Multe: "Governo, basta aumenti", lo chiede Asaps

Multe: "Governo, basta aumenti", lo chiede Asaps
Un divieto di sosta nel 1993 prevedeva una sanzione di lire 50.000 (25,82 euro), nel 2013 la sanzione è salita a 41 euro (+59%) ...

di Redazione

04.12.2014 ( Aggiornata il 04.12.2014 06:56 )

Multe: "Governo, basta aumenti", lo chiede Asaps, addirittura l'Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, tramite il presidente Giordano Biserni. Non si tratta di una boutade, ma di una posizione coerente, da anni. Sarebbe infatti l'undicesimo aumento biennale delle multe, minore rispetto a quello del 2013, ma, come giustamente stigmatizza Asaps: "Francamente nessuno, nemmeno la macchina della Pubblica Amministrazione, sente il bisogno ora di dare esecuzione a una norma che sarebbe da tutti considerata come una vera e propria vessazione". 

Multe: "Governo, basta aumenti", lo chiede Asaps: la lettera del presidente Giordano Biserni

Signor Presidente del Consiglio, per favore, sospenda l’aggiornamento biennale delle sanzioni previsto dall’art.195, comma 3 del Codice della Strada, che dovrebbe scattare dal prossimo 1° gennaio 2015”.  L'ASAPS lo aveva già chiesto il 22 novembre 2012 e torna a farlo adesso: la crisi morde, la disoccupazione non è mai stata così alta e gli stipendi sono fermi agli anni '90.

Per questo l'ASAPS è convinta che non sia opportuno dare attuazione al disposto del CDS secondo il quale, ogni due anni (e il 1° gennaio 2015 costituisce la prossima scadenza), entrino in vigore i nuovi limiti fissati dal Ministro di grazia e Giustizia, di concerto con gli altri ministeri, delle sanzioni amministrative pecuniarie pari all'intera variazione, accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti.

Si tratterebbe senz'altro di un aumento minore rispetto a quello scattato lo scorso 2013, ma – secondo il presidente dell’ASAPS Giordano Biserni - francamente nessuno, nemmeno la macchina della Pubblica Amministrazione, sente il bisogno ora di dare esecuzione a una norma che sarebbe da tutti considerata come una vera e propria vessazione. Si tratterebbe dell'undicesimo aumento biennale dall'entrata in vigore del Codice della Strada, dopo quelli del 1995, 1997, 1999, 2001, 2003, 2005, 2007, 2009, 2011 e 2013.

Un divieto di sosta nel 1993 prevedeva una sanzione di lire 50.000 (25,82 euro), mentre nel  2013 la sanzione è salita a 41 euro (+59%). Il mancato uso delle cinture è passato invece dalle iniziali lire 50.000 (25,82 euro) agli 80 euro del 2013, mentre per l'uso del cellulare si è passati dalle originarie 50mila lire del 1993 ai 161 euro del 2013. Anche il superamento dei limiti da 10 fino a 40 km/h è aumentato considerevolmente, passando dalle iniziali 200mila lire, corrispondenti a 103,29 euro, ai 168 euro del 2013. Insomma, una vera e propria giungla che, nel momento storico attuale, rischia di divenire l'ennesimo spartiacque tra controllori e controllati, cittadini spesso alle prese con i costi esosi dei carburanti (che in Italia faticano a diminuire nonostante il prezzo del greggio non sia mai stato così basso), con quelli delle assicurazioni e dei pedaggi.

Lo sbilanciato aumento automatico delle sanzioni, rispetto agli stipendi, anche in considerazione del miglioramento dei dati della sicurezza stradale, -  afferma Biserni - appare oggi difficilmente comprensibile e rischia di creare moltissima confusione vista anche l'attuale possibilità di vedersi scontati gli importi di molte violazioni in caso di pagamento entro 5 giorni dalla notifica. L'ASAPS è infatti dell'opinione che sospendere l'aggiornamento non deve comportare alcuna ricerca di coperture per mancati introiti e quindi, presumiamo, che l’incremento non sia stato già calcolato nei bilanci delle amministrazioni locali o dello Stato.  La diminuzione del traffico e i comportamenti virtuosi in crescita non possono far prevedere incrementi dalle sanzioni.

Ribadiamo che c'è invece un vero e proprio “tesoretto” al quale nessuno sembra riuscire ad attingere e costituito dagli importi mai pagati delle sanzioni inflitte a veicoli stranieri: la tecnologia potrebbe aiutare a stanare i furbetti della targa estera e il Paese potrebbe finalmente tirare un sospiro di sollievo, visto che città di media grandezza in Italia perdono ogni anno oltre un milione di euro in multe mai riscosse.

Giordano Biserni Presidente ASAPS  

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