In Italia ci sono 21.000 distributori, -5,6% dal 2007

In Italia ci sono 21.000 distributori, -5,6% dal 2007

Ma non è la crisi, si tratta del processo di razionalizzazione della rete: -5,6% sul 2007

di Redazione

21.11.2016 20:14

Calano i distributori di carburante in Italia, ma non è la crisi, si tratta di un decennale processo di razionalizzazione. Al 1° gennaio 2016 la rete di distribuzione di carburanti per autotrazione contava circa 21.000 impianti. Rispetto al 2007, quando la rete di distributori era costituita da 22.239 impianti, vi è stato un calo del 5,6%.

Sono fortemente diminuiti gli impianti convenzionati (-20,3%), vale a dire i distributori appartenenti ad operatori indipendenti che espongono marchi delle compagnie petrolifere. Anche gli impianti sociali, ovvero gli impianti di proprietà delle compagnie petrolifere, hanno registrato un netto calo (-13,5%).

Boom delle pompe bianche. Sono invece notevolmente cresciuti gli impianti “no logo” (+183,3%) cioè gli impianti che fanno capo ad operatori indipendenti che espongono esclusivamente il proprio marchio. Questi dati, di fonte Unione Petrolifera, emergono da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec

Sarebbero state le ripetute liberalizzazioni sul mercato d ultimi anni che hanno modificato l’assetto concorrenziale del settore, promuovendo la crescita degli operatori “no logo” nel quadro di un maggior equilibrio. Allo stesso tempo è da sottolineare, inoltre, come la rete di distribuzione carburanti stia proseguendo il suo processo di razionalizzazione che ha portato alla chiusura di 1.239 impianti tra il 2007 e il 2016. Tale fenomeno di razionalizzazione rientra nel quadro di un più ampio disegno teso a ridurre l’elevato numero di distributori nel nostro Paese (l’Italia è infatti il Paese con il maggior numero di distributori di carburante in Europa), chiudendo soprattutto gli impianti obsoleti o incompatibili sotto il profilo della sicurezza stradale allo scopo di riqualificare il sistema distributivo.

Alla base della riduzione del numero delle stazioni di rifornimento, poi, vi è anche la necessità di ridare sostenibilità economica al settore. Se da una parte, infatti, la capillarità del sistema distributivo rappresenta senza dubbio un vantaggio per l’automobilista, dall’altra proprio il numero eccessivo delle stazioni di rifornimento grava sull’efficienza generale del sistema, generando forti diseconomie tra cui gli elevati prezzi dei carburanti alla pompa.

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