Addio al PRA dal 2016, ecco la riorganizzazione del ministero

Addio al PRA dal 2016, ecco la riorganizzazione del ministero
Il certificato di proprietà si integrerà con il libretto, una nuova agenzia per gestire i rapporti con gli automobilisti

di Redazione

21.09.2015 ( Aggiornata il 21.09.2015 15:47 )

Torna d'attualità l'abolizione del PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e l'integrazione di archivi e banche dati con la Motorizzazione civile, mettendo fine all'inutile doppione di funzioni che i due enti hanno finora rappresentato, con i relativi costi per gli automobilisti. Partiamo proprio da questi ultimi, ancora cifre stimate, perché si parla di 39 euro di risparmio per il cittadino, se la bozza di decreto legislativo pronta al ministero dei Trasporti verrà votata in consiglio dei ministri e la riorganizzazione pensata andrà in porto. Sono due le fasi cruciali delle quali si discute: la prima con scadenza gennaio 2016, la seconda a luglio del prossimo anno. La chiusura del PRA è la prima tappa prevista, successivamente alla quale verrebbe integrato l'archivio a disposizione della Motorizzazione, in attesa di un nuovo organo, l'Agenzia per il trasporto stradale, che arriverebbe come ente - sotto la direzione del ministero dei Trasporti - nella gestione dei rapporti con gli automobilisti. Dal mese di luglio andrebbe a gestire i trasferimenti di proprietà, la riscossione dell'imposta provinciale di trascrizione (IPT), la gestione dei fermi amministrativi e del rinnovo delle patenti. Un soggetto unico, così come unico diventerà il documento di circolazione, accorpando le informazioni oggi integrate nel Certificato di proprietà e nella Carta di circolazione. La semplificazione come obiettivo finale, non senza pensare a una riduzione di costi (il nuovo Documento unico di circolazione costerebbe 29 euro più imposta di bollo). L'ultima volta che il governo mise sul piatto l'abolizione del PRA fu lo scorso anno, ma alle intenzioni non seguirono i provvedimenti legislativi finali, restando un disegno di legge del giugno 2014. Allora si discuteva anche di rimodulazione dell'IPT, trasformandola in imposta regionale e proporzionale al valore dell'auto, così come di abolizione del superbollo, due aspetti non toccati dalla bozza di decreto legislativo del 18 settembre scorso. Fabiano Polimeni

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