Monovolume alla riscossa, tornano di moda?

Monovolume alla riscossa, tornano di moda?
In un panorama popolato da suv e crossover, i “minivan” nati negli usa potrebbero tornare ad avere un senso

di Redazione

30.09.2014 ( Aggiornata il 30.09.2014 07:24 )

In un recente spot radiofonico di Mercedes- Benz una famiglia gioca allegramente a nascondino a bordo del nuovo Classe V, il van che nell’ultima serie diventa anche un lussuoso monovolume. Uno di quelli di taglia extra-large che, da molti, sono considerati automezzi in profonda crisi, quasi in via di estinzione. Mercedes, che di questo tipo di veicolo non si era mai occupata, è convinta che la famiglia meriti ancora di essere coccolata, nonostante analisti e guru della mobilità del futuro ci raccontino da tempo che certi romanticismi, nel rapporto uomo-macchina, non esistono più. Nello sviluppo di ogni nuovo modello centrale è l’individuo e ciò che conta è che l’auto sia possibilmente un crossover a due ruote motrici perfettamente connesso e dotato di sistemi di integrazione degli smartphone. Viaggiare in compagnia non importa più perché la comunità virtuale dei vari social network è a portata di comando vocale. La teoria che l’essere connessi con il mondo esterno possa sostituire la compagnia della famiglia e degli amici è tutta da dimostrare. Negli Stati Uniti, dei quali siamo sempre ansiosi di assorbire le nuove tendenze, i minivan (che non sono per niente “mini”, ma si chiamano così dal debutto nel 1984 del Dodge Caravan, il progenitore di tutti i monovolume), continuano ad essere prodotti e acquistati. Certo, la famiglia-tipo americana è molto più numerosa delle nostre, ma il guidatore del minivan è quasi sempre solo durante gran parte della giornata e della settimana: l’importante è essere pronti ad accogliere familiari e amici non appena è possibile. Ai monovolume extra-large si rimprovera di essere ingombranti: ma ciò non vale anche per i grandi Suv, oggi in flessione nel nostro Paese ma solo perché tartassati dal superbollo e dai continui controlli delle forze dell’ordine? Muoversi con una Classe V, per esempio, non è faticoso, anche in città grazie alla bella guida rialzata, a superfici vetrate molo ampie (la luminosità è un fattore che accresce lo spirito conviviale a bordo) e a telecamere di assistenza nei parcheggi. Punto di forza dei minivan è dunque il grande spazio modulabile che offrono, un’architettura che ha ispirato anche un’auto completamente nuova come la BMW Serie 2 Active Tourer. Non si può certo dire che nella sterminata gamma mancassero alternative, eppure la Casa di Monaco ha sentito la necessità di confrontarsi per la prima volta con il tema dell’Mpv medio, una tipologia d’auto che non è mai stata considerata premium.

Monovolume alla riscossa

  Il concetto di suite su quattro ruote, non necessariamente lussuosa ma ben equipaggiata, può tornare ad avere un ruolo rilevante in un contesto globale dove, in attesa di quelle smart city che per ora vivono soltanto nella mente degli urbanisti, siamo destinati a trascorrere sempre più tempo a bordo dell’auto, e lo spazio a disposizione che permette di viaggiare comodamente in compagnia (non soltanto con famiglia o amici ma anche in car pooling) diventa vitale, forse più della tecnologia che permette di collegarsi con il mondo esterno. Ci sono, ovviamente, tante importantissime funzioni che la connettività offre. Come, per esempio, la segnalazione automatica di un incidente in cui è rimasta coinvolta l’automobile e la possibilità di localizzarla; e tante sono le opportunità di svago, di entertainment (pensiamo all’intrattenimento dei figli con un film durante i viaggi più lunghi). A bordo di un monovolume, però, tutta questa tecnologia ritrova la sua dimensione originaria di “strumento”, restituendo il ruolo di protagonista alle persone. Piero Evangelisti  
Monovolume alla riscossa

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