Formula E, ecco perché è elettromania

Formula E, ecco perché è elettromania

Renault, Audi, DS, Mahindra, Bmw, Jaguar e Nissan competono in un campionato-laboratorio per tecnologie e motori ecosostenibili da adottare poi su auto di serie

di Fulvio Cavicchi

20.07.2016 22:06

Non era mai successo prima, e questa è la grande novità.

Da sempre il mondo delle corse inventa o sviluppa soluzioni che poi arrivano sulle auto di serie. Ma per la prima volta il processo si è invertito perché l’interesse delle Case automobilistiche verso la mobilità elettrica ha spinto Alejandro Agag ad inventare un nuovo campionato automobilistico, la Formula E.

Dal nome già si può facilmente intuire l’obiettivo di questo campionato, cioè diventare la Formula 1 del mondo della mobilità eco-sostenibile. La serie è appena alla sua seconda stagione di vita, la prima in cui le squadre possono cominciare a personalizzare la propria vettura (trasmissione, inverter e powertrain) e occorreranno ancora alcuni anni prima che le soluzioni inventate nel primo Campionato del Mondo per monoposto elettriche possano essere montate sulle auto di tutti i giorni.

Ma l’interesse per la Formula E che le varie Case automobilistiche stanno manifestando è degno di attenzione e sfocerà presto in una sfida all’ultimo watt decisamente da seguire. Di rado si sono visti tanti costruttori in un solo campionato automobilistico, soprattutto negli ultimi anni in cui, causa crisi, tutte le varie Case hanno cercato di limitare al massimo i propri impegni per non sprecare denaro. Quindi desta interesse notare come la Formula E, appena al suo secondo anno di età, vive un’accesa sfida tra colossi come Renault ed Audi per il titolo, con il team DS in crescita.

Inoltre c’è l’indiana Mahindra, che ha annunciato che nella prossima stagione monterà un propulsore sviluppato appositamente dalla nostra Magneti Marelli.

Oltre al poker di nomi già presenti, è certo che, dal 2017, ci sarà anche Jaguar, che riporterà a 20 le monoposto al via dopo il ritiro della scuderia di Jarno Trulli. Ma non solo: da più di un mese continuano a girare voci di un approdo anche della Nissan, e sarebbe una mossa che avrebbe decisamente senso visto che si tratta della Casa che produce la Leaf, la vettura elettrica più venduta al mondo.

Essendo poi “sorella” della Renault, potrebbe condividere con la Régie le tecnologie sviluppate per il campionato e, quindi, essere da subito competitiva nel campionato.

Infine c’è la BMW, che sin dall’introduzione di questo campionato nel 2015 è vicina alla Formula E, presente per ora con la i8 con funzione di safety car e con la i3 come vettura di servizio per tutta l’organizzazione. E che, stando alle voci che si rincorrono nel paddock, potrebbe collaborare con la Andretti Autosport, al fine di aumentare anche la propria visibilità in USA.

Come detto, ci vorrà ancora del tempo prima che il materiale da corsa diventi utile per il prodotto, ma perché tante Case partecipano o puntano a partecipare? Lo ha ben spiegato il Responsabile Marketing e Vendite del Settore Elettrico di Renault, Guillaume Berthier: “La Formula E permette di fare arrivare nella testa della gente dei concetti altrimenti difficili da inculcare. Il primo dei quali è che l’auto elettrica non è solo una privazione ma è anche divertente. Infatti si può usare anche per correrci e non solo per spostarsi. E poi la tecnologia adottata sulle monoposto, a partire dalle batterie”.

Il powertrain delle monoposto comprende il motore elettrico, l’inverter e la trasmissione, ma nelle stagioni future è prevista l’introduzione di una nuova normativa che consentirà lo sviluppo delle batterie. A fornire il powertrain elettrico delle vetture e l’elettronica è la McLaren Electronics Systems, leader mondiale nella tecnologia ad alte prestazioni per il motorsport, mentre Williams Advanced Engineering, parte del gruppo di aziende Williams che include il team di F.1, mette a disposizione le batterie che producono 200 kW, l’equivalente di 270 bhp.

Il cambio montato è un sequenziale a cinque marce, fornito da Hewland, con rapporti fissi per contribuire a ridurre ulteriormente i costi.

Grazie all’elettrico, poi, si possono ammirare gare nei centri città solitamente chiusi alle auto di serie. Inoltre è possibile apprezzare le gare senza spendere troppo (i prezzi dei biglietti si aggirano sulla ventina di euro, a differenza della ben più costosa F.1).

Un’ottima intuizione, infine, è stata quella di portare le gare nelle più belle e note città del mondo (Pechino, Buenos Aires, Parigi, Berlino, Mosca e Londra). Si tratta di una possibilità che solo la Formula E può avere per via delle proprie caratteristiche: grazie ai vantaggi delle vetture elettriche, cioè silenziosità e non inquinamento dell’aria, si riducono al minimo i fastidi per chi vive nelle vicinanze, ed inoltre svolgendosi tutto in una sola giornata (il sabato) la circolazione non è infastidita.

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