Fiat, il piano: 8 modelli per Alfa nel 2018

Fiat, il piano: 8 modelli per Alfa nel 2018
Solo produzione italiana per il Biscione, con modelli da 150 a 500 cv, 5 miliardi di investimenti e rilancio globale per Jeep

di Francesco Forni

06.05.2014 ( Aggiornata il 06.05.2014 15:29 )

Auburn Hills - Detroit - Michigan (USA) Fiat, il piano industriale per il futuro della società è stato svelato da Sergio Marchionne che si è presentato all'evento su una LaFerrari, e dai suoi più stretti collaboratori martedì 6 maggio. I progetti riguardano tutti i marchi di FCA, Fiat Chrysler Automobiles che sono nove: Fiat, Chrysler, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Ferrari, Dodge, Jeep e Ram. Il piano riguarda gli investimenti ed i nuovi modelli a produrre nel quinquennio 2014-2018. “Scriveremo un libro completamente nuovo”. Così Marchionne ha introdotto il piano quinquennale del Gruppo, che ha 300.000 dipendenti, alla prima conferenza ufficiale dopo al creazione della nuova società FCA frutto della fusione Fiat-Chrysler. “Abbiamo cercato di mutare le difficoltà in punti di forza”. L’attesa, almeno l’Italia, era quasi tutta per il brand Alfa Romeo. “Metteremo le nostre forze su un futuro radioso del Marchio” ha anticipato il numero uno del Gruppo. Poi Marchionne ha lasciato il microfono ad Harald Wester, che ha parlato da capo ed appassionato leader di Alfa Romeo, citando Ferrari e ricordando il retaggio e la responsabilità per l'eredità di leggende dell'automobilismo come Ascari, Nuvolari e Lauda. “Dobbiamo ricominciare a costruire” ha dichiarato Wester. I punti toccati da Wester sono stati i nuovi motori, la distribuzione dei pesi 50:50, l’ideale per auto dinamiche e coinvolgenti, la tecnologia all’avanguardia, l'immagine premium, le prestazioni e il piacere di guida e design inconfondibilmente italiano. “Bisogna recuperare il terreno perso dalle Case tedesche” ha aggiunto Wester. Con un lavoro sottotraccia. Oggi ci sono 200 tecnici, entro il 2015 - secondo il capo dell'Alfa - saranno 600. E soprattutto gli ingegneri e tutti i professionisti di Alfa Romeo saranno indipendenti dal gruppo FCA. Ci sarà una task force speciale, come gli Skunk Works della Lockeer Martin, tanto per fare un esempio, il team che negli anni ha prodotto la più veloce e poi avanzata tecnologia aeronautica, dal trisonico Blackbird ai veivoli invisibili Stealth. Alfa Romeo ha un obiettivo. Otto modelli per il 2018, con auto e motori tutti italiani, al pari della produzione. I propulsori saranno benzina e diesel, con potenze da 150 a 500 cavalli e frazionamenti da 4 a 6 cilindri. L’obiettivo entro il 2018 sarà di vendere 400.000 auto alla fine del quinquennio contro le 74.000 di oggi e l’investimento per dare ossigeno a questa impresa sarà di 5 miliardi di euro (7 miliardi di dollari). Prima Olivier Francois, responsabile del brand Fiat, aveva parlato del marchio torinese e dei suoi confini che si allargano. Saranno sei i modelli del futuro: Panda, 500, Punto, Freemont, Qubo e Doblò. E per la 500 la doppia anima, 500 berlina (e cabrio) e 500L, sarà affiancata dalla 500X, il crossover prodotto in Italia a Melfi sulla stella lena della Jeep Renegade. Con le speranze di crescere più rapidamente in USA, di provarci in Cina, dove Fiat è partita da zero, mentre il Brasile è uno zoccolo duro, con il brand che ha il 25% del mercato. C’è anche l’India, ma l’Europa rimarrà un mercato cruciale con l’obiettivo non banale di 700.000 vetture (come oggi) nei prossimi 5 anni, con due sottofamiglie, una razionale (Panda) e una emozionale (500). Maserati, sulla scia dei recenti successi commerciali che l'ha fatta salire da 7000 a oltre 20mila auto vendute, è stato un altro cavallo di battaglia. Portato ad esempio con orgoglio da Wester. Nel centenario del Tridente che cade in questo 2014 i progetti continuano. Nel futuro ci sono i noti  motori V6 da oltre 400 cv e V8 da 500, ma soprattutto il SUV Levante e la sportiva che nascerà dalla stupenda concept Alfieri (coupé e cabrio) mentre per il 2018 è in cantiere la nuova versione della GranTurismo. Per la Ferrari Marchionne ha coniato il curioso slogan cinque su cinque. Senza dare indicazioni specifiche, ma con obiettivi precisi. "Tornare sul podio in F1, dove siamo abituati a stare; e poi presentare 5 nuovi modelli Ferrari nei prossimi 5 anni. In un futuro potremmo arrivare a produrre 10.000 modelli l'anno. Ma non venderemo mai la Ferrari: è un gioiello della nostra corona". Altro marchio chiave è Jeep per il richiamo a livello globale. Le prospettive sono state elencate da Mike Manley, il Ceo. Anche qui, come per Alfa Romeo, l’evocazione della passione gioca molto. Le eroiche origini della seconda guerra mondiale, l’immagine di avventura. Quindi sarà ancora la Wrangler la portabandiera, ma gli altri modelli saranno molto più poliedrici. Per un salto enorme. Dai circa 732.000 modelli di oggi a 1,9 milioni totali nel 2018, e l'obiettivo di vendere 900.000 Jeep fuori dagli USA. Altro “challenge” quasi epico. Anche Chrysler, secondo il suo boss Al Gardner, dovrà darsi parecchio da fare, con una crescita da 350.000 a 800.000 auto vendute da oggi al 2018. Gardner ha professato ottimismo, perché dal 2009 l’ascesa è stata del 50%, per un modelli di alto livello, appena sotto il segmento premium. Chrysler 200 e il monovolume Town and Country sono i pezzi pregiati, assieme al futuro crossover. Dodge, altro marchio testosteronico, punta sulle nuove generazioni di Dart e Journey nel 2016, per modelli “Di performance a prezzo contenuto – ha detto Tim Kuniskis dopo che la Charger ha fatto miracoli”. Punterà ai giovani americani, perché “Nessun adolescente è cresciuto col poster di una Volkswagen Passat sul muro della camera da letto”. Anche qui la sfida ai tedeschi è aperta. Ram rimarrà un marchio prettamente americano, dove nei pick-up sta avendo un grande successo, avendo superato anche General Motors, grazie alla richiesta di questi mezzi commerciali dopo la ripresa del settore edilizio.

FCA Fiat Chrysler Automobiles - Fiat, il piano industriale

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