Ferrari 488 Challenge, la prima volta del turbo 

Ferrari 488 Challenge, la prima volta del turbo 

Affinata ed evoluta in ogni settore, ha abbassato di un secondo il tempo sul giro sulla pista di Fiorano della precedente 458 Challenge Evo, fermando il cronometro sul nuovo record di 1’15”5.

di Alessandro Vai

05.12.2016 12:09

Si chiama 488 Challenge il sesto modello protagonista del monomarca Ferrari, il campionato che nel 2017 celebrerà 25 anni di storia e che negli anni si è dimostrato la palestra ideale per quei piloti che intendono intraprendere una carriera nei campionati internazionali GT e prototipi, con molti protagonisti del monomarca della Casa di Maranello che si sono imposti in Grand-Am, IMSA, nel FIA World Endurance Championship e addirittura nella 24 Ore di Le Mans. Dall'inizio della serie, nel 1992, a oggi si sono disputate più di mille gare, con oltre mille piloti che hanno partecipato ai tre campionati organizzati in tre diversi continenti. Così, la 488 Challenge è la prima berlinetta equipaggiata con un propulsore turbo a scendere in pista nel monomarca Ferrari ma anche la più potente nella storia del Challenge con i 670 CV del V8 da 3,9 litri derivato dal motore della 488 GTB.

Affinata ed evoluta in ogni settore, ha abbassato di un secondo il tempo sul giro sulla pista di Fiorano della precedente 458 Challenge Evo, fermando il cronometro sul nuovo record di 1’15”5. Rispetto al V8 di serie della 488 GTB, il powertrain della 488 Challenge ha una mappatura specifica del propulsore e rapporti del cambio più corti che consentono un’accelerazione in uscita dalle curve dell’11,6% maggiore rispetto alla 458 Challenge Evo. La trasmissione F1 DCT ha una nuova strategia del cambio che permette alla vettura di accelerare da fermo fino al regime massimo in quarta marcia in soli sei secondi; questo anche grazie alla riduzione del peso complessivo del powertrain: il motore è stato alleggerito di 19,7 kg, mentre 8,5 kg sono stati risparmiati sull’impianto di scarico.

Lo Slide Slip Angle Control compare per la prima volta su una vettura del Challenge, migliorando l’accelerazione longitudinale in curva del 4,2%. Poi sono state sdoppiate le funzioni del manettino che regola i sistemi di controllo dinamici della vettura. Invece di un singolo comando su cui intervenire per interagire con tutti gli aspetti del software, le funzioni sono state ripartite su due elementi, posizionati ai due lati del volante. Il manettino di destra (TC1) regola il livello di intervento richiesto in funzione del livello di grip, mentre quello di sinistra (TC2), controlla il grado di intensità dell’intervento. Il risultato è una maggiore integrazione tra pilota e vettura, in cui è possibile decidere come e quando la coppia viene trasmessa alle ruote posteriori, migliorando le prestazioni della vettura e la costanza nei tempi sul giro.
 
Le modifiche più evidenti nella 488 Challenge rispetto alla vettura di serie riguardano l’aerodinamica. E’ stato così rielaborato il layout del radiatore anteriore, invertendo l’inclinazione, ora rivolta verso la sezione posteriore. Questa soluzione migliora il flusso d’aria nei radiatori nelle condizioni tipiche dell’attività in pista e allo stesso tempo riduce la resistenza. La nuova disposizione, inoltre, ha richiesto nuove aperture nella parte inferiore del paraurti anteriore davanti alle ruote. Paraurti che è stato completamente riprogettato, con uno splitter più pronunciato e flick per aumentare la deportanza anteriore, bilanciando così il carico posteriore, con un miglioramento del 7% in termini di efficienza rispetto alla 458 Challenge EVO.
 
Interamente nuovo è anche il cofano anteriore con tre sfoghi d’aria e flap integrati per indirizzare correttamente il flusso d’aria calda proveniente dai radiatori. Per aumentare la stabilità alle alte velocità, la 488 Challenge presenta un’ala posteriore più grande, con un profilo simile a quella usata sulla 488 GTE che ha trionfato nel FIA World Endurance Championship 2016, elemento che da solo aumenta l’efficienza del 9% rispetto alla 458 Challenge Evo. Le prese sui fianchi posteriori, infine, convogliano il flusso d’aria con lo scopo di raffreddare i freni posteriori, ottimizzando al tempo stesso il carico aerodinamico, mentre le prese d’aria motore sono posizionate lateralmente sotto lo spoiler, sfruttando l’elevata pressione generata in questa zona.

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese