Resta fedele all'impianto originario del concept,
Infiniti Q30 Active. E' il primo esperimento nel segmento delle berline compatte che portano avanti i giapponesi, reso possibile grazie alle
sinergie con Mercedes, visto che sotto l'abito disegnato da Alfonso Albaisa ci sono
pianale e motori della famiglia Classe A. La partita andrà a giocarla pressoché esclusivamente sul piano stilistico, dove propone un'originalità che va oltre le linee della carrozzeria.
Sarà una berlina, metro alla mano, perché i
147 centimetri d'altezza che ci si attende di ritrovare sul prodotto pronto per il mercato sono sì al "limite", ma di fatto non sforano decisi verso i crossover/suv compatti. Per quello ci sarà una
Infiniti QX30, che alla Q30 starà come
Mercedes GLA sta a
Classe A.
Eppure l'impressione di un prodotto trasversale resta, forse per quella luce presente tra asfalto e scocca, per le bordature intorno ai passaruota. Ecco, forse il senso puro di crossover è proprio nella contaminazione tra carrozzerie.
Al salone di Francoforte svelerà tutta la
scheda tecnica, Infiniti Q30, per il momento ci si deve accontentare di una conferma, relativa al
motore: la presenza dietro i passaruota anteriori della targhetta 2.2 d svela il
quattro cilindri 2143 cc, verosimilmente declinato in due step di potenza, 136 e 170 cavalli, con l'alternativa tra cambio manuale o automatico. A meno di non voler impiegare il turbodiesel 1.6 dell'alleanza Renault-Nissan alla base dell'offerta a gasolio, con i 130 cavalli del dCi, che renderebbe superflua la presenza del 2.2 d da 136.
Infiniti Q30 Concept
Guardando al
design, Infiniti Q30 Active non cambia praticamente nulla del bel concept anticipato sempre a Francoforte ma due anni fa. Mutano i fari, non tanto nella forma esterna quando nella grafica interna, pur segnalandosi per elementi a led.
La calandra resta l'elemento centrale, dalla quale nascono le nervature principali che scolpiscono passaruota e fiancata.
Soluzioni diverse dal prototipo, invece, per il paraurti, sempre con tre elementi distinguibili ma dalle forme più "tradizionali", specialmente la porzione centrale, a trapezio, mentre e estremità abbandonano le aperture con profilo centrale, costituito dai fari fendinebbia.
Fabiano Polimeni