Più esattamente, un concept geniale di veicolo a tre ruote che ebbe notevole eco mediatica all’inizio degli anni 90
05.01.2021 ( Aggiornata il 05.01.2021 09:57 )
In un periodo in cui si parla tanto di micromobilità, è sicuramente interessante andare alla riscoperta di idee, esperimenti e curiosità, che negli anni passati hanno tentato di concretizzare l’aspirazione di molti, di avere un veicolo a portata di mano e pronto all’uso da portare ovunque. Persino in valigia. E quando poi è la valigia stessa a trasformarsi in veicolo, allora ecco che la faccenda si fa ancora più interessante.
All’inizio degli anni 90 il clima generale nel settore auto era di grande effervescenza. In particolare in Mazda , dove il grande successo della roadster MX-5 faceva il paio con la celebrazione urbi et orbi delle qualità tecniche e prestazionali del motore rotativo, dopo la sorprendente vittoria della 787B all’edizione 1991 della 24 Ore di Le Mans.
Mazda MX-5, una roadster leggendaria SUPER-GALLERY
Per alcuni è un semplice sfizio; per altri, una vera filosofia di vita. Una sensazione di libertà assoluta, che conosce bene chiunque abbia una decappottabile in garage. E tra le regine del segmento ce n’è una che non ha certo bisogno di presentazioni: sin dal suo esordio nel lontano 1989, la Mazda MX-5 ha rappresentato l’essenza stessa della spider sportiva, e della guida a cielo aperto. Un’icona, diventata la roadster più venduta al mondo, a testimonianza, ancora una volta, della caparbietà di Mazda nel portare avanti le sue idee: sfidare le convenzioni per creare una perfetta reinterpretazione moderna della classica cabrio a trazione posteriore. Una scommessa decisamente vinta. In questa super-gallery ripercorriamo la storia del piccolo mito giapponese, attraverso 50 immagini, dalla prima generazione, all’ultima versione 2020, senza dimenticare gli affascinanti concept Speedster e Spyder, e le più recenti versioni celebrative. Buona visione! E se vi va, diteci nei commenti qual è la vostra preferita...
Guarda la galleryMa certi traguardi non sono mai casuali; piuttosto, sono il frutto di una mentalità aziendale da sempre attenta a incentivare la creatività e lo spirito pionieristico dei propri progettisti. Non stupiscono, quindi, iniziative come Fantasyard, una competizione interna a Mazda tenutasi tra il 1989 e il 1991, in cui team di diversi dipartimenti gareggiavano a colpi di idee e trovate geniali. Una di queste fu sicuramente la "macchina valigia".
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Esattamente come il primo veicolo a motore del brand, il celebre Mazda-Go lanciato nel 1931, il concept della "macchina valigia" si basava sul concetto di mezzo a tre ruote, alla ricerca della massima praticità d’uso. I suoi creatori, un gruppo di sette ingegneri dell'unità di test e ricerca sulla trasmissione manuale, ricevettero un piccolo budget per realizzare un prototipo funzionante. Fu speso tutto per acquistare una pocket bike e la più grande valigia rigida che riuscirono a trovare, una Samsonite di 57 x 75 cm. Al suo interno fu stipato un piccolo motore a due tempi da 34 cc, capace di 1,7 CV di potenza massima; sufficiente a consentire una velocità di circa 30 km/h. Niente male per una valigia!
Con un peso di 32 kg, tuttavia, l'auto valigia non era esattamente una soluzione pratica, e rimase un esercizio di stile che non trovò alcun seguito nell'utilizzo pratico. Ma l’effetto mediatico che ottenne fu notevole, e regalò a Mazda una bella pubblicità. Oltre al prototipo ne furono realizzate altre due, una per gli Stati Uniti e una per l’Europa (quest'ultima fu esposta al Salone Internazionale dell'Automobile di Francoforte del 1991 insieme alla Mazda 787B vincitrice di Le Mans).
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