Il caso Ford, quando le azioni contano più delle automobili

Il caso Ford, quando le azioni contano più delle automobili
Oggi all’industria dell’auto servono i visionari e di quelli che sapevano fare le automobili

di Piero Evangelisti

09.08.2017 19:57

Fino a qualche anno fa i grandi capi delle Case Automobilistiche – secondo il mitico Bob Lutz – si dividevano in due categorie: i “car guys” e i “bean counters”, quelli che sanno fare le automobili e i contabili che prima di tutto devono far tornare i conti.

Alle due categorie individuate dal Lutz (classe 1932 e tuttora attivo) che nella sua carriera ai vertici di tante Case, ha inventato, così per dire, la Bmw Serie 3, la Ford Sierra e la Dodge Viper, se ne aggiunge una terza.

Quella dei tecnologici che trovano la loro patria nella Silicon Valley. Dove oggi l’industria dell’auto attinge tutte le soluzioni per la guida autonoma e per la connettività. Aree che influenzano pesantemente le quotazioni in borsa di un’azienda.

Si spiega così l’avvicendamento al vertice di Ford Motor Company dove Mark Fields, 56 anni, “lascia dopo 28 anni di successi” (così recita il comunicato stampa della Casa) per cedere la poltrona al 62enne Jim Hackett che, già membro del consiglio di amministrazione di Dearborn, arriva dalla Steelcase, azienda di mobili.

Mark Fields esce con una liquidazione, tutto compreso, di quasi 60 milioni di dollari e Hackett entra con uno stipendio che può arrivare fino a 3,6 milioni l’anno.

Ford, a differenza di General Motors e di Chrysler, nel momento più buio della crisi non ha chiesto aiuti a Washington scegliendo di vendere tutti i prestigiosi brand che aveva acquistato, ultima la Volvo ai cinesi di Geely.

La politica “One Ford” di Alan Mullally – predecessore di Fields e anche lui, come Hackett, un esterno dal mondo dell’automobile – quella di creare modelli buoni per tutti i mercati, ha pagato. E le vendite dell’Ovale Blu hanno continuato a crescere. Mentre, però, diminuiva il valore delle azioni Ford a Wall Street.

La perdita è stata di quasi 25 miliardi di dollari in termini di capitale e la piccola Tesla di Elon Musk è diventata la numero uno sulla borsa americana fra le industrie automobilistiche.

Scontata la reazione della famiglia Ford che ha ancora un peso significativo in azienda. “Nel trasformare Ford per il futuro – ha detto il presidente Biull Ford – Jim Hackett è il Ceo perfetto, un vero visionario per guidare l’azienda verso la nuova mobilità”.

Oggi all’industria dell’auto servono i visionari e di quelli che sapevano fare le automobili, come Lutz, o di Fields, che le sapeva vendere, non c’è più bisogno.

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