Il futuro dell’ACI: connessa con l’auto

Il futuro dell’ACI: connessa con l’auto

Il presidente dell’Automobil Club parla di guida autonoma, nuovo codice stradale, patente a punti, autovelox, tutor

di Alberto Sabbatini

18.04.2017 10:34

C’era un tempo in cui alla presidenza dell’Automobil Club d’Italia, l’ente che dovrebbe tutelare gli automobilisti italiani e difenderne i diritti, veniva eletto un politico che delle problematiche dell’auto, della circolazione, della sicurezza, sapeva poco o nulla.

Oggi non è più così: l’uomo che governa il mondo dell’automobile italiana, che si occupa di patenti e codice della strada, indossa un elegante giacca a doppio petto blu ma è un uomo che mastica di automobili da sempre. Quarant’anni fa indossava spesso la tuta ignifuga. Angelo Sticchi Damiani, da poco riconfermato presidente dell’Automobil Club d’Italia, è uno che viene da quel mondo: è il primo presidente ACI non nominato dalla politica ma eletto dalla base, dagli stessi membri degli Automobile Club. Appassionato di auto fin da ragazzo.

Da quando correva nei rally sterrati del centro sud con una 124 Abarth. Un uomo di corse che dalle corse ha tratto insegnamenti e disciplina “I rally per me - ha detto Sticchi Damiani - sono stati una scuola di vita. Mi hanno abituato al sacrificio, alla voglia di arrivare alla meta a tutti i costi, a trovare la tenacia per proseguire superando i problemi che la vita ti pone davanti”.

Problemi e ostacoli con cui oggi da presidente ACI si confronta tutti i giorni. Appassionato, competente, tecnico (è ingegnere), Sticchi Damiani è diventato sufficientemente smaliziato per sapersi muovere nei corridoi della politica e farsi ascoltare. È stato da poco rieletto con un plebiscito per un mandato quadriennale dal 2017 a 2020 come presidente dell’AC Italia e dell’AciSport (la federazione sportiva dell’automobilismo) e adesso si prepara alle nuove sfide che i cambiamenti sul tema della mobilità prospettano all’auto.

- Qual è l’urgenza più grande? Il nuovo Codice Stradale?Ce ne sono tante. La sicurezza stradale, le problematiche della guida autonoma, l’auto connessa, il car sharing, le auto storiche. E poi, ovvio, il codice. Purtroppo l’approvazione che era in fase terminale ha subìto ritardi per la caduta del governo Renzi. Adesso il provvedimento è al Senato, in commissione bilancio dove stanno rivedendo alcune cose. Ma c’è un problema...”.

- Quale?Come in tutte le questioni politiche, l’iter è lento. Dal momento che ripartirà l’esame del codice, ci vorrà un anno e mezzo perché arrivi al termine del cammino. Il guaio è che la legislatura finirà prima delle discussioni sul codice perché entro l’autunno ci saranno le elezioni. E quindi si rifermerà tutto”. - Perché ci vuole così tanto tempo per approvarlo? “Si perde tempo su temi collaterali ininfluenti. Ora per esempio vogliono trattare l’argomento del car pooling, che non è fondamentale. Mentre invece ci sono problemi ancora irrisolti sulla guida sicura, sulla formazione dei neopatentati, sui corsi di guida sicura. E poi ci sono altri temi importanti, come quello delle regolamentazione delle auto storiche e delle auto sportive. Lo sapete che le macchine da rally in base al codice, non potrebbero circolare su strada? Se un poliziotto decide di fermarle durante un trasferimento può farlo perché non sono omologate. Serve un emendamento per evitare la paralisi dell’attività sportiva. E poi le auto storiche: è anacronistico che ci sia un’associazione privata che ha il potere di far omologare auto vecchie come storiche, con grave danno per la circolazione. Invece di affrontare questi problemi, si discute su temi secondari. Ma io lancio un’idea per accelerare la riforma del codice...”.

- Quale?Stralciare gli argomenti in discussione da quelli già approvati. Di alcuni temi su cui la commissione Lavori Pubblici del Senato ha espresso parere favorevole, si faccia un pacchetto a parte, che venga approvato prima della fine della legislatura”.

Patente a punti, Tutor in autostrada e autovelox nascosti nelle città: cosa pensa di tre misure spesso utilizzate non proprio ai fini della sicurezza?La patente a punti ha esaurito la sua funzione. All’inizio ebbe un effetto straordinario ma ora il deterrente non c’è più: la gente fa i corsi e recupera i punti. Quanto al tutor, la sua utilità non si discute. Ha funzionato. Grazie al tutor sono diminuiti i morti in autostrada, lo dicono tutte le statistiche. Oggi la gente va più piano in autostrada e c’è un chiaro nesso fra la riduzione di velocità e il calo degli incidenti. Sugli autovelox in città invece sono critico perché spesso sono utilizzati non per sicurezza ma per fare cassa. Vengono messi in posizione per non essere visti. Questa pratica l’abbiamo contestata. Nel 2015 denunciammo un comune in provincia di Verona che aveva raccolto 5 milioni di multe con un autovelox! L’autovelox non deve essere nascosto ma al contrario non possa non essere visto. L’obiettivo deve essere quello di far rallentare l’automobilista nei punti critici, non punirlo”. –

E l’ACI come sta? Che opportunità può offrire ai suoi soci? Una volta c’era solo il soccorso stradale: e adesso? Ai soci diamo tanti servizi di utilità più sofisticati. Sconti su esercizi utilizzando la nostra carta di credito; il nostro pacchetto-soci può garantire la soluzione di necessità pratiche di tutti i giorni, dal trovare un idraulico o un elettricista 24 ore su 24 fino all’auto sostitutiva o all’assistenza medica. Ma il soccorso stradale resta il servizio più richiesto. Lo offrono in tanti, ma noi sappiamo farlo meglio. Lo usi un paio di volte e ti sei già ripagato il costo annuale della tessera (dai 35 euro dell’Aci Club ai 99 dell’Aci Gold, ndr). E poi stiamo cercando di rafforzare quel senso di orgoglio di appartenenza a un club e la prossima occasione sarà il GP d’Italia”.

- In che modo? ACI è organizzatore del GP d’Italia a Monza. Daremo ai nostri soci la possibilità di vivere il GP in modo speciale. A parte lo sconto sul biglietto, i soci Aci avranno corsie preferenziali, tribune e spazi dedicati a loro. La prevendita dei biglietti del Gran Premio sta andando molto bene. C’è molta attesa per la stagione F1 2017 forse per via dei nuovi promotori”.

- A proposito di F1, si è mangiato le mani quando ha saputo che Ecclestone lasciava? Se firmava con i nuovi proprietari F1, magari poteva spuntare uno sconto...No, meglio così perché ora che Monza è nel calendario possiamo confrontarci meglio con i nuovi proprietari. Ho conosciuto Chase Carey, il boss della F1, e le sue idee su come vuol cambiare la F1 mi sono piaciute. Penso che darà una bella sterzata e migliorerà lo spettacolo; la F1 sarà diffusa meglio su tante piattaforme digitali. E poi mi ha detto che rafforzeranno le gare europee perché la F1 è nata in questo continente. Questo ci fa ben sperare per i GP italiani”.

- Quale sarà una sfida da non sottovalutare per ACI nel futuro? “Quella dell’auto connessa. E di ciò che ne deriva. Presto verrà introdotto sulle auto il tasto di soccorso; ovvero la chiamata unica d’emergenza dall’automobile a un numero unico che dovrebbe essere il 112. E noi, sia Aci che gli altri club automobilistici europei, ci candidiamo a gestirla. Perché la chiamata sarà unica, al 112, ma andrà poi reindirizzata alle strutture di competenza: pronto socccorso, carabinieri, polizia, carro attrezzi. Quindi la rapidità dell’ente di saper smistare la chiamata d’emergenza sarà fondamentale per il soccorso. In un primo tempo sembrava fosse monopolio dei costruttori dell’auto, ma noi AC internazionali abbiamo detto alla comunità europea: dovrà essere il proprietario dell’auto a decidere quale ente gestisce la sua chiamata di soccorso. E l’ACI è pronta ad affrontare questa sfida”.

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