Zagato, creatività al potere

Zagato, creatività al potere
L'ultima perla è la Mostro: Andrea Zagato ci racconta la storia di un atelier mitico

di Redazione

12.08.2015 ( Aggiornata il 12.08.2015 00:53 )

Testo e foto di Francesco Reggianini Andrea Zagato, nipote di Ugo, il fondatore di una delle carrozzerie più longeve e famose nella storia dell’auto, ci ha invitato a un evento sul nuovo circuito di Arese. Una pista con uno sviluppo di 1600 metri che sorge dove un tempo c’era la sede di collaudo dell’Alfa Romeo. Oltre che per rinverdire i fasti dell’antico circuito (sul quale giravano Consalvo Sanesi e Gigi Villoresi), il luogo è storico: qui, un tempo, sorgevano i capannoni della tanto rimpianta fabbrica di Arese. Ci spiega Zagato, “Tra breve sarà costruito anche un Garage Zagato: punto di riferimento per i clienti che parteciperanno alle più importanti manifestazioni di auto storiche in Italia. Il raduno di sportive Zagato, che abbiamo organizzato in occasione dell’apertura della pista cade nella settimana fra la fine della Mille Miglia e l’inizio del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, e penso che lo farò diventare un appuntamento fisso, anche in futuro”. Davanti a noi la splendida Alfa Romeo 1750 SS del 1929 le recenti Aston Martin V12 Zagato (2011) e Alfa TZ3 Competizione e stradale (2013). Zagato Andrea ci racconta: “Mio nonno Ugo, dopo aver lavorato come ingegnere in un’industria aeronautica, pensò che se avesse avuto la possibilità di plasmare una carrozzeria automobilistica, l’avrebbe fatta come un aeroplano: naturalmente senza le ali! Nel 1919, fondò la Carrozzeria Zagato, e, da subito, applicò i concetti tipici dell’aeronautica per il contenimento dei pesi, usando l’alluminio per plasmare le sue creazioni. La Zagato del terzo millennio ha cambiato completamente assetto, obiettivi e tecnologie, anche rispetto all’azienda che era solo pochi anni fa. Alla fine degli anni ’80, furono introdotte, in Giappone, le linee di produzione flessibili, che portarono a una drastica riduzione del lavoro delle poche carrozzierie ancora rimaste sul mercato (in quanto con la flessibilità delle catene di montaggio, da un unico pianale nascevano diversi tipi di vettura, e il lavoro di diversificazione compiuto dai carrozzieri, praticamente scompariva”.

Zagato, creatività al potere - Andrea

Andrea Zagato
Prosegue: “Fu proprio allora che iniziai a collaborare nell’azienda di famiglia, con mio padre Elio, che ne era direttore, e mio zio Gianni. Lo feci seguendo il progetto dell’Alfa Romeo SZ (ES 30), con Giuseppe Bizzarrini, figlio di Giotto, che gestiva la Carplast, e con l’importante consulenza di Walter De Silva, oggi responsabile del Centro Stile Volkswagen Group, e allora di quello dell’Alfa Romeo con il quale elaborammo, con la tecnologia CAD-CAM, l’esotica coupé della Casa del Biscione, che poi fu prodotta in 1036 esemplari, oltre che in 284 Roadster (RZ). Poi, c’impegnammo in un altro progetto che coinvolgeva il Gruppo Fiat, ideando il primo coupé due posti a quattro ruote motrici: una piccola rivoluzione per quei tempi. Ci basammo sul pianale della fortunata Lancia Delta Integrale. La Hyena, nelle intenzioni nostre e di De Silva, avrebbe potuto esser prodotta in una tiratura di 500 esemplari, ma l’idea, purtroppo, non interessò all’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Paolo Cantarella, e il progetto si arenò. Costruimmo solo 26 vetture, per conto nostro… Qualche tempo dopo, De Silva uscì dalla Fiat per passare all’Audi, dove partecipò alla realizzazione della TT! Poi, tenendo conto del periodo infelice per i carrozzieri, in cui ci trovavamo, decidemmo di chiudere la linea di assemblaggio per dedicarci alle fuoriserie in tiratura limitata. Fu necessario ricominciare da zero. Oggi costruiamo vetture ispirate a modelli iconici di un marchio (come l’Alfa TZ e 8C, l’Aston Martin DB4 GT Zagato e la Vanquish, la Ferrari Testarossa). Produciamo 9 esemplari (a ricordare le prove d’autore nell’arte), con i più moderni contenuti tecnologici, impiegando carbonio e compositi al posto dell’alluminio che usava mio nonno. Per l’Aston V12, molto apprezzata dalla Casa, abbiamo costruito ben 101 vetture dal 2011". Afferma orgoglioso: “Riproduciamo anche varie vetture storiche del Marchio, replicate su nostri disegni originali (le definiamo Sanction II), come le 4 Aston Martin DB 4 GTZ, costruite nel 1991, e le 2 costruite nel 2000 (Sanction III), con telaio e motore forniti dalla Casa. A breve, inoltre, consegneremo a Guy Berryman (il bassista dei Coldplay), il primo dei 9 esemplari della Porsche 356 Speedster Zagato Sanction II, che riproduce la rarissima vettura da gara che carrozzammo nel 1958”.
Andrea Zagato
Tornando alla pista di Arese, con una vista panoramica dalla terrazza sugli spettacolari esempi di quanto Zagato ci ha raccontato, parcheggiati sotto di noi, gli chiediamo ad Andrea: “E la novità di cui ci ha parlato?” Il rombo cupo di un V8, precede la sua risposta: la folla si apre sotto di noi, e vediamo comparire un fenomeno alato, con forme sinuose e aggressive, che fanno pensare ad un’auto da corsa: “Questo è il mio nuovo Mostro: è il primo esemplare di una piccola serie nata per celebrare i 100 anni della Maserati, di cui la quinta ed ultima vettura verrà consegnata entro il dicembre del 2015. Ispirata alla 450 S Zagato Mostro del 1957 (a proposito d’auto iconiche), che con Stirling Moss rischiò di vincere la 24 ore di Le Mans, ha 450 Cavalli su circa 1000 kg di peso, un telaio monoscocca in carbonio accoppiato ad una struttura centrale in tubi d’acciaio, il cambio transaxle, e la carrozzeria in carbonio disegnata dal giapponese Nori Harada: che ne dite?
Zagato Mostro powered by Maserati
Zagato Mostro powered by Maserati

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