L’era del Digital Key

L’era del Digital Key

Le chiavi virtuali per l'auto connessa

di Gianni Rusconi

13.04.2016 20:18

Il debutto europeo del Sync 3 di Ford, la nuova generazione del sistema di connettività e comandi vocali dell’Ovale Blu, ora più ricco grazie al supporto di Apple CarPlay e AndroidAuto, non è stato certo il solo annuncio in ambito “connected car” registrato al Mobile World Congress di Barcellona.

Mercedes, per esempio, ha formalizzato un accordo con il produttore californiano di chip mobili Qualcomm per portare a bordo delle proprie vetture le tecnologie di quest’ultima in ambito 4G per la connettività a banda larghissima dentro l’abitacolo e sul fronte delle soluzioni di ricarica wireless per i dispositivi mobili e, soprattutto, per le auto elettriche ed ibride.

La strada scelta da Seat per lo sviluppo dell’auto connessa di domani passa invece attraverso l’accordo siglato con due colossi tecnologici come Samsung e la tedesca Sap. La Casa spagnola di proprietà di Volkswagen farà infatti da pioniere per gli altri marchi del Gruppo (VW, Audi e Skoda) nello sperimentare diverse soluzioni innovative. Si va dall’auto “always on” e costantemente collegata alla Rete che diventa un elemento dell’Internet delle cose all’apertura delle porte via smartwatch o attraverso le impronte digitali per arrivare all’impiego dello smartphone (e relativa app) come passe-partout digitale per accedere a una serie di comandi della vettura.

Il principio del “digital key sharing”, della possibilità cioè di condividere fra più persone un sistema di chiavi virtuali per accedere all’auto è stato il piatto forte a Barcellona anche di Volvo. La Vasa svedese ha infatti portato allo stand di Ericsson, suo fornitore della piattaforma Connected Vehicle Cloud in cui vengono gestiti e processati i dati, quella che sarà la prima auto senza chiavi fisiche a vedere il mercato a partire dal 2017. Uno smartphone, un app su cui vengono caricate le chiavi digitali, tanta tecnologia che opera a livello di infrastruttura software e di rete ed ecco che cambia un altro stereotipo dell’esperienza di guida: niente più supporti fisici, tutto si comanda in punta di dito e via connessioni Bluetooth.

Lo smartphone rimane dentro il taschino della giacca o nella borsa e abilita lo sblocco della chiusura delle porte e l’accensione del motorino di avviamento. Una tecnologia, quella messa a punto da Volvo, pensata per usare e condividere con altri soggetti autorizzati la propria auto ma anche per affittarne una in aeroporto (quello di Goteborg, in Svezia, ospiterà il primo test pilota questa primavera in collaborazione con la società di car sharing Sunfleet) o in una stazione ferroviaria.

Del resto, come ha detto Henrik Green, Vice President Product Strategy & Vehicle Line Management di Volvo Cars, “Le nuove tecnologie hanno il compito di rendere più facile la vita dei clienti e di evitare loro inutili perdite di tempo”.

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