L’Olanda e la “bufala” dell’addio al petrolio

L’Olanda e la “bufala” dell’addio al petrolio© Car2Go Amsterdam: Mariordo, via Wikimedia Commons


Nei giorni del referendum sulle “trivelle” è esploso sul web il caso Olanda che sta per vietare le auto con motore termico. Cosa c’è di vero. 

di Francesco Colla

20.04.2016 11:10

Da alcuni giorni circolano, specialmente sui social network, titoloni della serie “L’Italia cerca il petrolio, l’Olanda vieta le auto a benzina”. In un periodo (leggi il referendum “sulle trivelle”) in cui buona parte dell'opinione pubblica è particolarmente sensibile all’argomento, si è innescato un passaparola sul web che rischia però di generare confusione. Guardiamo i fatti.

I Paesi Bassi sono membri della ZEV, The International Zero-Emission Vehicle Alliance (ZEV Alliance), associazione sovranazionale in cui i governi dei Paesi membri si impegnano, come si può leggere nello statuto on-line (pubblicato il 3 dicembre 2015), a eliminare dai propri territori veicoli equipaggiati con motore termico “il più velocemente possibile e non oltre il 2050”. Della ZEV fanno parte, sette stati USA, il Quebec (Canada) e quattro Paesi europei: Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito

Per raggiungere l’obiettivo i membri hanno stabilito, tra l’altro, di incentivare fiscalmente l’utilizzo di veicoli ecologici e l’utilizzo di mezzi pubblici a zero emissioni. E il Governo dei Paesi Bassi, giusto il 15 aprile, ha siglato un accordo con gli operatori del trasporto pubblico. Lo si può leggere sul sito web del Governo olandese: dal 2025 tutti i nuovi bus del trasporto pubblico saranno a zero emissioni. Un’ulteriore requisito è che entro e non oltre il 2025, l’energia che alimenta i bus sia prodotta in maniera assolutamente sostenibile e generata da impianti solari o eolici. Per l’Olanda non è una novità: attualmente all’aeroporto di Schipol prestano servizio 35 bus elettrici forniti dalla società cinese BYD che ha recentemente aperto una filiale nel Paese. 

Infine il 19 aprile scorso la Tweede Kamer, la seconda Camera degli Stati Generali dei Paesi Bassi, ha approvato una mozione del Pvda (il partito social-democratico) e di GroenLinks (il partito ambientalista) per consentire agli ispettori statali di avere accesso ai software utilizzati dalle case automobilistiche evitando frodi in materia di emissioni (leggi Dieselgate). I suddetti partiti avevano in precedenza stilato un piano (del 23 marzo 2016) per uno sviluppo sostenibile della mobilità grazie alla diffusione di 200 mila auto elettriche sulle strade olandesi entro il 2020. Ora la palla passa al Senato. 

Concludendo è evidente che lo sviluppo sostenibile e la difesa dell’ambiente siano tra le principali priorità dei virtuosi Paesi Bassi (patria, giusto per ricordarlo, della Royal Dutch Shell, anche conosciuta come Shell), il cui Governo sta dando da tempo forti segnali per una futura mobilità a impatto zero. Basti pensare che Amsterdam, con oltre mille stazioni di ricarica, è la città con la maggior densità di colonnine al mondo (oltre dieci volte di queste se ne trovino a Roma, ad esempio). Ma prima di vedere sulle strade olandesi solo vetture elettriche (o a idrogeno), passeranno ancora anni

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