Benzina in aumento, ma c'è il taglio delle accise: cosa succede

Benzina in aumento, ma c'è il taglio delle accise: cosa succede

Il provvedimento, la cui proroga è fino al 31 dicembre 2022, è stato annunciato all'interno della Nadef, pubblicata dal Mef

 

 

di Redazione

07.11.2022 ( Aggiornata il 07.11.2022 13:42 )

La situazione carburanti continua ad essere critica, specie sul fronte benzina. Secondo l'elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della verde in modalità self service registra 1,705 euro al litro, con i diversi marchi compresi fra 1,696 e 1,714. Per quanto riguarda il servito, invece, la segnalazione è di 1,850 euro al litro con gli impianti colorati che praticano prezzi fra 1,801 e 1,899.

Il diesel, invece, in modalità self è di 1,865 euro al litro, mentre al servito si attesta a 2,008 euro al litro, con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi fra 1,948 e 2,068 euro al litro.

Proroga taglio accise

Il nuovo Governo di Giorgia Meloni per fronteggiare il problema, nel suo primo decreto aiuti ha dedicato una parte anche al taglio delle accise per venire incontro al problema, nella speranza che queste riduzioni possano realmente far respirare un po' gli automobilisti. Nella Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza), pubblicata dal Mef, è stata inserita la proroga del taglio accise fino al 31 dicembre 2022, nella misura di 30,5 centesimi di euro su 1 litro di benzina e gasolio.

Si legge così: “Il Governo ha deciso di confermare l'obiettivo di deficit per il 2022 del DEF e di utilizzare il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia”. 

C'è anche un bonus benzina

Fra tutte le misure introdotte, ce n'è un'altra utilissima da tenere in considerazione, ossia quella del bonus benzina da 200 euro derivata da un investimento di Mario Draghi di 4,4 miliardi di euro per contrastare la crisi. Ma a chi spetta e come funziona? Iniziamo col dire che questo contributo possono concederlo le aziende ai propri lavoratori affinché questi siano in gradi di respirare un po' in termini economici.

Le aziende in questo caso possono riconoscerlo ai lavoratori dipendenti senza che il bonus venga considerato un pagamento da cui derivano tassazioni. Inoltre il lavoratore non deve fare domande all'INPS per avere l'incentivo in quanto questa sarà data dal suo datore di lavoro nei modi e nei tempi da lui considerati più opportuni.

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