Diesel Gate, Volkswagen e le emissioni truccate

Diesel Gate, Volkswagen e le emissioni truccate
Crollo in borsa: - 17%. Il Governo tedesco: "Brutta storia. Un clamoroso inganno ai danni dei consumatori”

di Francesco Forni

22.09.2015 ( Aggiornata il 22.09.2015 07:12 )

Diesel-Gate, scandalo Volkswagen, le emissioni truccate dei motori diesel sono una mazzata tremenda per il Gruppo. Il titolo ha avuto un calo del 17% in Borsa, con punte del 23%, andando a quote minime dal 2012. La spada di Damocle dei 18 miliardi di multa negli USA e di una reputazione costruita nei decenni che potrebbe svanire in pochi giorni, ha portato VW a patire una pressione tremenda. Una botta incredibile, dagli Stati Uniti le accuse portate dall’Environmental Protection Agency (l'agenzia per la protezione ambientale)si sono rivelate più che fondate, tanto che il colosso tedesco ha subito “ammesso davanti alle autorità, adesso collaboriamo attivamente". Ma non è bastato. Nel ciclone sono finiti i motori TDI di 2.0 litri, diesel turbo e a iniezione diretta, da decenni uno dei vanti del Gruppo. I quattro cilindri a gasolio di Volkswagen e Audi non potrebbero circolare negli USA: anzi non possono. La vendita è stata sospesa e per quasi 500.000 auto (482mila, per l’esattezza) in circolazione c’è stato il richiamo: ovvero per VW Jetta, Beetle, Golf e Passat, e Audi A3. Enorme danno di immagine e di credibilità, un vulnus che forse potrà essere sanato solo in decenni. Le emissioni nocive dei diesel (monossido di azoto), dalle 10 alle 40 volte superiori al consentito negli Stati Uniti d’America, nascoste da una centralina che le riduceva durante i test, sono un boomerang a livello globale. L’accusa americana non lascia spazio a mediazioni. "Usare un impianto di manipolazione nelle macchine per eludere gli standard ambientali è illegale, e una minaccia alla salute pubblica", La Germania stessa, da sempre ritenuta al vertice per prodotti affidabili e di certificata qualità, ne esce ridimensionata e pure stizzita per VW. Sigmar Gabriel, il ministro dell’economia tedesco ha usato parole dure. “Brutta storia. Un clamoroso inganno ai danni dei consumatori. Siamo preoccupati per la nomea dell’industria dell’auto tedesca”. Ora tutte le auto del gruppo saranno sottoposte a test in Germania. Le scuse di Martin Winterkorn, amministratore delegato del Gruppo, non sono servite a molto. Anzi l’ammissione di colpa ha scatenato ancora più timore. Perché in Europa i motori diesel TDI sono molto più diffusi che negli USA e il danno per l’ambiente potrebbe essere notevole, oltre alla evidente truffa. I colloqui tra Winterkorn e il Governo tedesco nei prossimi giorni ovviamente saranno sempre più intensi.

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