L’ultima magia di Zanardi con la BMW M4 DTM

Il grande Alex racconta ad Auto come ha guidato senza protesi sul circuito di Misano

di Leonardo Iannacci

26.08.2018 16:25

MISANO ADRIATICO - Nel secondo tempo della sua incredibile esistenza da Iron Man, non finisce più di stupire. Alessandro Zanardi da Castelmaggiore, grande pilota in F.1 e in Cart degli anni ’90, ha cavalcato le sue sette vite da gatto diventando molto di più dopo quel terribile 15 settembre 2001: “L’incidente? Per me è stata un’opportunità per fare oltre altre cose nella vita…”, ci racconta. Negli ultimi anni ha indossato i panni del supereroe diventando un pluricampione olimpico di handbike, un riuscito ancor-man in tv, uno scrittore di successo, un bionico protagonista della sfida delle sfide, l’Iron Man appunto.

All’inferno e ritorno, questa è la storia dell’uomo che ha voluto farsi mito attraversando la prateria della vita con un’esaltante cavalcata nel coraggio. Sempre pronto a mordere la vita, il campionissimo è tornato alle corse dopo due anni di inattività al volante di una BMW M4 DTM (il reportage completo delle gare di Misano su Autosprint n.35 in edicola martedì). BMW che, sul circuito di Misano, guida senza le protesi, da 17 anni preziose proiezioni del suo corpo.

Alex Zanardi, l'avventura ricomincia in DTM: foto

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Alex accelera, cambia marcia e frena utilizzando solo comandi al volante. In un momento di relax tra gara 1 e gara 2, sfide nelle quali l’importante per Zanardi era partecipare, arrivare al traguardo e fare esperienza in vista della ben più impegnativa 24 Ore di Daytona che correrà il prossimo gennaio, ci racconta quando si è messo in testa questa idea meravigliosa: “In vacanza. E lì che si accendono le luci più strane nel tuo cervello. Mi trovavo a Volterra con mia moglie Daniela e squillò il telefono. Era Jens Marquardt, Motorsport Director di BMW. Pensavo a un semplice saluto, era Pasqua. Invece se ne uscì con questa proposta che ho subito accettato. Soprattutto per una questione di coerenza: tentare un’impresa dà felicità”.

Guidando senza le protesi alle gambe, Zanardi utilizza il volante come un pianoforte, pizzicando la leva del freno e il pulsante per cambiare marcia: con la mano destra frena, ma se scala rapporto o lo inserisce spinge il pulsante che BMW ha posizionato in cima alla leva stessa. “Per frenare devo esercitare una pressione di 65-70 chilogrammi. Ci vuole forza nelle braccia, ma almeno lì non mi manca… L’handbike è l’allenamento giusto per poi guidare una BMW come questa che ha sotto il cofano 500 cavalli”. E la frizione? Non c’è, è centrifuga: “Funziona benissimo e viene attivata dalla velocità del motore. Per accelerare, invece, agisco sul cerchietto che ho dietro al volante. BMW ha fatto un lavoro eccellente sotto questo profilo, mi ha consegnato un’auto tecnologicamente all’avanguardia che è anche un laboratorio con soluzioni da applicare alle vetture guidate tutti i giorni dai disabili”.

L’ipotesi di un eventuale incidente con pericolosa uscita di pista vai fuoripista, la risolve così: “Non ci crederete ma senza protesi sarei più agile, mi sfilerei via dall’abitacolo come fa un gatto. Con le protesi correrei il rischierei di incastrarmi, così mai sento più libero dentro l’auto”. Zanardi che torna a correre è un magnifico tweet per chi vive con una disabilità: “La mia Fondazione Bimbingamba supporta piccoli che hanno subito amputazioni. La felicità è la sfida, la serenità proviene dall'essere circondato da persone che possono soffrire meno”.

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