Peugeot RCZ, dalla pista alla strada

Peugeot RCZ, dalla pista alla strada
La RCZ R Cup, massima evoluzione della Peugeot da corsa, ha una sorella stradale che le fa il filo. Eccole a confronto

di Lorenzo Facchinetti

12.02.2015 ( Aggiornata il 12.02.2015 06:44 )

Un’auto da corsa regala delle emozioni che nessun’altro modello stradale, pur sportivo e potente che sia, riesce a offrire. Punto e basta. Eppure, è sufficiente mettere le mani nel posto giusto e anche un’auto con la targa può proiettare la mente verso l’asfalto della pista. Non certo eguagliarne le prestazioni, ma quantomeno ricordarle molto da vicino. Ce ne siamo resi conto poggiando il fondoschiena su due varianti molto speciali della coupé Peugeot: la prima, battezzata RCZ R Cup, è l’evoluzione della vettura da corsa che da tre anni anima il monomarca della Casa francese. La seconda, che si chiama RCZ Racing Cup Replica, è invece la variante stradale realizzata per rendere omaggio proprio al campionato finora svoltosi. E proprio quest’ultima, da guidare su strada, grazie ad alcuni interventi tecnici mirati è capace di appagare i voglini sportivi dei più esigenti. La Replica è stata infatti realizzata attingendo componenti e know how tecnologico dalle versioni da pista: impianto frenante Brembo con dischi da 355 mm, ammortizzatori Ohlins con taratura specifica, motore 1.6 turbo portato da 200 a 230 cavalli con centralina specifica, impianto di scarico Supersprint e una valvola wastgate che ad ogni rilascio produce sonori sbuffi, e che per inciso rappresenta una delle più grandi fonti di soddisfazione di questo modello. L’estetica, poi, è la parte che accomuna maggiormente le due Peugeot, sia per l’ala posteriore (che sulla Replica è la stessa dell’auto da gara), sia per la livrea scelta, che omaggia i colori storici di Peugeot Sport risalenti agli anni Ottanta e alla mitica 205 T16 da rally di Gruppo B. Avere entrambe le RCZ davanti agli occhi alimenta più o meno lo stesso desiderio. Cioé quello di montarci sopra e dare del gas a manetta. Ma c’è una differenza, non di poco conto, che va oltre ogni apparenza estetica: il peso. La RCZ R Cup da corsa, infatti, è stata sottoposta a una ferrea dieta dimagrante e la sua massa si attesta ora su soli 995 kg, un’inezia. Che sommati ai 270 cavalli del 1.6 THP derivato dalla serie, non offre alcuna chance rispetto alla stradale.
Peugeot RCZ R Cup e RCZ Racing Replica
Con questa evoluzione della RCZ Cup abbiamo preso parte a una gara del Campionato Italiano Turismo Endurance a Franciacorta e, favoriti anche dalla pista stessa che è piuttosto tortuosa, la Peugeot riusciva a tenere il passo di rivali ben più cavallate, come ad esempio le Seat Leon. Questo per via del peso ridotto, appunto, ma anche della estrema agilità in curva, data da un avantreno con inserimento fulmineo, associata a un’ottima motricità in uscita di curva (autobloccante meccanico d’obbligo), dove invece le vetture più potenti pativano un poco. Quella della motricità è una delle doti che si possono apprezzare anche sulla versione stradale, che nonostante non disponga di un vero autobloccante meccanico ma soltanto di un sistema elettronico che lo emula, non patisce mai eccessivi pattinamenti e anzi riesce sempre a mettere a terra in maniera adeguata la coppia, che pure è elevata (330 Nm) ed espressa a un regime irrisorio (1900 giri). Ma quel che convince del set up di questa Replica, è senza dubbio l’efficacia.
Peugeot RCZ R Cup
I nuovi ammortizzatori Ohlins, la rendono ancor più reattiva pur senza risultare mai troppo nervosa, specie al retrotreno che appare sempre ben incollato al suolo. Una caratteristica che la RCZ ha sin dalla nascita e in tutte le sue versioni (passo lungo e geometrie azzeccate), tant’è che nel caso della R Cup da corsa è necessario intervenire sull’assetto per renderla un po’ nervosa e favorire quindi gli inserimenti in curva. Soprattutto nelle piste tortuose, occorre sacrificare un poco la stabilità del retrotreno e il cronometro ci guadagna. Le affinità fra due RCZ così diverse continuano con il propulsore, che è sempre il solito e affidabile 1.6 THP turbo che il Gruppo PSA impiega con soddisfazione in qualsiasi specialità del motorsport. Pur con i dovuti accorgimenti e le modifiche del caso, basti pensare che questo “millesei” lo si può trovare sotto il cofano della Peugeot 208 R5 da rally con cui Andreucci ha vinto l’italiano Rally, viene utilizzato sulla Citroën DS3 del mondiale WRC e anche sulla C-Elysée di Sebastien Loeb nel campionato turismo WTCC. Tra quest’ultima variante del 1.6 e quella di una RCZ stradale c’è un bel po’ di differenza (li abbiamo visti coi nostri occhi e sentiti con le nostre orecchie...), ma c’è comunque un comune denominatore: una elasticità pazzesca che, soprattutto nella guida sportiva, aiuta a uscire dalle curve come fionde. E questo accade anche nel caso della RCZ Cup da corsa, che sebbene abbia una coppia leggermente inferiore (315 Nm) ed espressa più in alto (solitamente in pista non viaggi a 1500 giri...), garantisce una guida più efficace e fluida.
Peugeot RCZ R Cup e RCZ Racing Replica
Certo, una grossa differenza in termini di velocità ed efficacia la fa anche la trasmissione, perché sulla Cup c’è un sequenziale Sadev elettroattuato con paddle al volante anziché il meccanico manuale a 6 marce della Replica. Che però a nostro avviso, nella guida stradale di un modello fortemente orientato alla sportività, rappresenta quasi un valore aggiunto. Perché, purtroppo, il piacere di effettuare un punta-tacco in scalata o sfidare se stessi con cambiate sempre più rapide è un lusso che sta scomparendo...

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