Infiniti Q30, come nasce il design

Infiniti Q30, come nasce il design
Il marchio di lusso sbarca in Europa e ha deciso di fare del design il suo punto di forza

di Alberto Sabbatini

05.01.2016 ( Aggiornata il 05.01.2016 04:00 )

Più multinazionale di così non si può. L’Infiniti è un marchio che ha sede ad Hong Kong, appartiene a un brand giapponese (Nissan), a sua volta parte di un gruppo francese (Renault) mentre le auto vengono costruite in Giappone, Cina e Gran Bretagna e una parte del tessuto degli interni proviene dall’Italia. Per di più le disegna un cubano che si è formato negli Stati Uniti ma vive a Tokyo o in giro per i vari centri stile che la Infiniti possiede a San Diego, Londra e Atsugi (Giappone). Descritta così la Infiniti sembra solo un melting pot, un crogiolo di razze, etnìe e culture. Invece è anche uno dei brand automobilistici meno noti ma più in espansione. Nel 2015 Infiniti sta aumentando le sue vendite nel mondo del 14%, una percentuale positiva che è un sogno per altre industrie automobilistiche. Infiniti è contraddistinta da un design ardito e originalissimo, fatto di onde e linee sinuose, che è diventato molto caratteristico. E ha contribuito a dare un’identità precisa a questo giovane brand. E negli ultimi tempi, grazie all’impulso di Alfonso Albaisa, il nuovo capo del design, sta rafforzando la propria personalità. Infiniti potrebbe diventare il fenomeno del 2016 perché dopo essere per anni rimasta confinata nella nicchia delle auto di lusso, berline e Suv, ora vuole lanciare la sfida alle tedesche nel segmento delle auto compatte “premium”. Portando il suo design rivoluzionario fatto di forme muscolose e scolpite in una categoria dove siamo da sempre abituati alla sobrietà di Golf e A3. Per molti la Infiniti è ancora una entità semi-sconosciuta. Tanto che i manager dell’azienda alcuni anni fa decisero di farsi conoscere nel mondo nella maniera più rapida ed efficace: diventando lo sponsor principale della squadra pluri-campione del mondo di Formula 1, la Red Bull. Da allora il logo Infiniti appare in bella vista sulle fiancate viola della monoposto che era di Vettel e ora è di Ricciardo. NESSUN CONFLITTO di interessi ovviamente con la Renault che è il partner motoristico della Red Bull (ancora per poco...) perché Infiniti fa parte del gruppo Nissan-Renault, quindi è roba di famiglia. Detto in parole semplici, Infiniti è il marchio di lusso di Nissan. E le sue origini sono curiose. Infiniti è uno dei marchi automobilistici più giovani che ci sia perché è nato soltanto 25 anni fa, nel 1989, quando i giapponesi cominciarono ad aggredire il mercato Usa. A quell’epoca gli Stati Uniti vivevano un momento di grande boom economico - erano gli anni dell’edonismo reaganiano - e cominciò a crescere fortemente la domanda di auto di lusso. Toyota, Nissan e Honda volevano sfruttare l’onda positiva per fare profitti in Usa. Ma si resero conto che i loro brand avevano un’immagine troppo popolare per vincere i pregiudizi dell’americano medio. Così tutte e tre le aziende giapponesi conclusero che era più facile imporre ex novo un marchio sconosciuto piuttosto che cercare di cambiare immagine a uno già esistente ma viziato dai pregiudizi. E ciascuna di loro “inventò” di sana pianta un marchio di lusso inedito con cui brandizzare le proprie berline di lusso fatte su misura per l’americano benestante. La Honda creò Acura, la Toyota diede vita a Lexus e la Nissan replicò con Infiniti. Dei tre marchi, Infiniti è quella che è riuscita a mantenersi più coerente con l’obiettivo che si era data. È stato anche il marchio che ha saputo sfruttare di più l’esplosione di richieste di Suv di lusso in Usa. I profitti fatti da Infiniti in America hanno consentito alla azienda madre Nissan di compensare le enormi perdite che stava accumulando. 54b65f32811dc INFINITI ha anche saputo trovare, con le linee sinuose dei suoi modelli, una propria strada stilistica e creativa che l’ha aiutata a identificarsi e costruirsi una precisa personalità. Non sarà un caso che a capo della divisione prodotto di Infiniti, da dieci anni c’è un francese che non è uno dei soliti ingegneri, ma è un manager laureato alla scuola Superiore di Belle Arti di Parigi con una tesi in Storia dell’Arte. Ora Infiniti ha deciso di sbarcare con forza in Europa e ha deciso di fare del design il suo punto di forza dando carta bianca dal 2013 al nuovo capo dello stile: Alfonso Albaisa, un americano di origine cubana che si era fatto le ossa in Nissan. Albaisa è un 50enne con i capelli moderatamente lunghi e pettinati all’indietro, barba lunga di un giorno ma ben curata e dall’aria un po’ bohemien. ALBAISA ha impresso un’accelerazione vigorosa alla creatività della Infiniti. I suoi designer hanno partorito una infinità di concept car per sviluppare in modo sempre più deciso gli stilemi del marchio Infiniti. Prima una berlina sportiva come la Q50 Eau Rouge, poi una berlina di lusso come la Q80 Inspiration, quindi una coupé avveniristica come la Q60 Concept. Poi Albaisa ha fatto aprire un nuovo centro design in Inghilterra, nel centro della city a Londra, che va da affiancarsi a quelli di San Diego e Atsugi in Giappone. “Perché Londra? Perché vibra di entusiasmo giovanile - spiega Albaisa - e vogliamo tradurre quell’entusiamo e adattarlo ai nostri prodotti di lusso per trasmettere un gusto più europeo a Infiniti”. Il risultato di questo sforzo creativo è la Q30, l’auto compatta con cui Infiniti andrà da quest’inverno ad aggredire in massa il mercato europeo. La Q30 è anche la prima Infiniti costruita in Europa (in Inghilterra, a Sunderland). E il suo design è la sintesi del nuovo stile Infiniti per sedurre gli automobilisti del nostro continente. Un’auto con linee anticonvenzionali e di rottura in un segmento (quello della Golf ) che più conservativo non potrebbe essere. 54f5afe202c13LA Q30 È UN’AUTO compatta - spiega Albaisa - di una categoria che non avevamo mai realizzato prima: è lunga 4,47 metri e ha una design molto filante, da coupé, e la postura un po’ rialzata da terra dei moderni crossover. Ha il montante alto, la silhouette di una shooting brake (una due volumi a metà fra coupé e station wagon, ndr), ma quando sali a bordo ti accorgi di come sia bassa e di come sia facile entrare e sedersi”. Girando intorno alla Q30, Albaisa ci mostra in anteprima le originalità di questa vettura il cui lancio è imminente. “La forma esteriore della Q30 esprime forza e prontezza. Invita alla guida. Il marchio Infiniti è espressione del design. Vogliamo che i nostri clienti percepiscano la mano dell’artista al lavoro quando guardano le forme muscolose e scolpite di una nostra auto. Il design della Q30 è identificato da linee dal carattere molto personale e da forme scultoree che sembrano perfettamente aderire a un corpo. Le forme scolpite sono nella tradizione di Infiniti. Il risultato è un design armonioso che può essere apprezzato con un colpo d’occhio”. Un design “forte”, realizzato appositamente per chi cerca esclusività ed individualismo. Ma anche un design “dinamico”, esaltato da tanti dettagli. Come quello che ci fa notare Albaisa sul montante posteriore: “Nella vista di profilo si vede sul montante una curva in avanti a forma di mezzaluna. Serve a trasmettere un effetto dinamico a chi guarda l’auto staticamente”. Della Q30 sono molto particolari anche gli interni. “Ci sono linee e superfici asimmetriche sulla plancia e negli interni per offrire la sensazione di uno spazio aperto dove i passeggeri si sentono rilassati mentre il conducente resta al centro dell’esperienza di guida”. I materiali e la cura del dettaglio sono altri aspetti su cui Albaisa ha insistito per esaltare l’immagine “premium” della Q30. I cerchi ruota, grazie a un nuovo procedimento di taglio al laser, permettono un “effetto colore” che esalta la personalizzazione; in molte parti si è rinunciato alla tradizionale plastica cromata per usare metallo cromato- satinato che migliora la percezione di qualità. Mentre il tessuto usato per rivestire tetto e montanti proviene dal mondo della moda ed è squisitamente italiano. Non è la classica Alcantara, ma è un simil-camoscio che si chiama “Dinamica”. 54f6d8a2c75e0

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