Hyundai Tucson, primo test: storia nuova

Hyundai Tucson, primo test: storia nuova
Questo nuovo modello, anche se la linea non segna una rivoluzione, rappresenta un salto in avanti enorme

di Alberto Sabbatini

07.07.2015 ( Aggiornata il 07.07.2015 16:23 )

Francoforte Si chiude un ciclo e si riparte. Quando sarà commercializzato, a partire dal prossimo settembre, il nuovo SUV Tucson rappresenterà l’inizio di una nuova fase per la Hyundai. Fu proprio con la Tucson, o meglio con il SUV battezzato all’epoca con un sigla numerica - ix35 - che nel 2010 la Hyundai lanciò la sua seconda generazione di automobili. Per togliersi di dosso l’immagine di auto orientale di bassa qualità, puntò molto sui contenuti tecnici e su un design aggressivo (identificato dallo slogan “scultura fluida”). Ora, a cinque/sei anni di distanza, proprio il SUV compatto è il primo modello che lancerà la terza generazione di Hyundai. Per loro la casa coreana punterà su contenuti di elevata qualità e sull’innovazione tecnologica; questo porterà come conseguenza migliori prestazioni generali delle sue auto. Per le quali sono in arrivo motori moderni e più potenti (turbo benzina iniezione diretta, turbodiesel di elevata potenza specifica) e nuove tecnologie, fra cui il servosterzo elettrico sul piantone, sistemi elettronici di gestione della traiettoria in curva che fanno lavorare insieme servosterzo, 4WD e controllo di stabilità e infine un inedito cambio a doppia frizione a 7 marce. Il SUV Tucson è il primo nuovo modello della gamma. Sostituisce l’ix35 e segna il ritorno a un nome tradizionale per Hyundai, come già successo per il Santa Fe. Le sigle numeriche d’ora in poi resteranno soltanto per le berline e le city car mentre i SUV torneranno a usare i più esotici nomi di città di frontiera Usa, legati al vecchio west e che trasmettono sapore di avventura. Tucson è un nome che in base alle ricerche per Hyundai ha ancora valenze “positive” perché era il Suv compatto con cui la Casa coreana cominciò ad imporsi in Europa nei primi anni Duemila. Questo nuovo modello, anche se la linea non segna una rivoluzione rispetto alla ix35, rappresenta un salto in avanti enorme per Hyundai. Sia dal punto di vista qualitativo che meccanico. È basato su una nuova piattaforma C-Suv con sbalzi ridotti ma lungo interasse (2670 mm) per migliorare l’abitabilità interna. La Tucson ha un telaio sviluppato e personalizzato nello specifico per l’Europa in funzione delle esigenze delle strade europee. Tanto che la Tucson che viene venduta sul nostro continente ha sospensioni migliorate davanti (McPherson) e dietro (multilink), un servosterzo elettrico con motorino sul pignone per rendere più diretto e sensibile l’intervento sulla sterzata. Mentre le versioni per i mercati Usa o orientale non posseggono questi affinamenti. Per questo motivo la versione per il nostro Continente non viene dalla Corea, ma è costruita in Europa, in Repubblica Ceca. La nuova Tucson è lunga 4,47 metri, 6 cm più del vecchio ix35, da cui si riconosce soprattutto per uno stile ancor più spigoloso e moderno, con una griglia esagonale decisamente aggressiva sul frontale e fari a led che trasmettono una personalità dinamica a quest’auto. Che è frutto della matita di un designer italiano, Nicola Danza, che fa parte del centro stile Hyundai e ha seguito di persona proprio la Tucson fin dai primi bozzetti. Due sono i motori nuovi il turbodiesel 2 litri da 185 cavalli che affianca i precedenti diesel 1.7 e 2 litri di potenza inferiore e il nuovo turbo benzina 1.6 a iniezione diretta da 177 cavalli che prima esisteva solo in versione aspirata. Questo 1.6 GDI è la combinazione più moderna perché è dotato anche del nuovo cambio DSG 7 marce a doppia frizione che sul turbodiesel da 185 cv non c’è perché non riuscirebbe a gestire la grande quantità di coppia del motore a gasolio (ed è sostituito da un automatico tradizionale 6 marce). Sorprendono della nuova Tucson le doti dinamiche: il 1.6 con il turbo benzina acquista brillantezza in accelerazione grazie alla rapidità del cambio DSG mentre la buona coppia garantita dal turbo valorizza la ripresa dalle marce alte nonostante la cilindrata del motore sia relativamente piccola. Al volante la Tucson, nonostante i limiti “fisici” di tutti i SUV che, essendo a baricentro più alto di un’auto tradizionale, oscillano di più e offrono un trasferimento di carico più marcato, si comporta bene nella guida anche su strade miste e tortuose. È reattivo, ha poca inerzia nei cambi di direzione e le nuove sospensioni ottimizzate per le strade europee si dimostrano davvero efficaci. Non si può non notare dentro la Tucson il notevole salto di qualità nella spaziosità a bordo, nei materiali, nelle finizioni e nel montaggio; la plancia ad andamento orizzontale è lineare, elegante e i materiali piacevoli al tatto. E poi la Tucson si prennuncia ricchissima quanto a dotazioni di comfort: sedili riscaldati e ventilati per certe versioni, lo schermo da 8” da cui si gestisce tutto l’infotainment, un software di navigazione nuova generazione 3 volte più veloce del vecchio. E prevede persino l’abbonamento gratuito per 7 anni al sistema TomTom Live che include diverse opportunità fra cui monitoraggio del traffico in tempo reale, previsioni del tempo, webcam e così via. Mancano solo i prezzi, che verranno annunciati dopo metà luglio ma che non dovrebbero discostarsi di molto da quelli dell’attuale ix35 che parte da 20.570 euro va fino a 33mila.    

Hyundai Tucson, primo test 

All-New Tucson Driving Experience (5)    

Hyundai Tucson, primo test - Foto gallery

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