HF e io, bambino, rimasi folgorato quando vidi passare per strada una Stratos...&rdquo;), all&rsquo;et&agrave; di 26 anni Manzoni riusc&igrave; a sviluppare la tesi di laurea presso la Lancia. &ldquo;Preconizzai una berlina a cinque posti ma con un abitacolo riconfigurabile: grazie a un sedile basculante, i posti potevano diventare da cinque a sei e disporsi vis &agrave; vis creando un salotto a vettura ferma. Era un&rsquo;idea che avrei poi applicato, in seguito, quando disegnai la concept Dialogos&rdquo;.   Piacque molto quel progetto e, dopo la laurea, Manzoni venne subito assunto in Lancia. Fu il primo gradino di un entusiasmante percorso professionale che pu&ograve; essere da insegnamento per&nbsp;giovani studenti e creativi. In Lancia, Manzoni lavor&ograve;, con una pausa tra il 1999 e il 2001 in Seat, a vari progetti: Ypsilon, Musa, i concept Stilnovo e Granturismo, fino all&rsquo;utopia Fulvia Coup&eacute;. &ldquo;Quella concept resta un grande rimpianto: difficolt&agrave; interne in Lancia impedirono il passaggio dalla concept al modello stradale. Ma se guardate ancora oggi il prototipo potete scorgere grandi segnali di modernit&agrave;. La mia idea era quella di rispettare le forme iconiche di quella coup&eacute;, mito degli anni &lsquo;60 e &lsquo;70, ma con un metalinguaggio delle forme di grande attualit&agrave;. Non sarebbe stata un&rsquo;operazione di remake della storica Fulvia Coup&eacute;, tra l&rsquo;altro io non amo la tendenza del retr&ograve;-design per un&rsquo;automobile...&rdquo;.    I successivi tre anni nel Gruppo Volkswagen (2006- 2009), scelto da Walter de&rsquo; Silva, costituirono il trampolino di lancio definitivo per Manzoni: nel 2010 Luca di Montezemolo lo chiam&ograve; per dare vita e dirigere il nuovo Centro Stile della Ferrari. Il sogno del giovane collaboratore di Auto divent&ograve; una scintillante realt&agrave;. &ldquo;Le persone mi chiedono spesso cosa significhi lavorare per la Ferrari e la risposta &egrave; netta: quando realizziamo un&rsquo;automobile che ha il Cavallino Rampante sulla carrozzeria ne siamo particolarmente orgogliosi perch&eacute; qui si lavora con un preciso obiettivo: raggiungere l&rsquo;eccellenza assoluta. Sentiamo il dovere etico di non tradire la nostra storia. Quando mi viene chiesto: qual &egrave; la Ferrari pi&ugrave; bella che ha disegnato? Sarei tentato di dire LaFerrari, l&rsquo;FXX K oppure la nuova 488 GTB. Lavori dei quali vado particolarmente orgoglioso. Poi mi rendo conto che la filosofia che si respira qui a Maranello impone sempre di pensare al futuro, non al passato: non possiamo esimerci dal creare auto che non siano null&rsquo;altro che dei capolavori. Abbiamo la necessit&agrave; di spostare continuamente in avanti quel limite. Di fare sempre meglio. Non dobbiamo accontentarci mai. &Egrave; una sfida costante verso se stessi e il mondo. Per uno come me che, da bambino, immaginava automobili e guardava fuori dalla finestra, sognando cosa avrebbe fatto da grande, &egrave; una sensazione impagabile&rdquo;. Ed &egrave; altrettanto impagabile, per la redazione di Auto, pensare che Flavio Manzoni, un tempo nostro collega, sia oggi al centro di quell&rsquo;incredibile, affascinante e meraviglioso progetto che &egrave; disegnare le future Ferrari. Nel nostro piccolo, ne andiamo fieri.. Da Auto alla Ferrari, Flavio Manzoni - il design 

Il chief-designer di Maranello, 30 anni fa ha mosso i primi passi sulle pagine di Auto! Un sogno diventato splendida realt&agrave;

Da Auto alla Ferrari, Flavio Manzoni

La crisi morde sempre pi&ugrave; forte. E le Case automobilistiche cercano di affrontare un mercato difficile.&nbsp;Un esempio classico &egrave; quello della Lancia Flavia, la grande cabriolet a quattro posti (realizzata su base della Chrysler 200) che ufficialmente aveva un listino di 37.900 euro. Bene, Lancia ha applicato una promozione sul modello che prevede uno sconto di ben 13.000 euro, che abbassa il prezzo a 24.900 euro.  Nei fatti una riduzione di oltre un terzo (34%) per un modello nuovo, lanciato nel 2012. Che certamente non &egrave; stato amatissimo da un mercato esigente e in crisi come quello italiano, a causa anche del prezzo (seppur full optional) e delle soluzioni tecniche non avanzatissime.  La ricca dotazione di serie&nbsp;prevede&nbsp;capote a comando elettrico, cambio automatico a 6 marce, interni in pelle, verince metalizzata, sistema UConnect, navigatore, ABS, ESP, clima automatico, autoradio cd mp3, cerchi in lega 18&rsquo;&rsquo;. Il motore un non esplosivo (e assetato) 2.4 litri a benzina da 170 cavalli non &egrave; il massimo dell'appeal, ma ora davvero il prezzo &egrave; giusto.

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Lancia Flavia, sconto di 13.000 euro, prezzo di 24.900 euro (-34%), la crisi morde ...