Auto elettriche, la burocrazia contro

Auto elettriche, la burocrazia contro
L’ignoranza nelle materie tecniche di politici e amministratori assieme alla demagogia demonizza le quattro ruote

di Redazione

14.10.2014 ( Aggiornata il 14.10.2014 07:24 )

Ci scrive il lettore Pier Luigi Iafelice: “Ho acquistato a luglio una BMW i3. Abitando a Imola ho chiesto il permesso per accedere alle zone a traffico limitato e usufruire dei parcheggi gratuiti, ma il Comune di Imola mi ha negato questa autorizzazione perché la mia auto non sarebbe elettrica, bensì ibrida. Ho spiegato che la propulsione è solo elettrica, ma il fatto che ci sia nascosto da qualche parte un motore a benzina – con funzione di ricarica delle batterie — rende la mia auto un’ibrida. A poco è servito far vedere il libretto di circolazione che riporta la dicitura veicolo ibrido a ricarica esterna con motore elettrico e motore termico ausiliare non di trazione, perché la prima cosa che si legge è proprio veicolo ibrido. Questo fatto, oltre a crearmi problemi con le Pubbliche Amministrazioni, mi ha danneggiato anche a livello di costi assicurativi perché a fronte di una polizza ridotta (in quanto veicolo elettrico) di 340 euro me ne hanno chiesti 720. Ho coinvolto BMW Italia, ma hanno risposto che stanno provando a risolvere la cosa a livello di Ministero dei Trasporti, cosa che richiederà certamente tempi biblici. Mi occorre un vostro giudizio tecnico e obbiettivo.” La risposta del nostro esperto, l’ingegner Enrico De Vita: L’ignoranza nelle materie tecniche di politici e amministratori ha portato a confondere l’ossido di carbonio (in sigla CO, un veleno mortale) con l’anidride carbonica (CO2, un gas a effetto serra, ma innocuo per l’uomo). E poiché il consumo di combustibile nel ciclo di misura viene espresso in grammi di CO2 al km, stampa e politici hanno creduto poco inquinanti le automobili che emettono meno CO2. Poi la demagogia dei burocrati di Bruxelles ha peggiorato l’equivoco perché ha concesso alle ibride un abbuono supplementare: cioè di denunciare valori di CO2 ancora minori di quelli effettivamente raggiunti nella marcia reale. La giustificazione ufficiale è che bisognava incentivare le tecnologie innovative. In effetti le ibride hanno consumi bassi in città grazie al recupero di energia in frenata, ma questo non ha nulla a che vedere con l’inquinamento. I consumi in autostrada o a velocità costante dipendono esclusivamente dalla bontà del motore termico e pagano lo scotto del maggior peso dovuto alle batterie. Ma questo gli assessori alla viabilità di Roma e di altre città non lo sanno e così hanno gratificato grosse e pesanti ibride di Lexus e Toyota – a parte la Prius che lo meritava – del permesso di accedere al centro storico e di parcheggiare gratis. Le prove su strada di tante riviste hanno poi chiarito l’errore politico e molte amministrazioni – come quella di Imola — hanno revocato l’agevolazione alle ibride, consentendola solo alle elettriche pure. In realtà, la paura di rimanere fermi in strada, con la batteria a secco, ha convinto molte Case a fornire da qualche parte un piccolo motore termico, usato solo per la ricarica.

Auto elettriche, la burocrazia contro, il caso della BMW i3

È il caso della i3 per la quale BMW fornisce a richiesta un bicilidrico di 650 cm3 che funge da generatore ma la trasforma in un’auto ibrida per la quale l’ingresso nei centri storici diventa proibito. Complice la burocrazia, è stato generato un “mostro”: quello di considerare ibrida un’auto a batteria con una sorgente interna di energia. Sarebbe come considerare alla stessa stregua una fuel cell. Ma non è finita, perché anche le vere auto elettriche si prestano a un equivoco ancora maggiore: è vero che non hanno tubo di scarico e che non inquinano in città, ma questo non significa che la centrale da cui attingono energia non emetta CO2 e non produca inquinamento, anche se in misura relativamente minore rispetto a un motore termico. Ma per Bruxelles la emissione di anidride carbonica è pari a zero. Solo le Case più oneste, per esempio Renault, specificano “zero CO2 durante la marcia”, sottintendendo “non durante la ricarica della batteria”.

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