Jaguar Land Rover, i costosi rischi di una Brexit sbagliata

Jaguar Land Rover, i costosi rischi di una Brexit sbagliata
Il governo britannico lavora alle proposte da inserire nel White Paper che definirà i rapporti commerciali tra Regno Unito ed Europa. I rischi (e i costi) legati a un limite alla circolazione delle merci per la più grande casa automobilistica britannica

di F.P.

07.07.2018 10:55

Certezze, legate allo sviluppo della gamma Jaguar Land Rover nei prossimi anni. L’arrivo di nuovi modelli, di un pianale MLA che sarà base della futura generazione di Range Rover e versatile a sufficienza da poter ospitare tre diverse tipologie di motorizzazione, dal termico benzina e Diesel fino all’elettrico a batteria, passando per l’elettrificazione ibrida plug-in.

Incertezze, cruciali, di una Brexit da definire nei rapporti commerciali. Il governo britannico discute dei contenuti del White Paper che verrà inviato a Bruxelles la prossima settimana e sul quale si lavorerà per giungere alla sintesi finale attesa il prossimo autunno. Rapporti commerciali tra Regno Unito ed Europa che rischiano di condizionare gli investimenti della maggiore casa automobilistica britannica.

Numeri. Una Brexit sbagliata arriverebbe a costare oltre 1,2 miliardi di sterline l’anno e porterebbe Jaguar Land Rover a riposizionare spesa e investimenti. Attualmente, il Regno Unito, insieme a Cina, Brasile, Austria e Slovacchia, è tra i paesi nei quali si sviluppa la produzione dei due marchi. Nel 2017 le vendite hanno raggiunto i 621 mila esemplari e l’80% della produzione “made in UK” è stato esportato in 180 paesi. L’Europa è un mercato cruciale per Jaguar Land Rover, assorbe il 20% delle vendite, ma lo è ancor di più per i rapporti con i fornitori. Ancora cifre: per 5,67 miliardi di euro in acquisti da fornitori britannici, nel 2017-2018 sono stati spesi 5,37 miliardi nell’approvvigionamento da fornitori europei. Dinamismo industriale che genera un indotto da 260 mila posti di lavoro, oltre i 40 mila dipendenti britannici di Jaguar Land Rover, senza tralasciare il contributo al fisco britannico, 2 miliardi di sterline pagati dai due marchi.

L’ipotesi di filtri all’importazione, condizioni di commercio sfavorevoli, si tradurrebbero in rallentamenti riversati direttamente sulle linee di produzione. A Solihull, impianto centrale nel Regno Unito, dal volume di 1.500 auto al giorno, un arresto della produzione costerebbe 1,25 milioni di sterline l’ora.

Servono certezze, necessità sottolineata dall’a.d. di Jaguar Land Rover Ralf Speth: «Abbiamo urgentemente bisogno di maggiori certezze per continuare ad investire pesantemente nel Regno Unito, e proteggere i nostri fornitori, i nostri clienti e i 40.000 dipendenti che operano nel nostro Paese.

Un cattivo accordo di Brexit costerebbe a Jaguar Land Rover una perdita di profitti di oltre 1,2 miliardi di sterline ogni anno. Di conseguenza saremmo costretti a ridefinire drasticamente il nostro profilo di spesa; negli ultimi 5 anni abbiamo investito circa 50 miliardi nel Regno Unito - con la prospettiva di investirne altri 80 nel prossimo quinquennio.

Tutto ciò sarebbe messo a rischio se dovessimo affrontare un risultato sbagliato. Se l'industria automobilistica britannica deve rimanere competitiva a livello mondiale, e proteggere i 300.000 posti di lavoro di Jaguar Land Rover, e dei suoi fornitori, dobbiamo preservare un accesso al commercio libero da dazi o dogane, senza variare le attuali normative dell'Unione Europea.

Elettrificazione e connettività offrono importanti opportunità economiche e di produzione, ma con una Brexit sbagliata gli imprenditori e la società britannica perderanno l'occasione di essere alla guida della smart mobility».

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