Lancia Ypsilon, tutti i segreti

Lancia Ypsilon, tutti i segreti

di Redazione

28.06.2011 ( Aggiornata il 28.06.2011 10:30 )

Non lo confessa apertamente, ma l’amore per le Lancia degli anni ruggenti e per quella tradizione che ha fatto diventare il marchio di Chivasso un qualcosa di speciale nella storia dell’automobile, è stato il punto di partenza che l’ha spinto a disegnare la nuova Ypsilon.
Marco Tencone, 44 anni, Coordinatore dei centri Stile Lancia, Alfa Romeo e Maserati, è il designer dalla cui matita è uscita la nuova compatta che ha, fatto inedito, cinque porte. Due in più della generazione che l’ha preceduta.
È questo il modello che ha risentito di meno dell’alleanza tra il Gruppo torinese e la Chrysler, essendo un parto prettamente italiano e destinato, forse, a diventare l’ultimo interamente patriottico, con il Dna della Casa. Le prossime Voyager, Thema e Flavia, difatti, altro non sono altro che tre Chrysler “lancizzate”. Torinese di nascita e di formazione, Tencone ha iniziato in Pininfarina, poi nel 1993 è passato al Gruppo Fiat, dando nuovo impulso al Centro Design Lancia. Lo abbiamo incontrato in esclusiva per auto
Tencone, qual è stato il percorso professionale che l’ha portata a disegnare la nuova Ypsilon?
Sono nel Gruppo da 18 anni e nel 1998, dopo aver ideato il prototipo Dialogos — ricordate? quello che si apriva con le porte a libro — sono diventato Chief Designer Esterni per Lancia. Dal 2004 sono Responsabile del Centro Stile e ho lavorato alla Musa, alla precedente Ypsilon, alla Delta. Da un anno e mezzo mi occupo anche di Alfa e Maserati”.
Osservando la nuova Ypsilon, l’analisi non può che partire dalla griglia. Così diversa rispetto a quella della generazione precedente....
Sì, anche se a dire la verità il primo obiettivo è stato un altro. Quello di creare un design globalmente differente, più sportivo e slanciato, malgrado avessimo da perseguire l’obiettivo delle due porte in più”.
Le cinque porte: che problemi le hanno dato quando si è trovato di fronte il foglio bianco?
Problemi no, mi sono trovato di fronte a un bivio: pensare a un’auto compassata, elegante ma da famiglia oppure puntare su linee più movimentate, meno tradizionali?
Ha optato per la seconda strada, si direbbe...
Sì. Questa Ypsilon, pur compatta nelle forme visto che è lunga meno dei quattro metri che toccano tutte le sue rivali Yaris, Polo, C3 e Fiesta, non è per nulla massiccia, malgrado le cinque porte. L’ho pensata come un ovetto. Un lussuoso ovetto. Se la guardate di profilo, le linee di cintura e quelle del tetto sono curvilinee e si intersecano all’altezza del montante posteriore, creando un effetto quasi da coupé. Il montante l’ho concepito come un punto di incontro, un vertice di linee sovrastato dal tetto spiovente”.
Però quello che balza subito agli occhi è la griglia a forma di scudo medievale. Non ha sentito l’influenza della filosofia Chrysler nel disegnarla?
No. Ho ripensato a modelli del passato della Lancia che hanno fatto storia, come la Ardea, o la Aurelia. Ricordate i loro enormi radiatori cromati con il simbolo della Casa in alto? Le griglie non avevano quel “calice” che le divideva in due parti, uguali e simmetriche, che ritroviamo nella precedente Ypsilon. Nel disegnare il muso della nuova sono partito dalla mascherina della Delta e, per prima cosa, ho riportato il logo Lancia in alto, subito sotto il cofano. Dove ho realizzato una fascetta per incastonarlo. Le ricordo un particolare: in Gran Bretagna e in Irlanda la Ypsilon verrà commercializzata con il marchio Chrysler. Ma è e rimane un’automobile Lancia”.
Cosa ha in comune questa griglia con quella stile Chrysler della Thema?
È meno orizzontale, per evidenti ragioni. Thema è un’auto figlia del matrimonio commerciale tra noi e Chrysler. La sua mascherina ricorda di più quella della Thema anni ‘80, a maglie larghe”.
Il cofano della Ypsilon è stato disegnato per esaltare la filosofia della carrozzeria bicolore?
L’idea iniziale era quella di un cofano che si appoggiasse come un coperchio: la doppia verniciatura esalta questo stacco, non soltanto cromatico ma anche stilistico”.
Ha valutato l’ipotesi di realizzare, per l’abitacolo, una strumentazione dietro il volante e non al centro, sopra la console?
No, perché? Abbiamo voluto offrire una seduta più alta, che piace alle donne, e una visibilità della zona comandi e strumenti ottimale, quindi per forza di cose posta al centro. E poi osservate bene la superficie della console, toccatela. Sembra di sfiorare un iPhone, uno smart-phone. L’eleganza passa anche attraverso il piacere tattile, no? Gli interni e la scelta dei materiali e dei colori sono frutto del lavoro di Rossella Guasco”.
Quando tempo ha impiegato a disegnare la Ypsilon?
Dai primi disegni alla delibera dello stile sono passati 8 mesi. Per l’approvazione finale dello stile, altri 15”. Attualmente a cosa sta lavorando? “Sono molto preso dai futuri modelli Maserati. Da qui al 2013 dovremo deliberare lo stile delle due berline del Tridente, una mediogrande con motore Ferrari e, poi, l’erede della Quattroporte. Quindi affineremo il Suv”.
E in Casa Alfa, quali novità?
La 4C. Sulla concept ho lavorato in prima persona con entusiasmo, ripensando a linee e atmosfere delle Alfa di un tempo”. C’è stato un momento in cui ha temuto di non poter più disegnare delle Lancia? “Qualche tempo fa, quando in azienda si era parlato persino di chiudere il marchio. Il mercato in crisi non lasciava spazi. Poi è arrivata l’alleanza con Chrysler e tutto è ripartito. Ed è tornata la fiducia”.
Lei è giovane ma sta già imponendo uno stile personale: quale auto del passato avrebbe voluto disegnare?
La Stratos! Ha una linea ancora attualissima”.


Le cinque porte sono la novità “visibile” della nuova Lancia Ypsilon
, ma le peculiarità vere di questa utilitaria di lusso sono ben altre.
Lancia ha dotato la sua ammiraglia da città di una serie di tecnologie che su vetture di dimensione superiore sono ormai una costante, ma che sulle piccole torinesi non si erano ancora viste. Si va dal sistema “start&stop”, ormai diffusissimo anche sui segmenti B, al “gear shift indicator”, l’indicatore di cambiata di marcia reso popolare dalla Volkswagen. Fino allo “smart fuel system”, il dispositivo che sostituisce il tappo del serbatoio e riduce le emissioni di vapori di cui fu precursore la Ford.
In più la Ypsilon avrà anche in optional (550 euro) il sistema di parcheggio automatico, mutuato questo proprio da quello della Lancia Delta. Migliorato e reso più preciso: adesso parcheggia da sola in uno spazio grande appena 80 cm più dell’auto, contro i 120 cm di prima. Con 384 cm di lunghezza la nuova Ypsilon non è la più piccola 5 porte della sua categoria. Ci sono diverse utilitarie più corte (fra cui il trittico C1, 107 e Aygo) che sono dai 20 ai 40 cm più compatte.
Ma è sicuramente la più raffinata sotto i 4 metri. Non c’è soltanto l’impiego di materiali preziosi al tatto che trasmettono una sensazione mista di eleganza e tecnologia, ma anche l’impiego di acciai ad alta resistenza nei punti nevralgici della vettura, come i bracci delle sospensioni o le traverse strutturali. L’obiettivo dei progettisti era di realizzare una utilitaria dall’alta qualità percepita, alla vista e al tatto.
Ma anche mantenere il prezzo finale contenuto, coerenti con uno degli slogan che Lancia ha coniato per la nuova Y: “il lusso è un diritto”. Liberato dagli eccessi e dall’ostentazione. Nel senso che il lusso secondo Lancia è un plus che non si deve pagare caro. In effetti la Ypsilon costa solo novecento euro più della vecchia: parte da 12.400 euro. A quella cifra però vi portate a casa la versione con motore 1.2 benzina da 69 cavalli, il meno potente, in versione standard (Lancia lo chiama Silver), che ha già di serie alcune pregevoli caratteristiche come Start&stop, Esp, Asr e Hill holder, vetri elettrici anteriori, quattro airbag, il sedile guida regolabile in altezza e... — udite udite — il libretto uso e manutenzione (sì, la Lancia lo mette tra gli accessori di serie!). Ma già con la versione Gold che costa appena 1.300 euro in più (13.700 euro) otterrete una lunga lista di accessori indispensabili, come clima manuale, specchietti elettrici con disappannamento, volante e pomello cambio in pelle, radio-Cd con lettore Mp3 e il pack comfort. Sommando tutti gli optional, il pacchetto vale quasi 1.800 euro, quindi si risparmia non poco. Poi con altri 1.300 euro c’è la ricca versione Platinum, ma qui gli accessori offerti sono meno indispensabili.
Meglio puntare su “pacchetti” dedicati da 1.100 euro ciascuno, come il “Vyp Techno”, che prevede tutti gli accessori multimediali (Blue&me, presa Usb, Aux, sensori parcheggio e pioggia, TomTom) oppure su quello “Vyp Style”, che oltre al tetto vetrato GranLuce offre anche la chiave d’avviamento con cristalli Swarovski. C’è di che sbizzarrirsi, perché fra sedici tinte di carrozzeria di cui quattro bicolori, sei rivestimenti interni e tre tipi di cerchi in lega, ci sono 600 combinazioni possibili.

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