Lamborghini, il capo designer Perini si racconta

Lamborghini, il capo designer Perini si racconta
Le Lambo del terzo millennio, l'Aventador come il caccia americano F16, il black block dell'ingegnere ...

di Redazione

11.03.2015 ( Aggiornata il 11.03.2015 06:16 )

Testo e fotografie di Francesco Reggiani "È nelle sale d’attesa degli aeroporti che, a mente sgombra e mano libera (dalle specifiche meccaniche), abbozzo gli schizzi più arditi”, esordisce l’Ingegner Filippo Perini, Capo del Team di Design alla Lamborghini. Mostrandoci una piccola agenda nera, precisa: “Sul mio black book annoto tutte le idee istantanee che l’ispirazione trasmette alla mia mano, a briglie sciolte. Per un creativo è fondamentale agire d’istinto, andando spesso contro la logica” afferma indicandoci dei bozzetti in miniatura fra i suoi appunti. “Il contatto con la carta, è importantissimo, e gli sketches che faccio sempre con grande piacere, mi danno spesso spunti originali per i nuovi progetti”, afferma convinto. “Naturalmente, poi, la vettura vera e propria prende forma sul computer: la tecnologia CAD/CAM è indispensabile per avere l’esatta percezione delle proporzioni, degli ingombri, della piacevolezza della linea, anche abbinata a diversi colori. Si guadagna molto tempo, lavorando con le moderne tecnologie e, i nostri designers, fanno parte della generazione che mangia pane e computer pur apprezzando, comunque, i bozzetti da realizzare a mano sulla carta”. Il giovane Perini, che è arrivato in Lamborghini nel giugno del 2004, dopo una duratura collaborazione in Alfa Romeo dove ha conosciuto Walter de’ Silva, è un grande innamorato dell’automobile e delle sue forme: “Nel mio imprinting immaginifico, c’è una spettacolare Miura azzurro carta da zucchero, che vidi, sognai, e mi porto dentro da quand’ero bambino!” E cos’altro, se no? Non per niente, uno dei suoi primi incarichi in Lamborghini fu proprio la realizzazione del concept celebrativo della mitica berlinetta a motore posteriore. “Ovviamente le dimensioni di questo prototipo sono aumentate di molto rispetto all’originale (per gli ovvi problemi di immagazzinare nell’auto tutti i sistemi di sicurezza che le attuali normative impongono – ndr) e anche per questo ci fu chi mi disse che non sarei mai riuscito ad ottenere un Cx adeguato ad una sportiva di tale rango. Ma, con l’aiuto della galleria del vento, siamo riusciti, modellando la carrozzeria e aggiungendo i necessari ausili aerodinamici (spoiler e nolder), a vincere questa sfida raggiungendo un perfetto CX per questo concept”.
Lamborghini, il capo designer Perini si racconta
Ma quest’originale prototipo è una celebrazione del passato e Filippo Perini è un uomo del futuro: il futuro della Lamborghini. Coadiuvato da un team di dieci giovani che provengono dalle più importanti scuole di design di Argentina, Colombia, Germania, Italia e Lituania, Perini sta creando styling Lambo del Terzo Milliennio, dalla “pungente” Aventador, all’esuberante e sinuosa Asterion, la prima Lambo ibrida. Per capire quali siano gli obiettivi di questo intraprendente designer, gli chiediamo come saranno le linee guida del futuro styling Lamborghini e in che modo questo si riallaccerà al passato. Senza esitare un istante, Perini ci risponde: “Ogni oggetto che creiamo, deve avere sempre un nuovo statement. Qualsiasi progetto si affronti, deve stupire rispetto al precedente, nella piena tradizione del Marchio Lamborghini”. E su questo, anche tornando a un passato lontano, le teorie di Perini risultano perfettamente coerenti: “L’Aventador, per esempio è una sportiva che, pur nel rispetto dello styling della Casa, percorre strade innovative per quanto riguarda le forme a spigoli vivi che s’intersecano, con una buona percentuale di casualità, con quelle arrotondate. Nelle “caotiche” prospettive del frontale, dove caotiche è la parola giusta per sottolineare la voluta casualità degli abbinamenti di linee, ci siamo richiamati all’opera della natura, ad alcuni cristalli che hanno forme quasi contradditorie”, afferma sapendo di stupirci. “Nelle linee dell’Aventador ci siamo anche ispirati alla spettacolare fluidodinamica dei più evoluti caccia americani (F 16, F 117 Stealth ed F 35). Come questa Lamborghini, stupiscono per le loro forme spigolose e arrotondate al tempo stesso. Le linee aeronautiche e il caccia F 16 è uno dei più begli oggetti di design mai prodotti, sono per noi di grande ispirazione. Un esempio di bellezza e semplicità, può essere anche il più banale degli alianti. La fluidodinamica dell’aeronautica, che poi è la stessa impiegata anche per le auto, genera bellezza”. Ma nel design Lamborghini i nuovi concept sono tutti riconducibili al suo staff progettuale, domandiamo curiosi di sapere quanta Audi ci sia nelle nuove Lamborghini? Per niente sorpreso, Perini risponde: “Noi lavoriamo su ogni nuovo progetto ma, ovviamente, dobbiamo sottoporre le nostre creazioni allo Staff tedesco e confrontarci con la concorrenza. Walter de’ Silva, che è il responsabile dello styling di tutti i marchi del Gruppo, ha una grande sensibilità per la caratterizzazione dei prodotti, ed è un sostenitore della mano italiana su un prodotto tipicamente italiano. È un mio grande alleato, e lavoro molto bene con lui. Anche l’Asterion, è nata grazie alla sua stima e propensione a darci carta bianca sulle nuove idee”.
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Già, l’Asterion! Senz’altro una Lamborghini atipica, sia per quanto riguarda la tecnologia (V10 5.2 da 610 cv più due motori elettrici da 150 cv ciascuno), sia per quanto riguarda le linee, molto fluide, che fanno tanto gran turismo. Incuriositi, chiediamo, come sia nato questo progetto, su quali indicazioni: “Con l’Asterion”, ci dice Perini, “intendevamo dimostrare che siamo assolutamente in grado di produrre vetture eleganti. Questa, più di altre Lamborghini, ha una tipica linea da coupé e si richiama alle nostre GT del passato, ma con le tecnologie più moderne a supportarne il progetto. Con 910 cv a disposizione, e la trazione sulle 4 ruote, con 2 motori elettrici sulle anteriori ed il motore termico sulle posteriori, questa è senz’altro una Gran Turismo unica nel suo genere”, ci racconta orgoglioso. “Per descrivervi la sua natura, vi racconto un aneddoto capitato a bordo di questa futuribile Lambo. Recentemente, infatti, sono uscito in prova insieme ad un tecnico, per rendermi conto delle capacità della vettura su strada. Entusiasta all’interno di questo gioiello tecnologico, figlio del nostro staff progettuale, ho voluto chiamare de’ Silva, per trasmettergli la mia orgogliosa emozione, e ho rivolto il telefonino verso l’abitacolo dicendogli: ascolta il rombo dell’Asterion. Lui, perplesso, mi ha risposto: Non sento nulla! E io: Appunto!" Puntualizza Perini: “L’Asterion è una Lamborghini dalla potenza vellutata, con grandi doti da confortevole stradale, capace di percorrere 50 km con i soli motori elettrici, ma che all’occorrenza sa trasformarsi nella più feroce Lamborghini di sempre!” Per concludere, ritorniamo all’inizio, chiedendo a Perini da dove arrivi questa sua passione per le GT: “Ho amato da subito le auto sportive. Da bambino, a scuola, la professoressa di disegno, mi minacciò più volte di rimandarmi a settembre perché continuavo a presentarle esclusivamente schizzi di auto. Un giorno, esasperata, mi disse di andare fuori dalla scuola e disegnarle una prospettiva esterna. Lo feci, preoccupato per il suo giudizio, ma quando rientrai in classe e le mostrai il disegno, dal momento che fuori dalla scuola c’era un bel parcheggio, mi accorsi che, quasi inconsapevolmente, anche in quel caso avevo disegnato tante belle automobiline!”  

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