Auto dell’anno 2014, le finaliste: Citroën C4 Picasso

Auto dell’anno 2014, le finaliste: Citroën C4 Picasso
Luminosa da vivere dentro, comoda alla guida. e doppia scelta: per cinque o sette

di Marco Visani

18.02.2014 ( Aggiornata il 18.02.2014 11:10 )

Seconda finalista del concorso Auto dell'anno 2014, tocca alla Citroën C4 Picasso di cui potete leggere la prova su strada Dire che ha imposto una nuova moda è anche eccessivo. Pensate però alla nuova Jeep Cherokee. Ce li ha anche lei, quei faretti sottili e sovrapposti che abbiamo visto per la prima volta su strada giusto sulla C4 Picasso. La Picasso per eccellenza, perché anche se da qualche anno c’è la più piccola C3 a condividerne il nome nella versione da famiglia, nel linguaggio corrente Picasso sta per: monovolume media della Citroën, quella fatta a uovo. Già, perché anche se adesso strabuzza gli occhi, perde lo scalino sulla cintura — però conserva l’originalissima “stempiatura”, il parabrezza panoramico Wide Angle Screen — la più abitabile delle C4 resta sempre perfettamente riconoscibile e originale. Mica poco, in un’epoca di macchine che troppo spesso si assomigliano. Certo, questa faccenda dell’uovo vale solo per la versione a cinque posti. La Grand C4 Picasso, che di posti ne ha sette e che ha seguito l’altra di circa un semestre, come già la serie precedente conserva una linea molto più convenzionale e squadrata, con una terza luce laterale decisamente più estesa e la fanaleria posteriore che cambia design per essere maggiormente distinguibile. Allungata nel passo di 6 cm — alla fine tra i due paraurti ci ballano 4 metri e 59, contro i 4 e 42 dell’altra — spende quantomeno in modo molto funzionale quel posteriore così angoloso. E, una volta tanto, chi viaggia in terza fila – senza venirvi a raccontare che sta comodo come in quella di mezzo – quantomeno non si ritrova con le ginocchia in bocca. E con il sesto e settimo posto in posizione, il baule non ha nulla da rimpiangere a quello della cinque posti. Anzi: ci sta persino qualcosa di più, 645 litri invece di 630. E tutto questo rientrando in una stazza affrontabile sia nelle manovre di parcheggio sia per entrare in un box. Sotto il pavimento di entrambe, c’è la nuova piattaforma modulare EMP2, che sta al Gruppo PSA come la MQB a quello Volkswagen: è la stessa della Peugeot 308 e ha fatto la sua prima “apparizione” proprio su questa Citroën. Felice di confermare la sua vocazione all’originalità anche nell’abitacolo: La gamma della Citroën C4 Picasso e Grand C4 Picasso portaoggetti a profusione (tanti e funzionali), strumentazione centrale con visualizzazioni personalizzabili su un display da 12” e un altro da 7” subito sotto che, oltre alla solita teoria di navigatore, radio e telefono gestisce in modalità touch screen anche i comandi del clima, il che ha permesso di spazzare via quell’esercito di manopole e cursori che affollano la consolle di qualunque automobile. Se poi un’improvvisa nostalgia delle ferie vi assale, non vi resta che caricare una foto della montagna su una chiavetta e visualizzarvela a tutto schermo mentre guidate. E lo farete in posizione sopraelevata, come si conviene su una MPV, pur nell’abbondanza di registri di colonna dello sterzo e poltroncina, e con vastità di spazio. Materia che non difetta nemmeno nei tre posti posteriori (o centrali, se parliamo della Grand), e nemmeno a livello delle spalle. Con in più le tre sedute regolabili indipendentemente sia nell’inclinazione che nello spazio trasversale. Grazie all’impiego di acciai altoresistenziali e alluminio nella struttura, la nuova Picasso arriva a pesare, a seconda delle versioni, sino a 140 kg in meno del modello che l’ha preceduta; un bel vantaggio in termini di guidabilità e consumi. E ha il motore montato più in basso, altro aspetto positivo per la resa su strada. La gamma motori è piuttosto articolata, con due scelte per i benzina (1.6 VTi da 120 o 155 cv) e tre diesel: due 1.6 da 90 e 115 cv e un 2.0 da 150 cavalli con trasmissione manuale, robotizzata o automatica classica, con convertitore di coppia, variamente abbinabili. Abbiamo avuto occasione di testare la cinque posti in abbinamento al millesei turbodiesel e l’abbiamo trovata — non è che siamo affezionati ai luoghi comuni legati al marchio Citroën: è la pura verità – prima di tutto comoda. Silenziosa, con un ottimo filtraggio dei fondi irregolari, un’aerodinamica curata che non lascia spazio a fruscii, ha — rispetto alla vecchia — molle e ammortizzatori dalla taratura più rigida. Si nota poco, però: confortevole come poche altre, la Picasso ha un rollio importante e un certo beccheggio che limitano la rapidità degli inserimenti, e il resto lo fa uno sterzo veloce ma filtrato. In caso d’emergenza le reazioni riflessive innalzano la soglia di intervento dell’elettronica di assistenza. Insomma: nonostante sul piano puramente prestazionale i 115 cavalli se la cavino egregiamente, la Picasso non è una vettura brillante tout court ma una piacevole passista. Che si fa amare per l’erogazione dolcissima del suo turbodiesel ben abbinato a un cambio sei marce correttamente manovrabile, con rapporti lunghetti per tirare sui consumi. Che sono infatti decisamente interessanti (18 km/litro la media reale rilevata, con ben 900 km di autonomia) anche grazie all’efficienza dello Start&Stop, basato su un alternatore reversibile abbinato al motorino di avviamento e parte essenziale di quello che in Citroën chiamano sistema microibrido eHDi: qui il motore non si spegne solo a ruote ferme e cambio in folle come nel caso di tutti gli altri sistemi start/stop, ma anche in movimento quando la velocità scende sotto i 20 km all’ora, salvo riaccendersi da solo se vengono superati, ad esempio in discesa, i 25 km/h. Sul piano finanziario la Citroën C4 Picasso non è la più conveniente della sua classe. Chiamata a confrontarsi con il solito mostro Ford (nel senso che il rapporto contenuti/listino del marchio tedesco non li batte nessuno), che in questa categoria schiera nientemeno che la leader C-Max, la C4 esce sconfitta, o se preferite escono mediamente 2.500 euro in più dal vostro conto corrente nel caso in cui la scegliate. Però la francese ha dalla sua una dotazione mediamente molto più ricca e un’offerta di optional prevalentemente organizzata in pacchetti di facile fruizione. Dove peraltro c’è tanta tecnologia: a iniziare dal Vision 360, sistema che grazie a quattro telecamere agli angoli permette numerose visuali esterne, tra cui la bird view dall’alto, e proseguendo con i vari Park Assist, il cruise adattativo, gli alert anticollisione e antisuperamento della carreggiata, gli abbaglianti automatici, il controllo dell’angolo cieco e il Citroën eTouch per le chiamate d’emergenza verso la centrale di soccorso spingendo un tasto. Chicca tutta Citroën il poggiapiedi per il passeggero che esce elettricamente da sotto la poltrona, come su certi salotti. Ampia, come la gamma, la forbice di prezzo: si va da 22.800 a 33.300 euro. Schermata 2014-02-18 alle 11.09.05

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