Francia, solo vivavoce in auto: fuorilegge auricolari e cuffie

Francia, solo vivavoce in auto: fuorilegge auricolari e cuffie
Su Asaps.it l'analisi di Lorenzo Borselli: anche altri provvedimenti per un risparmio di centinaia di vite

di Redazione

13.07.2015 ( Aggiornata il 13.07.2015 10:16 )

Pubblichiamo l'interessante articolo di Lorenzo Borselli proposto ad Asaps.it, relativo

In Francia si cambia parecchio: dal primo luglio sono entrate in vigore una serie di modifiche che rivoluzionano, e di parecchio, le regole del codice stradale. Come largamente anticipato nei mesi scorsi, infatti, il decreto n. 743/2015, apparso sulla gazzetta ufficiale francese lo scorso 24 giugno (clicca qui), interviene in maniera drastica su velocità e distrazione. Ispiratore della stretta è stato Bernard Cazeneuve, ministro degli interni nel governo Valls, all’indomani della pubblicazione dei dati sulla mortalità stradale relativa al 2014, avvenuta a metà febbraio (noi, lo ricordiamo, non sappiamo ancora oggi a quante ammontino le vittime dello scorso anno né sapremo quante di esse abbiano perso la vita in incidenti alcol correlati).

È finita l’era del telefono alla guida, almeno da un punto di vista normativo, visto che l’articolo 412/6° ha già definitivamente messo al bando gli auricolari, cuffie e qualunque altro dispositivo capace di emettere suoni, televisioni comprese. Nel mirino, lo capirete, c’è la distrazione: secondo uno studio belga – pensate – i conducenti che telefonano durante la guida andrebbero soggetti al rischio di provocare un incidente stradale ben nove volte in più rispetto a chi non ne fa uso. È un dato scientificamente provato quello secondo il quale chi si trova impegnato in una conversazione telefonica mentre guida, deve necessariamente dividere la propria attenzione cognitiva sia nel dialogo che nelle condizioni della circolazione, sottraendo una parte essenziale di attenzione alla lucidità necessaria per prendere la decisione giusta. Figuriamoci poi se la manipolazione attiva si sposta alla compilazione di messaggi e all’osservazione del display sia per scrivere che per leggere le risposte. Il risultato è che il livello di distrazione è così alto da mettere il conducente trasgressivo in una condizione del tutto simile all’ebbrezza alcolica, con un tasso medio di 0,8 g/l.

Lo stesso studio, ripreso più volte dagli stessi francesi, ha sancito peraltro che non ci sarebbe praticamente differenza tra chi – al volante – tiene un telefono all’orecchio per conversare e chi invece utilizza un kit vivavoce, arrivando a determinare con certezza che il risultato di una “guida telefonante” si traduce in frenate brusche, frequenti esitazioni, inadeguatezza comportamentale rispetto alle emergenze, deviazione della traiettoria fino all’invasione della corsia opposta, alla mancata precedenza almeno una volta su 4, mancato rispetto delle categorie deboli (pedoni, ciclisti e motociclisti), allungamento dei tempi di reazione e disinteresse rispetto ai segnali stradali (ignorati 4 volte su 10). Restano comunque autorizzati i kit vivavoce ed i caschi con dispositivi incorporati, ma non è escluso che se i risultati di questa iniziativa legislativa non  vengano centrati, si possa arrivare alla completa messa al bando di ogni sistema. Per chi sgarra, 135 euro di multa e 3 punti patente.

Il giro di vite – perdonateci il gioco di parole – è esteso anche alla soglia legale alcolica: ai neopatentati non sarà più concesso di superare gli 0,2 grammi di alcol per litro di sangue, contro la precedente soglia di 0,5. Molti media francesi hanno spiegato che il nuovo limite impedisce sostanzialmente di bere alcolici e potrebbe costare molto caro ai novizi in caso di positività all’etilometro. La legge prevede infatti la perdita di tutti i punti disponibili (i neopatentati dispongono di 6 crediti), ma non ci sembra che si siano lamentati in tanti, visto che in Francia le statistiche parlano chiaro: sulla strada l’alcol è la principale causa di morte tra i 18 e i 25 anni di età. Inizia la sperimentazione dell’abbassamento del limite di velocità su quattro tratti di strada extraurbana a doppio senso di marcia, considerati molto pericolosi, passando dai tradizionali 90 km/h agli 80.

Le strade nel mirino dei radar sono in un tratto di 18 km della RN7 nella Drôme (dipartimento della regione del Rodano-Alpi), in 17 km della RN151 nella Nièvre e sempre sulla stessa strada in un tratto di 32 km della Yonne (entrambi dipartimenti della Borgogna)e infine in un tratto di 14 km della Haute-Saône (dipartimento della Francia-Contea). In questo caso, le evidenze scientifiche non hanno trovato analogo consenso nella popolazione, visto che solo il 16% dei cugini transalpini ha detto di essere favorevole ad una norma che estenda a tutta la rete viaria il provvedimento.  Gli esperti, dicevamo. Secondo uno studio pubblicato a ottobre 2013, l’abbassamento di 10 km/h a tutto il territorio consentirebbe di salvare dalle 450 vite ogni anno, mentre l’adozione di tale norma solo nei punti neri inciderebbe sul risparmio di 200 vittime. Gli stessi esperti autori di questo studio – pubblicato su Le Figaro il 7 ottobre 2013 – avevano raccomandato di obbligare tutti i neo patentati ad installare etilometri capaci di inibire l’avviamento del motore e avevano profetizzato che l’eliminazione degli ostacoli sulle strade – tra cui alberi e pali – avrebbe consentito di risparmiare dalle 120 alle 170 morti ogni anno. Cambia anche la targa per i veicoli a due e tre ruote, adeguando la norma di stato agli standard europei, ma questo – ovviamente – ci interessa meno. 

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