Mini Panamericana: da Guatemala City alle piramidi Maya

A bordo di Mini Cooper S E Countryman ALL4 lungo la celebre Panamericana. Un viaggio, un’esperienza di guida unica, che ci porterà ad attraversare l’America centrale, da Antigua a Panama City

di Cesare Cappa

28.07.2018 16:57

Catapultati dall’altro capo del mondo il viaggio in direzione Panama City inizia all’alba. In realtà nella capitale panamense arriveremo solo tra 8 giorni. La prima tappa di questa singolare avventura è Tikal, sito archeologico Maya, patrimonio mondiale dell’umanità. Mini ha pensato bene di allestire tre Cooper S E Countryman ALL4 e di percorre una porzione della celebre Panamericana (da Dallas in Texas a Ushuaia in Argentina). A noi spetta una parte di percorso nell’America centrale.

Mini Panamericana, in viaggio verso Tikal

Mini Panamericana, in viaggio verso Tikal

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Pensare che in Guatemala poco meno di 500 km di strada siano un viaggio di qualche ora, è la cosa più sbagliata che si possa fare. L’idea della grande arteria autostradale non esiste e attraversare la capitale Guatemala City è un impresa che in confronto il raccordo anulare è poco più che una pista ciclabile. Partire alle 6 di mattina e impiegare quasi tre ore per circa 20 chilometri di strada rappresenta la normalità da queste parti.

Ma è nel traffico che si può ammirare il singolare sistema di trasporto pubblico guatemalteco. La presenza di bus americani, quelli tipici delle high school (gialli con le scritte nere), è una costante. Customizzati in ogni singolo bullone, sono la base della mobilità condivisa in Guatemala. Capire quale sia la loro capacità non è dato sapersi, ma è certo potrebbero trasportare almeno il doppio delle persone che solitamente frequentano gli autobus della linea romana nell’ora di punta.

Fuori dalla città inizia un nastro d’asfalto in cui latita la presenza di rettilinei. Immersi nella foresta tropicale è il verde il colore dominante. La qualità delle strade non sarà forse da primato, ma ci sono zone nel Bel Paese che sanno fare molto peggio. Anche la questione del trasporto pubblico muta. Gli School Bus si fanno sempre meno frequenti, lasciando il posto a camion e pick-up, senza dimenticare le moto. Così la conta del numero di persone che presenzia in piedi sul cassone o sulla sella, è un atto dovuto.

Infinito il numero di tienda lungo il percorso, ossia di chioschi che vendono da mangiare e da bere. Quanto ad ananas, banane e frutti tropicali in generale, è difficile battere il Guatemala. E poi tendenzialmente “segnalano” che state attraversando un paese. All’ingresso e all’uscita troverete un tumulo, ossia un dosso. Non sempre sono indicati a dovere, a meno che non abbiate “l’occhio” dei piloti locali. Piloti non tanto per le velocità che tengono in curva, quanto per i sorpassi avventati. Anche perché il parco circolante è fatto principalmente di berline giapponesi compatte, spesso contornate di alettoni improbabili, che non alimentano però il quadro prestazionale. Il costo medio del carburante poi è intorno ai 70 centesimi al litro, uno spasso per chi arriva dall’Italia.

Ma alla fine, dopo quasi dodici ore di viaggio, siamo nei pressi di Tikal. La Mini Countryman ibrida ha sconfinato le consuete mure cittadine, per addentrarsi nel cuore dell’America centrale. Un’auto che ha suscitato grande interesse tra i passanti, sia per la configurazione in stile Overland che contraddistingue le tre Mini di questa carovana, sia più in generale perché non hanno mai visto una Countryman. Siamo solo all’inizio, abbiamo ancora altri 4 stati da attraversare

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