Renzi, auto e burocrazia, chi vincerà?

Renzi, l'auto e la burocrazia
Nei prossimi mesi il match fra il Governo e i nemici “istituzionali” degli automobilisti. Il Premier può prevalere oppure è schiavo dei poteri forti?

di Redazione

03.06.2014 ( Aggiornata il 03.06.2014 11:47 )

Il Governo ha promesso – e lo ha scritto nel programma di riordino della Pubblica amministrazione – di unificare in un unico archivio i dati del Pubblico Registro Automobilistico (ACI) con quelli della Motorizzazione (Ministero dei Trasporti), di far sparire il certificato di proprietà e di integrarlo nella carta di circolazione e infine di eliminare l’Imposta provinciale di trascrizione. Sarebbe una semplificazione straordinaria. Ma ci credete? La storia, anche quella personale di chi scrive, dice di no. Ma se il progetto andrà davvero in porto, e senza tanti compromessi, Matteo Renzi sarà sicuramente in grado di dirigere l’Italia. In caso contrario, nulla sarà cambiato rispetto a prima. Gli automobilisti costituiscono la percentuale più numerosa dei cittadini e degli elettori. E sperimentano ogni giorno sulla propria pelle le mille angherie che i vari poteri inventano. Da tragedie come i 40 morti del bus dell’Irpinia, letteralmente uccisi dai guardrail montati sul burro e dalle finte revisioni meccaniche; fino alle cretinate che ti mandano in bestia, come le marche da bollo da pochi centesimi (introvabili nelle tabaccherie, quattro ore perse per reperirle) che le prefetture esigono per rilasciarti una copia del documento.

Non pervenuto

Ancora: dalla cartella esattoriale – che oggi si è gonfiata fino all’astronomica cifra di 6258,30 euro - un signore di Paderno Dugnano (MI) ha ricevuto in questi giorni dalla esattoria del comune di Segrate, per cinque passaggi col rosso, nel 2006 e 2007, nei famigerati semafori della Cassanese; alla presa in giro dei benza-cartelloni, che non riportano più, come voleva Bersani, i prezzi di 4-5 stazioni di rifornimento in concorrenza fra loro, ma solo quello del distributore che non si vergogna di mostrare il suo. E quando si vergognano tutti, mettono fuori un bel “N.P.”, che sta per non pervenuto. Bugia bella e buona, perché oggi ci sono i cellulari, i computer, internet, e comunicare un prezzo è un attimo. Ma polizia stradale, autostrade e compagnie petrolifere fanno finta di non vedere, se ne fregano, perché chi ha scritto le norme sui benza-cartelloni era “consenziente” e – guarda caso — si è dimenticato di metterci una sanzione per chi non espone i prezzi. Grande presa in giro per i cittadini! E per l’Italia intera.

Sparano con una pistola giocattolo

Sono solo esempi di storture che Renzi potrebbe raddrizzare. Ed è per questo che gliele suggeriamo. Prendiamo la faccenda dei Velo-OK, ribattezzati anche Speed Check, quei barilotti arancione, completamente vuoti all’interno, che fanno finta di essere veri autovelox, ma sono poveri spaventapasseri (venduti – anzi, comprati - a carissimo prezzo). Dopo i tre servizi, precisi e incontestabili, de “Le Iene”, a marzo, il ministro Lupi prende posizione e vieta ai Comuni di acquistare/installare tali barilotti, pagati anche 3000 euro contro un costo industriale di 150. Apriti cielo, scende in campo uno dei maggiori poteri forti: quello delle amministrazioni locali, cioè l’Anci, che rappresenta i Comuni. E alla fine Lupi fa retromarcia: non sono più vietati perché non si possono vietare, sono come panchine a bordo strada. Non una parola sullo spreco di denaro pubblico e sul fatto che si autorizzano i Comuni a usare come deterrente un finto strumento che se fosse vero sarebbe proibito nell’ambito urbano: un po’ come se i vigili usassero una pistola giocattolo per minacciare gli automobilisti. Paradossi italiani.

Barilotti sputtanati

Ma non è finita, visto che ora i barilotti sono sputtanati, cosa chiede l’Anci? Di poter liberamente istallare autovelox veri all’interno dell’abitato, fissi e senza la presenza di agenti. Così tutti gli introiti andranno ai Comuni senza la spartizione con Province e Regioni. Un controllo automatico, posizionato in punti strategici della città, produce migliaia di verbali al giorno e rendimenti da capogiro. Basta imporre una velocità inferiore a quella fisiologica del traffico (parametro che il codice richiede di considerare), basta non segnalarlo a dovere o, peggio, riempire la zona di cartelli “controllo di velocità” – in modo da rendere poco credibile la segnalazione: vedi le 7 postazioni fisse inaugurate a Milano a febbraio. In viale dei Missaglia (lungo rettilineo, quattro corsie per senso di marcia, con limite di 50 all’ora quando perfino gli autobus vanno a 70), l’apparecchio era così poco visibile che gli automobilisti lo hanno decorato con strisce catarifrangenti e hanno scritto sulla scatola il limite di velocità, sconosciuto ai più. Se aggiungiamo che si stanno diffondendo le zone da 30 all’ora... Ma limiti di velocità assurdi, contrari alle norme internazionali e allo stesso Codice della Strada, vengono adottati con nuove ordinanze un po’ dappertutto. È lo strapotere della burocrazia: il bene collettivo non conta, comanda il funzionario, basta il suo parere. E allora si scopre che fare cassa prevale sul buon senso: il flusso di traffico procede a velocità di 75 km/h? Non fa niente, noi imponiamo i 50 e chi li supera paga. Se poi il funzionario è anche il comandante della polizia, allora il suo stipendio godrà di un lauto bonus a fine anno per aver raggiunto l’obbiettivo: Lascio a voi scoprire qual è l’obbiettivo per il dirigente che deve indicare al sindaco quanti introiti per multe prevedere nel bilancio comunale. Come si comporterà Renzi di fronte alle dighe che il burocrate erge davanti a sé per proteggersi?

Campione di efficienza

Qualche giorno fa un semplice vigile urbano, uno dei tanti che ancora si adoperano per il bene collettivo, ci ha segnalato un nuovo autovelox appena inaugurato sulla statale della Cisa, poco fuori Santo Stefano Magra. Naturalmente, è all’inizio di un rettilineo, ove hanno messo i 50 all’ora (ma siamo fuori dell’abitato), debitamente mimetizzato totalmente inutile dal punto di vista della sicurezza. Ha registrato ben 500 violazioni nel giorno dell’inaugurazione, che – se superiori di 10 km al limite – comporterebbero un verbale da 186 euro l’una, che a fine giornata fanno 93.000 euro. Non male come investimento per un apparecchio che ha un costo industriale inferiore a quello di un’auto media. Il vigile che ce lo ha segnalato, in fondo al suo Sms stigmatizza i colleghi di Santo Stefano con: “Mi vergogno per loro”. Ricordate la storia del ticket scaduto per i parcheggi a pagamento? Lupi proclamava: niente più sanzione per divieto di sosta, ma solo integrazione del costo del parcheggio. Salvo capitolare nuovamente due giorni dopo di fronte alle proteste dell’Anci, che in fatto di spillare soldi dalle tasche degli automobilisti è campione assoluto. Così, ogni Comune sarà autorizzato a fare come vuole, cioè a scrivere quale regola regna nel proprio territorio. Alla faccia dell’unità nazionale.

Ex politici trombati

E dire che le amministrazioni locali, invece di gestire a proprio vantaggio economico il suolo pubblico, sono le prime a regalarlo (darlo in concessione) agli amici (a società “partecipate”), cioè aziende con capitale pubblico, ma gestite da privati (in genere ex politici trombati, consolati con stipendi da sogno). Così il cittadino non va rispettato ma spremuto, il codice neppure: A Milano si disegnano strisce blu perfino sugli incroci, impedendo la visibilità pur di far soldi. In tutte le città gli spazi dipinti di blu invadono il centro, in barba al codice che vorrebbe “adeguati” stalli gratis a disposizione degli automobilisti. Li avete mai visti? Ma sono tutti soldi che si fermano agli amici: andate a vedere quanti ne entrano nelle casse dei Comuni. E poi si lamentano che Roma taglia i trasferimenti, cioè i fondi statali. Ricordate il lungo braccio di ferro fra un altro potere forte e il precedente Governo? Letta aveva promesso la rivoluzione nella RCauto. Ma le Assicurazioni, i carrozzieri, i liquidatori, gli avvocati, i periti e tutto il mondo che vive e prospera nel girone dei risarcimenti ha fatto muro. E tutto è finito in bolla di sapone. Abbiamo elencato solo alcuni degli ostacoli giganteschi che Renzi si trova davanti; aggiungiamo: autostrade, banche, province, lobby ministeriali, lentezza della giustizia, corporazioni. Riuscirà Renzi a saltare gli ostacoli? Lui la chiama rivoluzione, ma a noi appare proprio una guerra di secessione. Enrico De Vita  

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