L’Aston Martin stradale di Newey

"Solo ora, dopo scarabocchi e schizzi infiniti, ho realizzato il secondo sogno della mia infanzia: costruire una supercar"

di Alberto Sabbatini

13.10.2016 20:46

Adrian Newey è il più grande progettista della F1 moderna. Con la Red Bull ha vinto quattro titoli mondiali F1 e altri cinque ne aveva vinti prima progettando negli Anni ‘90 le Williams di Mansell, Prost e Hill e poi la McLaren di Hakkinen.

Newey racconta che da bambino aveva due sogni fissi in testa: “Progettare auto da corsa e realizzare una supercar stradale. Il primo obiettivo è diventato presto il centro della mia vita, ma l’altro fino a ieri, dopo schizzi e scarabocchi infiniti non si era mai concretizzato”.

Già, fino a ieri. Finché non è arrivata l’Aston Martin a proporre a Newey una pazza idea: non quella di costruire una F1, ma una supercar stradale. Veramente d’avanguardia. La trasposizione sulle strade dei concetti aerodinamici più avanzati che fino a ieri Newey metteva soltanto sulla Red Bull F1.

Un matrimonio che è nato subito perché ognuno aveva bisogno dell’altro per trovare nuove motivazioni. Aston Martin, la cui proprietà è parzialmente italiana e fa capo alla Investindustrial dell’imprenditore Andrea Bonomi, aveva bisogno di smuoversi dall’immobilismo degli ultimi anni perché l’espansione di Ferrari e Porsche nel mercato delle auto sportive di lusso e l’arrivo di McLaren stava togliendo all’iconico marchio inglese spazio vitale.

L’ingresso di Mercedes con una quota di minoranza nell’azionariato, ha ridato impulso all’Aston Martin. Che in 12 mesi prima ha realizzato una hypercar, la Vulcan, in tiratura limitatissima (24 esemplari) per rispondere all’offensiva de LaFerrari, della Porsche 918 e della McLaren P1. Poi ha presentato finalmente la sua nuova maxi-coupé, la DB11 per contrastare la Ferrari F12 e la Porsche Panamera. Ma serviva qualcosa di più. E questo qualcosa è stato l’accordo con Red Bull che ha portato alla Aston Martin il genio tecnico di Adrian Newey. 

Aston Martin AM-RB 001, firmata Newey

Aston Martin AM-RB 001, firmata Newey

Inizia a svelare le proprie carte, il progetto AM-RB 001, la supercar realizzata con la collaborazione di Adrian Newey, responsabile tecnico della Red Bull in Formula 1. Motore V12 centrale, rapporto peso-potenza 1:1, aerodinamica estrema. Sono alcune delle caratteristiche annunciate

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Newey, stufo della piega che aveva preso la Formula Uno in cui la ricerca aerodinamica in cui eccelleva era stata fortemente limitata per favorire invece l’evoluzione ibrida dei motori, voleva un diversivo dopo tanti anni di F1. Non voleva più andare in giro per il mondo a seguire i GP ma dedicarsi soltanto a progetti avanzati. Nell’ultimo anno di Montezemolo in Ferrari, Newey aveva anche avuto un abboccamento con il Cavallino che l’aveva ingolosito con la prospettiva di fargli progettare una futura supercar Ferrari.

Così la Red Bull, pur di non perderlo o regalarlo agli avversari, gli ha concesso di dedicarsi solo parttime alla F1 e sbizzarrirsi con altri progetti. E ha fondato una società apposta, la Red Bull Technologies, così che Newey potesse seguire nuove sfide. Per fortuna di entrambi, il primo vero cliente è stato proprio un costruttore di automobili vicino di casa: la Aston Martin. Da Milton Keynes, dove basato il team Red Bull F1, a Gaydon, sede della Aston Martin, ci sono appena 40 miglia: una sessantina di km.

L’accordo tra due costruttori di automobili così diverse è venuto naturale. Newey ha trovato la sfida tecnologica capace di eccitarlo, l’Aston Martin un progettista di fama in grado di costruirle la più avanzata delle hypercar.

È bastato un anno per passare dagli schizzi al primo prototipo. È l’AM-RB 001 e ha tutto per eccitare la fantasia dei futuri acquirenti, eccetto il nome che è ancora in codice. Quello vero sarà svelato più avanti. Newey ci ha messo dentro tutte le proprie conoscenze tecniche e aerodinamiche maturate in anni di F1 per ottenere un’auto sì stradale come nessun’altra auto da strada.

Tra l’altro il geniale progettista inglese sa bene che sensazione la sua auto dovrà trasmettere visto che per hobby ogni tanto si diverte a correre nella categoria GT. La AM-RB 001 ha un telaio monoscocca in carbonio, sospensioni push rod ispirate a quelle di una F1, e gran parte della downforce sarà garantita non da ali e spoiler ma dal fondo vettura, come Newey ha insegnato a tutti in F1. Red Bull costruirà anche la trasmissione probabilmente del tipo seamless tipo quelle F1.

Mentre il design della AM-RB 001 sarà curato dal capo dello stile Aston Martin, Marek Reichmann, che ha “firmato” anche la DB11. Il motore sarà in posizione centrale e sarà costruito in Germania, nella fabbrica che Aston Martin ha a Colonia (a partecipazione Mercedes).

Aston Martin ha spiegato che sarà un V12 aspirato e che l’obiettivo è quello di raggiungere con la AM-RB 001 un rapporto peso/potenza di 1:1. QUINDI non sarà il V12 biturbo 5.2 della DB11 ma è probabile che derivi dal V12 della Vulcan che era un 7 litri da 820 cavalli.

Per arrivare però all’obiettivo 1:1 Newey dovrà contenere l’auto sotto i mille kg e i motoristi spremere almeno 900 cv dal V12 aspirato. Di AM-RB 001 ne verranno costruite fra 99 e 150, di cui 25 solo per uso in pista. La prima arriverà nel 2018. E per suggellare il matrimonio, sul muso della Red Bull da quest’anno c’è il logo Aston Martin...

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