Polveri sottili: l’auto sempre nel mirino

Polveri sottili: l’auto sempre nel mirino
I Comuni hanno dato il via ai blocchi del traffico o alle targhe alterne, ma senza grandi risultati

di Redazione

11.03.2016 ( Aggiornata il 11.03.2016 01:00 )

Siamo alle solite. L’inverno, con l’alta pressione e l’assenza di precipitazioni, ha fatto aumentare lo smog in città dove le polveri sottili nell’aria sforano il limite di legge: parliamo delle fatidiche PM10 (= “Particulate Matter”) con diametro pari o inferiore a 10 micron che rappresentano il principale agente inquinante. Per la normativa europea, nelle aree urbane le PM10 non devono superare i 50 microgrammi per metro cubo di aria in un giorno e per non più di 35 giorni all’anno (nel 1978 erano tollerati dall’OMS ben 350 mcg/ m3): non sapendo come contenere il problema, le amministrazioni colpevolizzano le auto che negli anni, con le marmitte catalitiche, i filtri antiparticolato e le varie evoluzioni normative, hanno ridotto le loro emissioni soprattutto di idrocarburi incombusti. Ma quando in città non piove per molto tempo (la pioggia è tornata, per frutta) le polveri sottili, generate dal consumo di pneumatici o di guarnizioni dei freni di ogni mezzo, anche elettrico (!), rimangono depositate per terra, sollevate e rilanciate nell’aria dal passaggio di ogni tipo di veicolo. POICHÉ non si possono abolire i riscaldamenti nelle case o nelle industrie, colpevoli secondo autorevoli studi di settore della maggior parte dell’inquinamento atmosferico, la caccia all’auto è pur sempre un facile alibi perché è di rapida applicazione rispetto ad altri provvedimenti. Tutto bello per i colpevolisti dell’auto, ma i risultati non arrivano lo stesso: da anni è stato dimostrato, cifre alla mano, che l’inquinamento provocato dalle auto incide in misura minima sui livelli di smog nella stagione fredda. Emissioni di andride carbonica (CO2) INTENDIAMOCI, tutto contribuisce a diminuire l’inquinamento ed è chiaro che anche una sola macchina circolante in meno dà una piccolissima mano a ridurre lo smog (anche un litro d’acqua preso da un lago ne abbassa il livello, ma chi può misurarlo?), eppure la somma di tutte le vetture che vengono fermate dai provvedimenti a targhe alterne dei Sindaci non produce l’effetto sperato, com’è avvenuto a Roma e Milano alla fine dello scorso anno. SE LE AUTOMOBILI, nonostante lo scarso apporto all’inquinamento, devono dare il loro contributo alla salute pubblica, allora si prendano misure severe, non come a Roma dove dai blocchi del traffico o targhe alterne sono esentate la bellezza di oltre 12 categorie di mezzi, comprese le vetture del Car Sharing o di chi si reca allo stadio purchè gli occupanti siano in possesso di biglietto! E perché mai loro possono girare? Così i numeri di chi non può veramente usare l’auto diventano ridicoli e insufficienti allo scopo. E poi molti parlano ma nessuno ha notato una cosa molto semplice: chi vive a Roma sa bene che le auto nella Capitale circolano attorniate da vetture parcheggiate ininterrottamente ai lati delle strade, spesso anche in seconda fila. Che, se poi si muovessero tutte o quasi tutte contemporaneamente, allora si che ci sarebbe da ridere. Quindi con un conteggio sommario, nei giorni di targhe alterne, metà auto circolano e metà stanno ferme e il giorno successivo si scambiano i compiti fra loro, ma la massa che gira è quasi sempre la stessa e i risultati delle centraline antismog non miglioreranno mai! Roberto Argenti

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