Volkswagen V-Charge: valet e ricarica automatizzati

Volkswagen V-Charge: valet e ricarica automatizzati
Il progetto europeo include anche l'Università di Parma. L'auto cerca da sola parcheggio e attiva la ricarica delle batterie

di Redazione

16.07.2015 ( Aggiornata il 16.07.2015 16:39 )

Non è il primo progetto di ricerca che punta a facilitare la vita a quanti devono parcheggiare l'auto, ma il Volkswagen V-Charge combina tutta una serie di operazioni automatizzate che lo portano meritatamente agli onori della cronaca. Dopo lo studio firmato Bmw, arriva il progetto europeo, con sei partner ciascuno specializzato in una branca della ricerca: l'Università di Parma è uno degli attori principali, coinvolta sul fronte del riconoscimento oggetti. L'idea di V-Charge è quella di liberare gli automobilisti dalla preoccupazione di dover trovare un parcheggio libero, oltre all'esigenza di ricaricare le batterie dell'auto, per quanti viaggino su un'elettrica. La "cavia" per condurre i test è stata una Volkswagen Golf elettrica, infarcita di telecamere e sensori: se ne contano ben 12 a ultrasuoni e sei occhi di cui 4 grandangolari e due telecamere 3D. Sono i "sensi" ai quali ricorre l'elettronica per gestire le manovre. Poniamo che siate in ritardo mostruoso e arriviate appena in tempo davanti al luogo del vostro appuntamento, ma ancora dobbiate cercare parcheggio. V-Charge si fa carico di tutte le manovre. Basterà scendere dall'auto e impartire, attraverso una app per smartphones, il comando per parcheggiare. A quel punto il sistema elaborerà un percorso per collocare l'auto in uno stallo libero, preferibilmente dotato di una stazione di ricarica induttiva. La mappatura del territorio, ancor meglio se in ambienti predefiniti, come può essere un parcheggio multilivello, fornisce le istruzioni su dove si trovi un posto libero. L'auto lo raggiungerà in autonomia e, qualora abbia bisogno di ricaricare le batterie, potrà farlo grazie a un modulo induttivo posizionato sul fondo. L'intelligenza del Volkswagen V-Charge sta nella capacità di riconoscere anche la priorità per altri veicoli elettrici nel momento in cui la ricarica sia completa. Terminata l'operazione, l'auto si sposterà su uno stallo tradizionale, liberando quello induttivo. Infine, quando l'automobilista avrà nuovamente bisogno di riprendere il veicolo, potrà richiamarlo via smartphone e se lo ritroverà nella posizione iniziale, là dove l'aveva abbandonato. Le potenzialità del dispositivo sono enormi, tanto più se collegate a un'infrastruttura intelligente o, comunque, aree dedicate per operazioni di parcheggio automatizzate. Resta, come sempre, lo scoglio legislativo da superare, a conferma che le barriere all'avanzata (e diffusione) di alcuni tipi di automazione sono nelle norme più che nelle tecnologie. Fabiano Polimeni

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