Citroen Cactus, la nuova 2CV

Citroen Cactus, la nuova 2CV
E' la "due cavalli" dei nostri tempi: pratica, economica e dal design gradevole

di Redazione

24.02.2015 ( Aggiornata il 24.02.2015 07:11 )

Il soprannome di “2 CV del Duemila” che gli è stato affibbiato subito rende bene l’idea. La Citroen C4 Cactus è la reincarnazione, sessant’anni dopo, dello spirito di quell’automobile così pratica, versatile e anticonformista che ha identificato diverse generazioni. La 2 CV era l’automobile spartana e pratica dei contadini francesi nel dopoguerra, ma diventò anche la vettura anticonformista per il suo look un po’ hippy dei giovani alternativi di sinistra dei primi Anni ‘70. Tanto che Claudio Baglioni le dedicò una canzone e la mise anche nella copertina di uno dei suoi primi long playing. La Citroen C4 Cactus reinterpreta tanti anni dopo gli stessi concetti della 2 CV. È un’automobile “pratica” e concreta, costruita attorno alle esigenze della vita di tutti i giorni. Offre tante soluzioni “furbe” e pratiche; di poco costo e tanta sostanza per la guida e per la vita a bordo. Motori economici e robusti, benzina e diesel di potenza limitata (82 e 110 cavalli) ma che grazie al peso contenuto attorno ai mille chili dell’auto, garantiscono accelerazioni dignitose (da 11”4 a 9”7 i diesel) e consumi incredibilmente bassi: da 21,7 a 29,4 km/litro dichiarati). La Cactus è un compromesso ben mirato: rinuncia a certa tecnologia superflua che farebbe soltanto lievitare il prezzo senza dare un importante beneficio aggiuntivo, ma investe invece in soluzioni pratiche che danno valore aggiunto nell’impiego di tutti i giorni: cambio robottizzato con comandi semplificati, riprogettazione del sistema airbag passeggero al fine di creare spazio per un capace cassetto nella plancia, sedile anteriore a divano, bumpers sulle fiancate. Il nome Cactus è stato scelto perché evoca sobrietà, solidità, resistenza. Il cactus è la pianta che sopravvive senz’acqua nel deserto perché ha una conformazione così intelligente che può raccogliere nelle proprie foglie le gocce di liquido necessarie alla sussistenza. Il cactus ha le spine per difendersi dagli animali che potrebbero danneggiarlo. Allo stesso modo è costruita la Citroen Cactus. Ha un design originale e anticonformista, ma la cosa per cui la si riconosce subito sono i bumpers. Protezioni laterali, anteriori e posteriori, che sono un elemento di design ma anche una prevenzione per graffi e piccoli urti cittadini. E conferiscono una personalità a quest’auto.
Citroen Cactus
Per dirla con le parole di Mark Lloyd, il responsabile del progetto stilistico della Cactus, “Abbiamo voluto rafforzare il ruolo e il concetto del paraurti con nuove idee e nuovi materiali. I bumpers sono delle protezioni che alloggiano microcamere d’aria all’interno, che in caso di lievi contatti preservano la carrozzeria. Ci siamo ispirati ai parabordi delle barche o alle omonime protezioni degli iPhone che proteggono la delicata cornice laterale. Ma i bumpers diventano anche un elemento di design e di colore”. Dopo sei mesi di commercializzazione, l’originale design della Citroen C4 Cactus e dei suoi bumpers ha creato reazioni positive e negative fra gli automobilisti. C’è chi di quest’auto apprezza il look anticonformista, chi la critica bollandola come l’auto che ha le porte rovesciate (cioé con il rivestimento all’esterno). Di certo i bumpers non devono far passare in secondo piano quelle che sono le peculiarità di quest’automobile. Che è ispirata da un concetto ben preciso: mettere in un’auto soltanto idee e componenti davvero indispensabili, rinunciando invece a gadget e accessori superflui. Alcune scelte effettuate nel progetto Cactus sono in chiave risparmio, ma in altri casi si è invece investito per aumentare certe funzionalità. Il telaio, per esempio, è quello della vecchia Citroen C3: più economico del recente Emp2 adottato dal gruppo Psa. Costa meno e quindi abbassa il prezzo finale. Il sistema di climatizzazione è monozona ed è privo di bocchette posteriori e mancano gli alzacristalli per i vetri posteriori, che si aprono a compasso come su certe utilitarie. Ma il comfort di bordo viene esaltato dall’originalissimo sedile anteriore a tutta larghezza che ricorda quello delle Citroen DS degli Anni ‘60; offre una inedita sensazione di spaziosità e comunque non pregiudica nulla perché ognuno dei due sedili, in realtà, scorre in modo indipendente in lunghezza. Questa soluzione è resa possibile dal fatto che sulle versioni automatiche della Cactus il cambio robottizzato non ha leve ma un comando a bottoni a prova di stupido: ci sono tre pulsanti, A, R e N per la marcia avanti, la retro e il folle. Manca la funzione parking per cui arrestandosi bisogna ricordarsi sempre di bloccare l’auto tirando il freno a mano come insegnano a scuola guida. Alla fine, togliendo qui e aggiungendo là, i progettisti sono risuciti a costruire un crossover versatile e originale, lungo 416 cm, dal peso contenuto e consumi molto bassi, dove il prezzo medio delle diesel (togliendo la versione d’attacco a prezzo ribassato senza clima) va dai 20.000 ai 21.750 euro. In linea con rivali come Nissan Juke e Peugeot 2008, e meno di Fiat 500L e X.  

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