Renault Wind Concept: 20 anni dal debutto del prototipo

Renault Wind Concept: 20 anni dal debutto del prototipo

"Antenata" dell’omonima citycar a cielo aperto in versione concept, fu presentata a Ginevra nel 2004: design e soluzioni erano futuristiche

di Gianluca Guglielmotti

13.03.2024 ( Aggiornata il 13.03.2024 14:11 )

Correva l’anno 2004 quando Renault presentò al Salone di Ginevra la concept car Wind, una compatta e curiosa roadster dalle dimensioni simili a quelle della Clio. Originale, carismatica e dirompente. Sembrava fosse un modello già pronto per la produzione, con forme e soluzioni piuttosto concrete, pensate per la realizzazione in serie. Fu accolta con grande entusiasmo dalla critica dell’epoca, sebbene ci vollero più di sei anni prima di conoscere il modello che, in veste ufficiale, giunse effettivamente in commercio. Seppur con delle differenze.

Renault Wind Concept, le origini

La concept car Wind prese piede sul finire del 2002, anni in cui le vetture a cielo aperto continuavano a riscuotere ancora un discreto successo in diversi mercati europei. Il concetto di roadster economica, accessibile e compatta era ancora parzialmente inesplorato, così Renault decise di immaginare quella che sarebbe poi diventata la Wind definitiva. Basata sulla piattaforma della Renault Twingo di quegli anni, proponeva un design futuristico, basato sulle linee avanzate dal capo design Laurens Van Den Acker per altri esercizi di fine millennio. Forme giovanili, giocose, capaci di alternare linee secche a curvature pronunciate.

L'unveiling a Ginevra 2004

Quelle forme calamitarono l’attenzione al Salone di Ginevra 2004, proponendo alcune soluzioni ultra moderne per quell’epoca, come i fari led o l’estrema pulizia estetica del paraurti anteriore, privo di plastiche o elementi scuri a vista. Le proporzioni erano squisitamente azzeccate, con un cofano sufficientemente lungo in relazione alle dimensioni dell’auto. Non mancavano i due "stylebar" di protezione dietro ai poggiatesta, luci led anche al posteriore e dei cerchi in lega imponenti nelle dimensioni. Anche l’abitacolo era ricercato, seppur minimale, con pelle e moquette a vista, pochi elementi e pochi tasti. Tutto era ricondotto alla strumentazione di fronte al conducente, visibile attraverso il volante. Un qualcosa di ampiamente sdoganato al giorno d’oggi, ma visionario per quel periodo. Era presente anche tanto spazio tra un passeggero e l’altro, senza alcun impedimento che vincolasse il passaggio tra i sedili. C’erano molti elementi rifiniti in alluminio e metallo, come i pedali o i dettagli del volante, sottolineando la modernità del progetto e l’ambizione dei designer francesi.

Il modello di serie nel 2010

L’auto che ne scaturì solo dal 2010 stravolse completamente la chiave estetica, sebbene conservò ancora il "DNA" iniziale: forme super compatte, design giovanile, piattaforma Twingo e tetto apribile. Il modello di serie riscosse meno successo delle previsioni, non entusiasmando né dal punto di vista estetico e nemmeno del rapporto costo/dimensioni. Il progetto fu abbandonato e ripreso più volte, prima di passare ad uno stadio avanzato, ma la base mutò notevolmente. L’auto divenne una più semplice rivisitazione di una Renault Twingo, di cui conservò gli interni, i materiali e la semplicità costruttiva. Furono quasi interamente abbandonate le forme da roadster, sposando più il concetto di “targa”, grazie ad una sezione posteriore molto alta, volta quasi a coprire anche l’abitacolo.

Innovativo, però, il meccanismo d’apertura del tetto: si ribaltava all’indietro in circa 10 secondi, andando poi a nascondersi in una sezione apposita, posta sopra al bagagliaio, al quale non rubava spazio in alcun modo. Cambiò anche dal punto di vista meccanico. La concept originale era pensata per accogliere un 2.0 aspirato da circa 160 cv, mentre il modello del 2010 fu proposto con l’1.2 tre cilindri turbo da 100 cv, oppure l’1.6 aspirato da 133 cv (a seconda dei mercati). Conservava, comunque, uno spirito sportivo, se si considera la potenza in relazione al peso (soli 1.160 kg), eppure non raggiunse mai il successo auspicato in fase di progettazione della sua antenata.

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