McLaren, metà gamma ibrida nel 2022

Che volto avrà la divisione automotive di McLaren tra 6 anni? Sarà protagonista nel panorama delle supercar con un volume di produzione che, si augurano a Woking, raggiunga le 5.000 unità l'anno nel 2022, contro il dato consolidato del 2015 inferiore alle 2.000 auto consegnate. Sarà, soprattutto, un gruppo che avrà investito in maniera decisa sull'ibridizzazione. E' Mike Flewitt, amministratore delegato del reparto auto stradali McLaren, a tracciare la rotta. 

L'ibrido come passaggio necessario per abbattere le emissioni inquinanti. Non supercar plug-in, non rientra nei programmi del marchio, ma l'integrazione di motore termico ed elettrico per regalare un nuovo quadro di sportività a ogni livello. Oltre alla hypercar P1, modelli relativamente di maggior volume, come le granturismo alla "base" dell'offerta. Per farlo, conferma in un'intervista ad Automotive News, si interverrà sulla struttura attuale. Oggi, i numerosi modelli in cui si articola la gamma McLaren, condividono la medesima cellula abitacolo, una vasca in fibra di carbonio alla quale sono ancorati telai supplementari in alluminio all'avantreno e al posteriore. 

Perché possa integrarsi lo schema ibrido, saranno necessarie delle modifiche, così come difficilmente vedremo il V8 biturbo da 3.8 litri al proprio posto nel powertrain, confermato come frazionamento alternativo per modelli non ibridi. Prevedibile che sia un'unità più piccola di cubatura e frazionamento, viene in mente un V6, a prendene il posto. In merito, Flewitt non si lascia sfuggire alcuna indiscrezione. Potremmo accogliere la prima delle nuove McLaren ibride già nei prossimi 3 anni ed entro il 2022 si conteranno 15 proposte in tutto a Woking, la metà ibride. Chiaramente, sono incluse tutte le varianti di carrozzeria e le specializzazioni più estreme, nel computo. La continuità con le McLaren attuali sarà garantita dallo schema due posti a motore centrale.

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Per finanziarie il piano di crescita e sviluppo, verranno messi in campo 1,3 miliardi di euro, destinati alla ricerca. Sarà un processo che non chiederà contributi agli azionisti.

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