Il tragico incidente di agosto sulla Venezia-Trieste

A metà ottobre siamo usciti in edicola con un’inchiesta sugli incidenti causati dai Tir – “Fermiamo le stragi dei Tir” – Auto era stata l’unica rivista italiana a escludere il colpo di sonno o un colpo di sterzo dell’autista fra le cause dello spaventoso incidente, avvenuto sulla Venezia-Trisete l’8 agosto di quest’anno, mentre giornali e televisioni frettolosamente si affannavano ad accusare Roman Baran, lo sfortunato autista polacco, deceduto anch’esso con altre 6 persone. Dopo aver visto e rivisto tutti i filmati che giravano nei vari siti, il nostro Enrico De Vita, autore dell’inchiesta, era giunto alla conclusione che non poteva non trattarsi di un guasto meccanico. E, infatti, in questi giorni è saltata fuori la verità, con tre elementi: l’autista del Tir si era fermato pochi km prima in una stazione di servizio lamentando col gestore che il suo mezzo aveva un comportamento anomalo; osservando con attenzione uno dei filmati si nota l’accensione dell’hazard (4 frecce lampeggianti) pochi istanti prima della sbandata, segno incontestabile che l’autista non dormiva e che nel veicolo era comparso qualcosa di veramente anomalo; i periti nominati dal pm di Treviso hanno riscontrato la rottura (o la mancanza) di un perno di ancoraggio di una balestra. Non sappiamo se si tratta di un supporto dell’avantreno o del retrotreno (lo comunicheranno i periti fra qualche giorno), ma se - come sembra - si tratta di un supporto della sospensione posteriore destra, i conti tornano. Staccandosi il sostegno del ponte posteriore da quella parte, il comportamento del veicolo è come se fosse provocato da ruote posteriori sterzanti. In altre parole solo un mezzo dotato di sterzo posteriore può subire effetti macroscopici e improvvisi come quelli che si riscontrano nelle immagini filmate. Basta osservare come si muovono i muletti per la movimentazione delle merci per comprendere gli effetti della sterzata posteriore.