Smog, velocità ridotta in città tra le misure adottabili

Smog, velocità ridotta in città tra le misure adottabili
Al ministero dell'Ambiente definite una serie di azioni a disposizione dei sindaci in caso di sforamento dei limiti di PM10

di Redazione

30.12.2015 ( Aggiornata il 30.12.2015 17:34 )

E' l'auto la causa principale dello smog nelle grandi città e dell'innalzamento dei livelli di PM10? Se servivano dei dati a sostegno della tesi, questi hanno detto esattamente il contrario: il blocco del traffico a Milano e Roma non solo non ha visto l'abbassamento dei valori di PM10 nell'aria, ma ha registrato addirittura un innalzamento . Porre rimedio a una situazione allarmante richiede politiche di ampio respiro, che passino anche dal settore della mobilità privata su due e quattro ruote, agevolando anzitutto il ricambio di un parco auto circolante il più anziano d'Europa, ma che al tempo stesso non si fermino qui. Un incontro al ministero dell'Ambiente tra il titolare del dicastero Galletti, il presidente dell'ANCI Fassino e quello della Conferenza delle Regioni Bonaccini, ha portato a definire delle linee guida generali, valide per l'intero territorio nazionale. Si guarda a un piano di medio periodo, interventi su tre anni, con 405 milioni di euro di risorse già programmate, che andranno a impattare sulla mobilità sostenibile, per la quale sono riservati 35 milioni, destinati agli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro; 50 milioni di euro andranno all'incremento delle postazioni di ricarica elettrica, intervento positivo ma che si scontra con l'irrilevanza numerica odierna del parco vetture elettriche circolante; ben 250 milioni di euro, invece, serviranno per migliorare l'efficienza energetica nelle scuole, nei condomini e nelle strutture sportive; 70 milioni di euro, infine, andranno alla riqualificazione degli edifici dell'amministrazione pubblica centrale. E nell'immediato? C'è l'accordo perché i sindaci possano intervenire, in caso di sforamento dei limiti di PM10 per oltre 7 giorni, disponendo l'abbassamento della temperatura dei riscaldamenti nelle abitazioni e negli uffici di 2° C, ridurre di 20 km/h la velocità nei centri urbani del territorio comunale, limitare l'impiego di biomasse per uso civile là dove esistono sistemi alternativi di riscaldamento, incentivare l'utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico locale, stanziando a tal proposito 12 milioni di euro. Gli interrogativi, tuttavia, persistono. Chi vigilerà sull'effettivo rispetto delle disposizioni su base comunale, in particolar modo sull'abbassamento della temperatura per il riscaldamento di casa? Se a nulla sono serviti i blocchi del traffico, quanto potrà pesare nell'economia dei valori di PM10 una riduzione della velocità? Peraltro, c'è una visione errata a monte, quella che immagina le emissioni inquinanti unicamente in funzione della velocità, senza considerare che ad andature più basse facilmente si useranno marce più basse e regimi di rotazione del motore superiori, quindi con un effetto potenzialmente opposto a quello di riduzione delle emissioni. A meno di non voler imporre anche la marcia da usare... Inoltre, si spinge per un uso dei mezzi pubblici superiore, ma sarebbe proprio da questi mezzi che dovrebbe iniziare il rinnovamento del parco circolante con soluzioni ecologiche e a basso impatto. Se si cercavano interventi risolutivi al problema dell'inquinamento da PM10 in città, servirà attendere ancora: misure più incisive o l'arrivo della pioggia... Fabiano Polimeni

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