Jaguar F-Type SVR, contatto col giaguaro scatenato

Jaguar F-Type SVR, contatto col giaguaro scatenato

Comportamento ancor più vibrante tra le curve, specie nel misto stretto: l’avantreno “morde” la traiettoria

di Alberto Sarasini

16.06.2016 20:40

Barcellona

Se vi avanzano all’incirca centocinquantamila euro, e vi considerate tra quegli appassionati difficilmente accontentabili, potreste senz’altro contemplare ci aggiungere alla vostra collezione una F-Type SVR, Coupé o Convertibile a scelta: la speciale versione sviluppata dal dipartimento Jaguar Special Vehicles Operations merita senz’altro più di un’attenzione. Non serve guardare ai numeri, perché dicono molto meno di quanto questa speciale sportiva ha da offrire rispetto alla 5.0 standard: “giusto” 25 cv in più e una manciata di Nm di coppia supplementari.

La vera differenza sta nella cura amorevole posta in primo luogo nell’assetto, con le sospensioni ritarate (ammortizzatori, molle, pneumatici, cerchi da 20” forgiati, montanti posteriori irrigiditi) capaci in primo luogo di garantire un comportamento ancor più vibrante tra le curve, specie nel misto stretto; l’avantreno “morde” la traiettoria con ulteriore prontezza, quasi eccessiva con lo sterzo a dir poco diretto (peccato poco sensibile), con la curva a sua volta “chiusa” in un lampo grazie ad un retrotreno lasciato libero di manifestare leggeri movimenti verso l’esterno, che però poi si assestano su linee precise. Insomma: tocchi di volante e gas e la “Jag” più cattiva esalta.

Oggetto particolarmente ludico, la SVR non è mai troppo rigida anche nella modalità di regolazione più spinta delle sue sospensioni, il che la rende tutto sommato perfetta – per l’appunto – per la guida impegnata su strada; non manca lo scoppiettio in rilascio, ed il cambio otto marce automatico – ancor più secco e rapido nelle cambiate – offre le sensazioni “giuste” del pilotaggio di precisione.

In pista, provata sul bel circuito catalano di Aragon, che ospita la MotoGP, la SVR rimane totalmente a suo agio ma la sua vera anima è stradale. Tanto più perché con la trazione integrale la motricità è esemplare anche su fondi non perfetti, poi perché su questo terreno ci sono le gallerie, ideali – come in moto – per far risuonare ulteriormente amplificato l’urlo rauco del suo potente V8 a compressore meccanico da 575 cv e 700 Nm, dalla tonalità eccezionale grazie agli scarichi aperti (oltre che alleggeriti di ben 16 kg).

In effetti la spinta è potente e senza fine, giusto un velo troppo lineare (il calcione c’è, ma si sa che non basta mai…) ma comunque esaltante: “zero-cento” divorati in 3”7 e se lo spazio lo consente (diciamo su una bella autostrada tedesca del nord) la punta massima di 322 km/h da raggiungere senza nemmeno un lancio così lungo. Dite della stabilità a quest’andatura? Tutto sotto controllo, grazie all’aerodinamica profondamente rivista con nuova carenatura inferiore, estrattore Venturi al retrotreno e vistosa ma bellissima ala mobile posteriore retrattile in fibra di carbonio.

Ci sarebbe anche da fermarsi, ma anche qui in Jaguar non hanno lesinato sull’impianto: dischi ceramici con gli anteriori da ben 396 mm e i posteriori da 380 mm consentono di pestare senza limite con la massima forza, ottenendo decelerazioni tanto esaltanti quanto affondare il piede sul gas.

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