Nuova Jaguar XJ: confortevole, grintosa e tecnologica

Nuova Jaguar XJ: confortevole, grintosa e tecnologica

di Redazione

07.06.2010 ( Aggiornata il 07.06.2010 12:44 )

Si può perdere un quarto di nobiltà ma rimanere ugualmente una delle ammiraglie più eleganti e ammirate del panorama automobilistico mondiale.
La Jaguar, passata sotto il controllo dell’indiana Tata, ha scelto una strategia inedita per l’ultima generazione della XJ, la quale non rappresenta un’evoluzione della quarantennale super-classica di Coventry ma una vera e propria rivoluzione. Lussuosa e, come sempre, confortevole, questa XJ è radicalmente diversa rispetto a prima: il design è “british-style” ma meno compassato, il comportamento stradale dinamico come non mai, il raffinato abitacolo più spazioso. Inoltre sono presenti tanti contenuti tecnologici che l’hanno fatta diventare un’ammiraglia moderna, al passo coi tempi e in grado di viaggiare a testa alta fra le rivali Audi A8, BMW Serie 7 e Mercedes Classe S. Trattandosi di una vettura di ta glia XXL, la lunghezza supera i cinque metri (5,12 la XJ a passo corto mentre la variante a passo lungo arriva a 5,25).
Il design è dichiaratamente più aggressivo rispetto a quello del passato, quando la XJ era sinonimo di raffinatezza ma anche di un vellutato e po’ antiquato aplomb estetico. Il muso è l’unica parte che strizza l’occhio ai fasti del passato e il marchio del Giaguaro campeggia al centro della griglia cromata a nido d’ape, simile a quella della sorella minore XF. I fari non sono più tondi, come un tempo, ma allungati; quelli posteriori sono verticali a Led. Lo stile dinamico è sottolineato nella zona del montante posteriore dove parte la coda, tronca e non più allungata: una scelta che fa apparire la XJ quasi una due volumi e mezzo con sfumature da coupettona. La XJ è disponibile con due motori a benzina — il V6 5.0 offerto nelle varianti da 385 cavalli e in quella Supercharged da ben 510 cv – e con il turbodiesel 3.0.
L’unità più appetibile è questo sei cilindri a V biturbo, in grado di erogare 275 cavalli con una coppia di 61,2 kgm già a 1900 giri. Il “cuore” adatto per chi cerca confort ma anche eccellenti prestazioni, e lo si avverte nella guida: in autostrada, quando si viaggia senza spingere troppo, diciamo fino a 2700-2800 giri, lavora un solo turbocompressore mentre il secondo interviene quando si alzano i giri del motore per aumentare in modo progressivo la spinta. L’erogazione è sempre lineare e l’elasticità del V6 è confermata dall’efficace abbinamento con il cambio, l’automatico ZF a sei marce, preciso negli innesti che sono sufficientemente rapidi. I dati assecondano le buone impressioni: autolimitata a 250 all’ora la velocità massima, lo scatto 0-100 si ha in 6”4 con un consumo combinato di 14.3 km/litro. A questi pregi la XJ associa una tenuta di strada migliorata (il rollio della precedente serie è inesistente) e un’agilità sorprendente, data la stazza. Il peso è contenuto in 1,8 tonnellate grazie all’adozione di un telaio in alluminio e magnesio, reso più rigido da 2800 rivetti perforanti e da 90 metri di adesivo ipodossico. Soluzioni che hanno ridotto al minimo le vibrazioni. Il silenzio a bordo è da vera Jaguar e si cade nell’equivoco quando si avvia il V6 diesel: la rumorosità è quella di un benzina grazie all’ottimo lavoro di isolamento del cofano.

Il posto guida è “sartoriale” grazie a una serie infinita di regolazioni elettriche che riguardano entrambi i sedili anteriori e il volante, rivestito in pelle, con comandi integrati e persino riscaldabile. L’arredamento della plancia — avvolgente e, per stessa ammissione dei tecnici Jaguar, ispirato a quello dei motoscafi Riva — è un riuscito mix tra passato e futuro: i rivestimenti in raffinata pelle “pieno fiore” combinati con inserti cromati e con vera radica (non quella finta e plastificata che si vedono su altri modelli non Jaguar...) ben si sposano con la strumentazione “virtuale”, rappresentata da un display di 12 pollici che visualizza tachimetro, contagiri e altri dati. I quadranti non sono fissi: la colorazione, ad esempio, cambia a seconda della modalità di guida prescelta (di rosso se si opta per quella più sportiva Dynamic, selezionabile attraverso un pulsante nella plancia). Lo strumento di destra non è fisso e si spegne: prende il suo posto un menù tabellare se il “cervellone” centrale intende segnalare la scarsa pressione di un pneumatico, un problema in corso di marcia, ma anche la regolazione dell’autoradio oppure se il gasolio sta scendendo di livello e si è entrati in riserva. Da segnalare, a tale riguardo, la presenza di una spia che segnala se si sbaglia a fare carburante cioè se si immette benzina anzichè gasolio nel serbatoio. Due pecche in questo contesto lussuoso: le due bocchette d’areazione che sovrastano l’ordinata consolle centrale sono troppo grandi e vistose, mentre l’orologio analogico con fondo azzurro è un po’ retrò.
L’allestimento della XJ del test, il Portfolio (da 91.800 euro, il più ricco Supersport ne costa 107.400) sottolinea l’opulenza dell’ammiraglia di Coventry. I cerchi in lega “Aleutian” sono da 19” e il baule (520 litri la capacità) è rivestito con un tessuto idrorepellente. Strumentazione digitale a parte, al centro della consolle troviamo un altro display da 8” touch-screen nel quale sono visualizzati i dati relativi al climatizzatore, che è quadrizona con comandi separati per i passeggeri posteriori. L’impianto hi-fi Premium da 600 Watt è dotato di 14 altoparlanti, il navigatore satellitare è completo di lettore Dvd e di un Hard Drive Disk per catalogare file musicali.

C'è anche la Supercharged da 510 cavalli

Fra i tre motori proposti sulla XJ, quello più ricercato sarà sicuramente il turbodiesel V6 3.0 del nostro test. Ma la variante più potente dell’otto cilindri a V a benzina di 5 litri, quello montato sulla versione estrema Supercharged, è il fiore all’occhiello in fatto di cattiveria: versione sovralimentata ( tramite compressore Eaton) dell’aspirato V8 5.0 da cui deriva e che eroga 385 cavalli, questo propulsore è in grado di arrivare a 510 cavalli con coppia massima di 63,7 kgm a soli 2500 giri. L’assetto è ribassato e la guida è ancor più sportiva grazie al differenziale posteriore a controllo elettronico ADC, disponibile solo su questa versione. L’adozione di una scocca in alluminio e magnesio ( sotto) ha consentito ai tecnici Jaguar di arrivare a una sostanziale riduzione del peso: sulla bilancia la V8 Supercharged fa segnare 1892 kg.



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