Inquinamento legalizzato, Il dieselgate cambia le regole

Inquinamento legalizzato, Il dieselgate cambia le regole

Quando non si riescono a rispettare i limiti stabiliti dalle leggi, questi limiti vengono provvidenzialmente alzati...

di Roberto Argenti

11.05.2016 20:50

È un po’ come se si dicesse: poiché tutti rubano e non ce la facciamo a contrastare i furti come si deve, siamo costretti ad ammorbidire le regole! E non è nemmeno una novità. È già successo in passato: quando non si riescono a rispettare i limiti stabiliti dalle leggi, questi limiti vengono provvidenzialmente alzati…

Così è successo per i valori di ossido di azoto delle emissioni delle auto diesel, ovvero l’inquinante che era alla base del “dieselgate”.

L’unione europea ha deciso di elevare, per un periodo limitato di anni, il limite delle emissioni di ossidi di azoto - il famigerato NOx - oltre il valore della normativa “Euro 6” stabilita nel 2014. Cos’è successo? Con test più approfonditi in seguito al dieselgate, si è capito che i risultati delle prove in laboratorio, anche quelle non truccate, non riuscivano ad avvicinarsi ai rilevamenti “reali”, acquisiti con la vettura in marcia su strada. Quindi, col sospetto che molti Costruttori possano trovarsi fuori regola, si è deciso di allentare temporaneamente le maglie della normativa.

L’OMBRA DELLE LOBBY. Le regole Euro 6 infatti fissano dal settembre 2014 un limite piuttosto basso per le emissioni di NOx: 80 milligrammi/km, cioé meno della metà di quello che era in vigore dal 2009 con le norme Euro 5: 180 mg per km. Limite che - dieselgate insegna - i costruttori faticano a rispettare. Probabilmente dietro la decisione c’è l’azione della lobby dei Costruttori auto che avranno fatto presente ai politici europei che non erano in grado di dimezzare ulteriormente i limiti di NOx nel giro di pochi anni, se non a fronte di costosissimi investimenti industriali che però avrebbero poi dovuto recuperare riducendo le spese e tagliando posti di lavoro.

Forse, davanti a questa prospettiva che avrebbe innescato una polemica sociale che la UE volentieri avrebbe evitato, il Parlamento Europeo ha finito per ammorbidire le regole. In dettaglio all’inizio del mese di marzo il Parlamento Europeo ha respinto, con 323 voti contro 317 e 61 astenuti, la mozione della Commissione Ambiente dello stesso Parlamento, che invece voleva imporre regole ancora più rigide per misurare correttamente il livello degli ossidi di azoto (NOx) nei diesel.

MISURA TEMPORANEA. La misura adottata dal Parlamento europeo è temporanea: concede cinque anni di tempo alle case auto per far rientrare le emissioni di ossido di azoto dei motori diesel negli standard previsti dalla, forse allora troppo ottimistica (fu proposta nel 2007), normativa Euro 6 che nel settembre 2014 impose un limite massimo 80 mg/km di NOx. La giustificazione ufficiale è stata motivata “dai dubbi tecnici esistenti relativi all’uso dei nuovi dispositivi portatili di misurazione (su strada, n.d.r.) delle emissioni”, avendo la stessa assemblea constatato la non corrispondenza alla realtà “stradale” dei controlli sulle emissioni sinora fatte in laboratorio, e la cui differenza in futuro verrà valutata con il nuovo “fattore di conformità”.

Addirittura il Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, l’italiano Giovanni La Via, ha dovuto ammettere che “La decisione è stata presa per abbattere le emissioni di NOx delle auto che, al momento, sono dal 400% al 500% oltre i limiti ufficiali”. I costruttori entro settembre 2017 dovranno portare il fattore di conformità ad un massimo del 110% in più rispetto alla vecchia normativa Euro 6: in pratica se prima le auto diesel potevano emettere un max. di 80 mg/km di NOx, ora possono sputarne 168 e c’è tempo fino a settembre 2019 per aggiornarsi. Questo limite dovrà essere ridotto sino al 50% entro gennaio 2020.

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