Maserati Ghibli, primo test su strada con Auto.it.

Toscana - Saverio Villa Poco meno di cinque metri di lunghezza, motori a benzina “by Ferrari”, aspetto da “quattroportina” ma con i muscoli più in evidenza e prezzi da 66 mila euro: la Maserati Ghibli ha tutte quel che le serve, compreso uno stabilimento - quello ex Bertone di Grugliasco - capace di produrne quasi 40 mila all’anno, per diventare una reale alternativa alle usuali tedesche del segmento E. Un’alternativa per chi ha esigenze e ambizioni piuttosto specifiche, ovviamente, perché non potrà certo competere con BMW Serie 5 e simili in termini di vendite mondiali, però è in grado di aspirare a una presenza sul mercato mondiale mai avuta da una Maserati. Per lo meno fintanto che non arriverà la suv Levante nel 2015. L’approccio stilistico è lo stesso della Quattroporte, anche se le dimensioni sono compattate (la Ghibli è più corta di 29 cm) e affiorano qualche curva e qualche muscolo in più. Si tratta comunque di una bella auto, specialmente nella vista posteriore e di tre quarti posteriore. Dentro l’abitabilità è abbondante per quattro, mentre l’accoglienza per l’eventuale passeggero posteriore centrale è limitata. L’abitacolo è molto personalizzabile, arredato con gusto e confortevole ma alterna aspetti decisamente positivi, ad altri più discutibili: ad esempio, ai sedili e ai rivestimenti in pelle opulenti, fanno da contraltare comandi elettrici e un sistema di navigatore di grande serie. Le motorizzazioni a benzina non rappresentano una novità. Si tratta di due configurazioni del 3 litri V6 biturbo messo a punto congiuntamente da Maserati e Ferrari e assemblato a Maranello: da 410 CV (la stessa adottata recentemente dalla Quattrporte S) e da 330 CV (proveniente da una versione dell’ammiraglia realizzata specificamente per il mercato cinese). La prima, per potenza, allungo e modalità di erogazione è quanto di meglio si può trovare in questa classe di auto; la seconda garantisce comunque prestazioni notevoli, però è meno energica e stimolante ai bassi regini La novità vera e sensazionale, però, è la presenza in gamma di un motore a gasolio per la prima volta in quasi cento anni di vita della Maserati, imprescindibile se si vuole che anche il mercato europeo contribuisca alla causa della Ghibli. Si tratta di una variazione, elaborata a Modena e costruita dalla VM a Cento, del 3 litri già utilizzato da Lancia Thema e Jeep Grand Cherokee, portato fino a 275 CV e 61 kgm, ma offerto anche in versione da 250 CV: uno stratagemma grottesco ma necessario per ridurre la visibilità fiscale per chi compra una Ghibli in Italia. Un diesel su una Maserati può magari intristire un po’, ma quando lo si prova ci si rende subito conto che potenza e coppia sono proprio quelle che servono ad un’auto di questo segmento e questo blasone: la Maserati dichiara 250 km/h e passa da 0 a 100 km/h in 6”3. E poi c’è anche un sistema “furbo” di correzione dinamica della tonalità di scarico: in pratica due piccoli generatori di suono inseriti in prossimità dei terminali correggono la timbrica naturale avvicinandola a quella profonda di un V8 a benzina. È efficace soprattutto ai bassi regimi, perché poi prevale la sonorità meccanica del motore, però l’effetto è coinvolgente e non “suona” troppo artificiale. Il centraggio simmetrico del peso tra avantreno e retrotreno, l’assetto composto ma confortevole (con gestione elettronica a richiesta), il differenziale meccanico ascorrimento limitato e l’eccellente cambio automatico ZF a 8 marce, fanno della Ghibli una berlina molto godibile sui tragitti lunghi ma anche divertente e agile a sufficienza per soddisfare chi ama la bella guida, nonostante comunque corpulenta e pesi solo 50 kg meno della Quattroporte. La commercializzazione italiana inizierà ad agosto con prezzi di 66 mila euro per la diesel, 68 per la V6 da 330 CV, 80 per la S col V6 da 410 CV e 84 per la S Q4 a trazione integrale.