BMW M4 CS, l'evoluzione della specie: serviva davvero?

BMW M4 CS, l'evoluzione della specie: serviva davvero?
O è sindrome da Giulia Quadrifoglio? Molti affinamenti in pochi mesi sono sintomo di perfezionismo o di un inseguimento

di Francesco Forni

12 luglio 2017

Sarà la volta buona? La BMW M4 CS, presentata al Salone di Shanghai, è la nuova edizione limitata della sportiva tedesca. A tre anni dall’entrata in commercio, ecco l’ultimo allestimento. Almeno per il momento.

Che porta complessivamente a sei il numero di versioni, comprese anche quelle speciali in serie limitata. Dopo la M4 originale da 431 cavalli del febbraio 2014, è stata la volta della estrema GTS nell’agosto del 2015: una serie speciale da 700 esemplari e 500 cv. A gennaio 2016 è toccato alla Competition Package, che ha riportato un po’ più in basso la cavalleria, a quota 450. Quasi due all’anno, questa la cadenza delle reincarnazioni della M4. Con affinamenti continui e un’evoluzione progressiva. Che però non dà l’impressione di sicurezze teutoniche, anzi forse è stata troppo incalzante.

Quale è, se c’è, la M4 giusta? L’ultima arrivata darà l’equilibrio definitivo? La scheda tecnica pone la M4 CS tra la Competition Package e la GTS, il modello più esasperato. Che però non ha raggiunto, nonostante una cilindrata leggermente superiore e l’iniezione ad acqua, la potenza del V6 della rivale più diretta, la Giulia Quadrifoglio. Nella lista poi ci andrebbero anche i duecento esemplari della M4 DTM Champion Edition, realizzati a ottobre 2016 per celebrare la vittoria nel Deutsche Tourenwagen Masters con Marco Wittman. Dotati del 6 cilindri nella versione da 500 cavalli, con sistema d’iniezione ad acqua. E delle modifiche ad assetto e aerodinamica della GTS, ma con interni personalizzati. Il tutto al prezzo di 148.500 euro.

In tante versioni o allestimenti, va rimarcata una dote speciale della M4 (e della M3): la possibilità enorme di personalizzazioni. Come quelle presentate da M Performance nello scorso Salone di Essen. Ovvero la possibilità di installare l’ala posteriore in carbonio, del volante in Alcantara con display racing e indicatori Led e dell’assetto sportivo regolabile tra cinque e venti millimetri tramite la piastra della molla sui montanti degli ammortizzatori.

La CS è una summa di tutte queste novità. Anche se non è dura e pura come la GTS, che essendo già uscita di produzione, fa diventare la CS la versione più potente del modello. Il sei cilindri in linea di 3 litri a doppia sovralimentazione arriva a 460 cavalli: la velocità massima è autolimitata a 280 km/h. BMW la accredita di un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3”9. Curiosamente lo stesso tempo dichiarato dalla Quadrifoglio. La bavarese al Nürburgring ha fermato il cronometro a 7’38”: una manciata di secondi in più rispetto all’italiana (7’32”).

La coppia è di 600 Nm (uguale a quella di quale auto? Ovvio, la Quadrifoglio) mentre il limitatore interviene a 7.600 giri. Questo binomio è garanzia dell’elasticità e dell’irruenza del propulsore. Il cambio è l’automatico doppia frizione M DKG a sette marce.

Continui affinamenti, a un prezzo che sta cominciando a diventare proibitivo. Ben 133.900 euro in Italia, dove la CS vanta un allestimento molto più ricco rispetto a quello tedesco. Con i freni carboceramici, volante speciale in Alcantara, head up display, fari led adattivi e una serie di servizi di connessione e di assistenza.

È un listino di partenza più caro rispetto a una Porsche Carrera GTS o a un’Audi RS6 Performance da 605 cavalli. Il corredo tecnico rimane uno dei tratti distintivi. Ci sono le sospensioni adattive M, con i settaggi Comfort, Sport e Sport+, mentre il differenziale attivo M è impostato al pari del DSC (controllo della stabilità) con parametri ancora più dinamici rispetto alla Competition Package. Dalla quale è mutuato l’assetto, ma con le regolazioni elettroniche e la taratura dello sterzo più dirette. Scelte volte a rendere la CS più reattiva e fluida.

L’occhio vuole la sua parte, e la CS si distingue per l’ampio uso di fibra di carbonio. In CFRP sono il cofano motore, il tetto, il diffusore e lo splitter anteriore. Una dotazione speciale che limita il peso a 1.580 kg. Ma anche in questo la GTS aveva qualcosa in più: roll-bar interno e alettoni regolabili. Forse pure in questo mezzo passo indietro, si può avvertire un minimo di esitazione nelle scelte di BMW. La cattiveria invece torna nell’impianto di scarico sportivo con valvole attive e con i cerchi di lega fucinati più leggeri. Sono da 19” davanti con pneumatici 265/35 e 20” dietro con i 285/30. Le gomme sono le semi-slick omologate Michelin Sport Cup 2. In più la CS offre tre verniciature esclusive: San Marino Blau e Lime Rock Grey metallizzati e Frozen Dark Blue II opaco. L’abitacolo si differenzia per rivestimenti di pelle e Alcantara, i pannelli porta sono stati alleggeriti. A richiesta c’è il BMW M Laptimer App, per esaminare la telemetria con lo smartphone quando si va in pista.

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