Brexit, l’industria auto britannica chiede accordi con la UE 

Brexit, l’industria auto britannica chiede accordi con la UE 

Dopo il voto nel Regno Unito la Society of Motor Manufacturers and Traders chiede al Governo misure che salvaguardino l’industria automobilistica Britannica

di Francesco Colla

24.06.2016 17:38

Alla vigilia del voto in Gran Bretagna si riportava l’opinione di un economista secondo cui un'eventuale Brexit (poi avveratasi) potrebbe portare a una diminuzione dell’export italiano verso il Regno Unito, mettendo quindi in difficoltà anche i marchi FCA come Fiat e Jeep che vendono Oltremanica migliaia di Renegade e 500.

Dopo l’esito del referendum la Society of Motor Manufacturers and Traders (società che supporta e promuove gli interessi dei produttori e commercianti del settore automotive UK) ha subito chiesto al Governo britannico di prendere accordi con l’Unione Europea per salvaguardare un settore che pesa per oltre 15 miliardi di sterline all’anno.

Prima del voto la SMMT aveva pubblicato una nota in cui dichiarava che il 77% dei membri della società erano favorevoli al “Remain” quindi al rimanere in seno alla UE. E Ken Gregor, Chief Financial Officer Jaguar Land Rover, aveva commentato: “Rimanere in Europa, il nostro maggior mercato, aumenterà le chance di crescita di Jaguar e Land Rover, creando lavoro e investimenti”. Opinione condivisa da esponenti Toyota (il colosso giapponese ha poi valutato che la Brexit aumenterà del 10% la tassazione sulle auto prodotte localmente) e BMW (marchio proprietario di Mini e Rolls-Royce).

Poi il voto e la vittoria del “Leave”, così commentata da Mike Hawes, SMMT Chief Executive, said: “Il popolo britannico ha scelto per un nuovo futuro al di fuori dell’Europa. Il Governo ora deve mantenere la stabilità economica assicurando un accordo con l’Unione Europea che possa salvaguardare gli interessi dell’industria automotive britannica. Questo include l’accesso ai mercati europei senza dazi doganali e la sicurezza di poter assumere personale qualificato in Europa e nel resto del mondo”. 

Oggi la notizia ha creato pessimismo in tutte le borse mondiali: ad esempio il titolo FCA ha perso oggi l’8,41% a Milano e l’11,54% a quella di New York, mentre Francoforte ha visto Volkswagen perdere il 9,67% e Daimler l’8,81%

 

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