Mercedes B Electric Drive, test

Mercedes B Electric Drive, test
L'abbiamo guidata sulle strade della Silicon Valley in California, dove sono costruite le batterie della Tesla utilizzate da Mercedes

di Redazione

16.07.2014 ( Aggiornata il 16.07.2014 07:05 )

Paolo Alto - California di Piero Evemgelisti Mercedes B Electric Drive, la Stella ha preso la scossa. Autonomia infrastrutture sono i due nodi da sciogliere per la futura diffusione delle auto elettriche, le seconde più decisive della prima che, con un’adeguata rete di colonnine di ricarica, passerebbe in secondo piano in attesa di batterie miracolose fino ad oggi confinate nei laboratori di ricerca di prestigiose università. Non è quindi casuale la scelta di Palo Alto e della Silicon Valley come luogo dove Mercedes-Benz ha deciso di far provare la nuova Classe B Electric Drive, perché lungo la baia di San Francisco la densità dei punti di ricarica – pubblici e privati – è altissima e utilizzare un’auto a emissioni zero, da queste parti, non limita in alcun modo gli spostamenti quotidiani. La Classe B ED arriva però da lontano, perché e costruita a Rastatt, in Germania, sulla stessa piattaforma di tutte le B, ma modificata, con il pavimento rialzato sotto i sedili, come per la NGD a metano, e nello spazio destinato alle bombole del gas sono alloggiate le batterie a ioni di litio prodotte (come il motore elettrico da 136 kW, 177 cavalli, che equipaggia la vettura) da Tesla Motors che ha la sua sede proprio a Palo Alto. Con la versione a gas, la ED condivide quindi anche il frontale più alto che, con le griglie maggiorate (anche se c’è ben poco da raffreddare), trasmette una sensazione di maggiore sportività che non appare fuori luogo. Il fatto che per la Classe B ED Mercedes abbia fatto la scelta più radicale (“zero emissioni, zero compromessi” è il claim dedicato alla vettura), quella dell’elettrico puro, senza la possibilità di range extender anti-panico, i piccoli motori termici che consentono di arrivare sempre alla meta, non compromette assolutamente la dinamicità delle prestazioni. Quando si prova un’auto elettrica bisogna cercare di sgombrare la mente dalle considerazioni sull’autonomia, altrimenti si rischia di influenzare negativamente ogni valutazione, di condizionarla, cioè, pensando che sarebbe bello avere le stesse prestazioni su un’auto a motore termico. Il piacere del viaggio, infatti, comincia non appena si schiaccia il pedale del gas, con tutta la coppia — 340 Nm — subito disponibile, pronta a fornire un’accelerazione da supercar Ad ogni semaforo, quando scatta il verde, la voglia di sentire quella spinta immediata, progressiva e fluida (la Classe B ED non ha ovviamente un cambio automatico tradizionale, ma le sole funzioni avanti, retromarcia, neutral e parking) si ripropone costante, anche se – è impossibile non farlo – il pensiero va ai consumi, a quanto stiamo bruciando delle preziose riserve di energia accumulate nelle batterie che, secondo i dati ufficiali, dovrebbero consentire di percorrere circa 200 chilometri. Per avvicinarsi a questa percorrenza bisogna sfruttare tutte le tecnologie messe a disposizione, prima di tutto selezionando la modalità ECO che limita l’erogazione di potenza a 98 dei 132 kW totali forniti dal motore (in caso di necessità basta un kickdown per ottenere la potenza massima); poi bisogna scegliere, fra le tre alternative disponibili, la funzione di recupero in frenata più efficiente, quella che rallenta la vettura, per esempio, nelle discese o in avvicinamento al veicolo che ci precede. Un ultimo accorgimento, per essere un vero campione di risparmio, consiste nell’inserire il limitatore di velocità a 110 km orari (la velocità massima della Classe B Electric Drive è di 160 km/h e l’auto passa da 0 a 100 in meno di 10 secondi). I futuri proprietari della Mercedes-Benz, che in Usa debutta a un prezzo di 41mila dollari (in Europa arriverà entro la fine dell’anno), avranno modo di mettere a punto una guida virtuosa, ma noi, durante il primo test, vediamo scendere velocemente l’indicatore dell’autonomia residua che porta la percorrenza a circa 140 km. Il percorso scelto per la prova era, del resto, stimolante: prima un bel tratto di autostrada con traffico rarefatto, poi una vera strada di montagna (non a caso chiamata Alpine Road) attraverso i boschi di Los Altos, dove la Classe B ED percorre ogni curva, in totale silenzio, con una stabilità e una naturalezza da vera sportiva grazie all’eccellente equilibrio del telaio che non risente della massa delle batterie. Valicate le montagne, il test si conclude a Sunnyvale, al centro ricerche avanzate di Mercedes-Benz (Mercedes Benz Research & Development of North America), il più nuovo e il più importante, quello da dove vengono coordinati anche gli altri quattro che la Casa possiede negli Usa. A dirigere i 160 cervelli sfornati dalle università della baia – Stanford e Berkeley – e impiegati al MBRDNA è Johann Jungwirth, che, mentre le nostre Classe B si ricaricano (in due ore alle colonnine a ricarica rapida si ottengono quasi 100 chilometri di autonomia, alla presa di casa ci vuole una notte per fare il pieno), svela, con un naturalezza e una semplicità tipica di chi nel futuro ci vive già ogni giorno, le tecnologie attuali e quelle imminenti destinate a trasformare l’auto (non solo elettrica) in una partner sempre più intima di chi la guida. Partner di Mercedes, in questo cammino, sono Apple, con Carplay, e Google, due giganti dell’elettronica che hanno le loro sedi a pochi chilometri da Sunnyvale. Al pacchetto Intelligent Drive comune a tutte le nuove Mercedes-Benz, la Classe B ED aggiunge già importanti funzioni, come il controllo a distanza, attraverso lo smartphone, dello stato delle batterie.

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