Mercedes 300 SL, leggendaria Gullwing

Mercedes 300 SL, leggendaria Gullwing

di Redazione

14.01.2010 ( Aggiornata il 14.01.2010 15:17 )

NESSUN’altra Mercedes ha probabilmente affascinato più della 300 SL.
Questo straordinario modello ha rappresentano non soltanto l’immagine della Germania che, sconfitta, si riprendeva cercando nella ricostruzione il riscatto dopo la catastrofe della Seconda Guerra mondiale, ma anche l’avanguardia tecnologica di quegli anni in campo motoristico. Era stata concecipita e progettata per la competizione; solo in un secondo tempo sarà prodotta in serie.
Ideata, dunque per la sfida sportiva. Protagonista con l’Auto Union dell’epopea dei Grand Prix degli Anni Trenta – in cui le auto di Stoccarda si meritano l’appellativo di frecce d’argento – la Mercedes decide di tornare alle corse nel 1951 iscrivendo tre monoposto del 1939 a un paio di gare di Formula Libera, in Argentina. Può farlo perché alla fine del 1949 è scaduto il divieto, imposto dagli americani e dai francesi, che impediva ai costruttori e ai piloti tedeschi di partecipare a corse fuori dai confini nazionali. Il risultato della trasferta in Sudamerica è però deludente: le W 154 si rivelano superate, troppo lente e pesanti per competere contro le Alfa Romeo e le Ferrari.
Bisogna quindi ripartire da zero e lasciare perdere le monoposto, che dall’anno prima hanno assunto la denominazione di Formula 1. La scelta cade perciò sulla categoria Sport. È la metà di giugno. L’ingegnere Rudolf Uhlenhaut, capo dello staff tecnico, e il suo collaboratore, il professore Fritz Nallinger, si mettono subito al lavoro. Passeranno l’estate fabbrica. In pochi mesi i due tecnici progettano una coupè a due posti – codice modello W194 – sviluppata attorno a un telaio a traliccio ultraleggero in tubi sottili pesante appena un’ottantina di kg, ma con una eccezionale rigidità torsionale, e rivestito con un guscio in alluminio.
Sportività e leggerezza: ecco le monolettera SL; Sport e, Leicht, appunto leggero in tedesco. Il motore che la equipaggia è un 6 cilindri in linea di 3 litri di cilindrata – cioè 2995 cm3 da cui la sigla 300 – montato anteriormente e inclinato sul lato sinistro, alimentato da tre carburatori Weber e dotato di testata con valvole desmodromiche, meccanismo che sarà in seguito abbandonato. La potenza è di circa 180 cavalli; più avanti, con l’iniezione diretta Bosch, salirà a 240. La configurazione della carrozzeria in alluminio è studiata per ottenere vantaggi aerodinamici, tanto che il coefficiente di resistenza, il cosiddetto Cx, è di 0,38 – decisamente basso per l’epoca – e permette una velocità di punta superiore ai 260 km/h. Uhlenhaut ha puntato molto sullo chassis, che si estende oltre le fiancate impedendo però l’uso di porte tradizionali.

L’ingegnere ha un’intuizione e risolve il problema con un espediente decisamente originale anche stilisticamente: le portiere sono incernierate sul tettuccio e si aprono con un movimento verso l’alto, rievocando l’immagine di un gabbiano in volo. Quella soluzione è subito definita “Gullwing”, cioè ala di gabbiano. E sarà oggetto, negli anni seguenti, di goffi tentativi di imitazione. È anche con questa denominazione che la 300 SL passa alla storia. Per gli uomini della Mercedes, tuttavia, la gran turismo resterà per sempre la “coupé di Uhlenhaut”. I primi prototipi iniziano i collaudi in circuito nel novembre del 1951. Nel frattempo il mitico direttore sportivo delle “frecce d’argento” degli Anni Trenta, Alfred Neubauer, riorganizza il reparto corse. È l’inizio di una nuova epoca.
Il 3 maggio 1952, due 300 SL affrontano la Mille Miglia: una è affidata a Karl Kling, l’altra a Rudolf Caracciola, l’asso della Mercedes nel periodo pre bellico, e già vincitore a Brescia nel 1931. Finiscono rispettivamente secondo, alle spalle della Ferrari 250 di Bracco, e quarto. Un paio di settimane più tardi, sulle strade del circuito cittadino di Berna, in Svizzera, le coupé di Stoccarda monopolizzano il podio: primo Kling, secondo Hermann Lang, terzo Fritz Riess. Poteva essere un poker se Caracciola, con la quarta 300 SL, non fosse uscito di strada ferendosi a una gamba. A metà giugno le Mercedes “ala di gabbiano” conquistano un altro successo, quello nella maratona automobilistica più famosa del mondo, la 24 Ore di Le Mans: dopo un giorno e una notte e oltre 3700 km completati alla media di 155 km/h, la 300 SL numero 21 di Lang e Riess precede la vettura gemella numero 20 dell’altro equipaggio tedesco, Helfrich-Niedermayr. Le frecce d’argento sono tornate. Alfred Neubauer ha pianificato anche la spedizione a un’altra competizione sulla lunga distanza, la Carrera Panamericana México di novembre; oltre 3mila km su strade di ogni tipo spartiti in otto frazioni e con una regola particolare: soltanto i piloti possono effettuare il rifornimento durante le tappe. È un’altra marcia trionfale, con le 300 SL ai primi due posti assoluti: vincono Karl Kling e Hans Klenk, alla spettacolare media di 165 km/h, davanti a Hermann Lang e Erwin Grupp. A Stoccarda hanno gettato le basi per lo strepitoso bienno piglia tutto 1954-1955, con le monoposto di Formula 1 e le biposto Sport che conquistano vittorie e titoli mondiali.
I successi nelle competizioni inducono la Mercedes ad allestire una versione stradale della strepitosa SL “ala di gabbiano”. Presentata al Salone di Francoforte del 1953, i primi esemplari della gran turismo sono commercializzati nel 1954. Il motore è sempre il 6 cilindri 3 litri, con alimentazione a iniezione diretta, e potenza contenuta a 215 cavalli. Rispetto all’allestimento da corsa, la silhouette del modello di serie è stata leggermente modificata nel frontale e in altri punti: sulle fiancate, per esempio, compaiono le eleganti modanature dei passaruota. Le portiere, inoltre, sono dotate di piccoli ammortizzatori la cui funzione è di sostenerle quando sono aperte. L’originalità dell’apertura non pareggia tuttavia con la praticità: salire e scendere non è una manovra affatto agevole. Ma è un dettaglio.
Della 300 SL la Mercedes realizzerà, tra il 1954 e il 1963, 3.258 esemplari con un picco di produzione di 867 pezzi nel 1955. Non a caso l’anno dei grandi trionfi sportivi.

Una striscia di vittorie nei due mondi

Fosse esistito, nel 1952, il campionato del mondo per vetture Sport, la 300 Sl lo avrebbe conquistato a mani basse. Veloce, affidabile e assisita da una struttura organizzativa che farà scuola nel mondo delle corse – il reparto corse Mercedes di Alfred Neubauer – la 300 SL appare imbattibile nelle competizioni a tappe e in quelle in circuito. Nella foto a lato, Karl Kling, semi nascosto nell’abitacolo, e Hans Klenk a una sosta durante la Carrera Panamericana México, lunga oltre 3mila km. È invece riferita a una gara sprint la foto sotto: il via del Gran Premio di Berna, con in prima fila le 300 SL numero 16 di Rudolf Caracciola e 18 di Kling, che vincerà. Il 51enne Caracciola, che su quel circuito aveva trionfato nel 1935 e 1937, sarà invece protagonista di un grave incidente che metterà fine alla sua strepitosa carriera. Morirà 5 anni dopo per un’intossicazione al fegato. La sua immagine resterà per sempre abbinata a quella della Mercedes.


 


  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese