Ferrari 488 GTB, il test su strada (1)

Ferrari 488 GTB, il test su strada (1)
Il V8 è morto, viva il turbo: i segreti della Berlinetta che segna un passo storico per Maranello

di Alberto Sabbatini

23 maggio 2015

Il V8 è morto, viva il turbo. La nuova Ferrari 488 è l’ultima erede di una stirpe famosa nata nel 1975 con la 308 GTB, ma segna una importante rivoluzione: per la prima volta la Ferrari rinuncia al motore aspirato sulla propria berlinetta V8 ed adotta il turbo. Che finora su una berlinetta Ferrari era stato soltanto sulla 288 GTO, antesignana di quella che divenne poi la F40.

PIU’ POTENZA

Nata a marzo e presentata al salone di Ginevra, la nuova 488 GTB è la Ferrari più importante e strategica per Maranello perché è la nuova versione della classica berlinetta V8 che da sola realizza oltre il 50% delle vendite complessive di Ferrari. La 488 GTB sostituisce la 458 Italia. Nei piani iniziali doveva essere soltanto una versione “evoluzione” della 458 nata sei anni fa, ma gli aggiornamenti tecnici così importanti hanno spinto la Ferrari a realizzare un modello completamente nuovo, cambiandole pure il nome. Della 458 è rimasto praticamente soltanto il... tetto. Il motore V8 aspirato di 4,5 litri è diventato un V8 turbo, con differenti misure di alesaggio e corsa e la cilindrata è stata diminuita a 3905 cc. Grazie alla sovralimentazione però la potenza è salita di ben cento cavalli, passando dai 570 cv della 458 ai 670 cavalli della 488. La coppia motrice, grazie al turbo, è cresciuta spaventosamente a 760 Nm, generati ad appena 3000 giri, quando la 458 ne aveva 540 a regime molto più alto: 6000 giri.

L’AERODINAMICA

Anche l’elettronica e i controlli di gestione della potenza sono migliorati complessivamente con nuove tecnologie e funzionalità. Ci sono poi stati vistosi incrementi aerodinamici grazie a tre nuove tecnoologie. Uno è l’estrattore con flap attivi, che si alzano e abbassano proprio tipo DRS di F1 per dare più deportanza in curva oppure far stallare l’estrattore in rettifilo. Gli altri due sono lo spoiler soffiato posteriore e il Base Bleed (un condotto che fa sfociare aria sulla coda) che servono ad eliminare i vortici che si generano dietro la coda per migliorare la deportanza senza dover ricorrere a antiestetici alettoni. Tutti questi sensibili miglioramenti tecnologici hanno spinto la Ferrari a dare un nome nuovo alla vettura che inizialmente doveva essere soltanto l’evoluzione della 458. La sigla 488, tra l’altro segna un ritorno al passato perché la Ferrari ha ripreso l’antica tradizione di battezzare una macchina riferendosi alla cilindrata unitaria del motore (3902 centimetri cubici diviso 8 cilindri fa proprio 488).

IL TURBO

Quella del turbo per questa nuova Ferrari è stata una scelta obbligata per restare entro le rigide normative in fatto di emissioni che i motori aspirati più potenti non riescono più a rispettare. Ma questo ha comportato una serie di interventi specifici su motore e vettura per restare fedeli alle caratteristiche tipiche delle berlinette Ferrari che si sono sempre distinte per alcuni aspetti ben precisi: grande reattività e bassi tempi di risposta del motore, facilità di guida, sound del propulsore vigoroso ed emozionante. Tutti sanno invece che tradizionalmente il motore turbo è un tipo di propulsore che possiede grande inerzia ai bassi regimi al momento di accelerare, ha un rumore soffocato perché la turbina agisce anche da silenziatore (vedi l’attuale F1), e la “botta” di potenza al monento in cui il compressore trasmette cavalli al motore può scompensare il controllo durante la guida. Per ovviare a questi problemi e non perdere le tipiche caratteristiche delle berlinette V8, la Ferrari ha lavorato fortemente sul motore per renderlo più simile possibile all’aspirato come personalità. Per rendere più istantanea la risposta del turbo sono state scelte alcune soluzioni: montaggio della turbina su cuscinetti; adozione di una lega titanio/alluminio a bassa inerzia per la girante del turbo; disegno delle palette “twin scroll” per ridurre l’interferenza delle onde di scarico. In più il motore - che conserva il basamento in alluminio e la lubrificazione a carter secco dell’aspirato - è stato modificato nella pompa olio che è a portata variabile, nei condotti di aspirazione che hanno una forma speciale per migliorare la turbolenza nelle camere di scoppio, nel comando di distribuzione con punterie “a dito”. C’è stata anche una lunga serie di interventi per ridurre gli attriti interni.

1 - CONTINUA (CLICCA QUI)

Ferrari 488 GTB, il test su strada - la fotogallery (1)

 

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese